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Walker Meghnagi (Comunità ebraica milanese): “Basta con manifestazioni d'odio"
Walker Meghnagi

Walker Meghnagi (Comunità ebraica milanese): “Basta con manifestazioni d'odio"

“Immagino la gente che abita qui, io ho mia figlia piccola che vive qui, si è sposata un anno fa. La situazione è molto preoccupante”. Raggiunto telefonicamente da Affaritaliani.it Milano, Walker Meghnagi - a capo della comunità ebraica milanese - non nasconde la sua preoccupazione per il clima che si sta diffondendo dopo gli attacchi terroristici di Hamas dello scorso 7 ottobre. Appena arrivato in Israele, ripercorre le reazioni della politica e chiede una presa di posizione forte, anche da parte dell’amministrazione della sua città, Milano.

Nelle manifestazioni pro Palestina dello scorso weekend erano presenti anche esponenti politici?
Sì, ben tre del Pd e questo è spiacevole. A mio avviso il politico può partecipare ma nelle manifestazioni dove si chiede il dialogo, dove ci sia qualcosa da costruire, non dove c’è un clima avvelenato e di odio. Oggi ho ricevuto la notizia che ci saranno due conferenze al Municipio 1 dal titolo “Colonialismo e apartheid in Palestina”. A moderare due persone del Pd. Cosa porta questo clima di odio, a cosa vogliono arrivare? Ho visto questi esponenti del Pd che partecipano, inoltre sono giovani e mi chiedo cosa otteniamo dalle nuove generazioni, cosa insegniamo facendo così? A maggior ragione a Milano, medaglia d’oro della resistenza, aperta a tutti e a chiunque.

Che rapporti ha con gli esponenti politici milanesi?
Io ho avuto un confronto molto costruttivo lo scorso sabato sera al Conservatorio con Filippo Barberis, capogruppo Pd. Ho buonissimi rapporti con Cappello, Buscemi, Reggiani, però ci vuole a mio parere una dichiarazione di tutti i partiti insieme che condannino l’antisemitismo. Inoltre il Comune deve dire da che parte sta. È un discorso semplice: vogliamo continuare con questo clima d’odio? Questo clima a cosa porta? È il sindaco che deve prendere una posizione, forte e decisa. L’odio non porta da nessuna parte. Ho avuto un mese e mezzo fa un confronto con il sindaco Sala, adesso lo chiederò di nuovo.

E con la Regione?
Con la Regione abbiamo un ottimo dialogo, si fanno sentire. Il Comune deve farsi sentire un po’ di più. Ci sono altre conferenze alla Casa delle donne, uno stabile del Comune, dove è esposto da tre mesi uno striscione pro Palestina.

Cosa rappresentano per lei le manifestazioni pro Palestina?
Il punto è cosa si inneggia durante la manifestazione. Sabato 27 gennaio, nonostante i divieti, hanno cercato di forzare il blocco della polizia. Vorrei delle manifestazioni in cui si arriva al dialogo, a capirsi, non ad inneggiare alla morte perché non porta niente di buono. Io sono contro i divieti, in democrazia se iniziamo a vietare una cosa non si sa dove si arriva in linea generale. Una manifestazione così aggressiva in cui bruciano bandiere e ci sono manichini di bambini e sangue finto porta odio, perché sicuramente ci potrebbe essere una reazione delle persone meno informate. La colpa è solo di Hamas, sono terroristi, hanno ucciso migliaia di persone. È puro terrorismo, non può rappresentare il popolo palestinese.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito l’Olocausto “un orrore assoluto” ma ha anche detto che Israele “non dovrebbe negare il diritto di un popolo ad avere il suo Stato”. Cosa ne pensa?
È un presidente a mio parere straordinario. Quello che dice è vero, ma con chi bisogna dialogare? Nessuno si prende la responsabilità di avere un dialogo costruttivo. Bisogna creare tra i palestinesi una nuova classe dirigente, costruita non sull’odio ma sulla cultura. Mentre al momento si sta creando una generazione su come combattere Israele.

Sta notando un clima antisemita nella sua città?
A Milano non c’è mai stato un clima di odio. Gli italiani ebrei sono tutti ben integrati, anche nelle altre città come Roma, siamo italiani, guardiamo alla Costituzione italiana. Ci sono state delle scritte, l’ultima il giorno prima della Memoria al Memoriale della Shoah, inneggiante a Hitler, è vergognoso. Ultimamente ci sono più scritte ma non ho notato un clima di odio o aggressione. Sto notando che ci sono i centri sociali che infuocano le manifestazioni. Sia sabato che domenica c’erano tantissimi dei centri sociali.

Il presidente della comunità palestinese in Lombardia Khader Tamimi ha offerto a tutti, anche a voi, di scendere in piazza contro ogni genocidio
Io accetterei ma solo se il presidente dichiara che c’è stato un attacco contro gli ebrei in quanto ebrei. Io ho perso una nipote di 23 anni lo scorso 7 ottobre, era a un party nel deserto, hanno trovato il corpo insieme a quello della sua migliore amica. Il 90 % delle vittime era giovane. Io sono per la democrazia e la sicurezza, per il dialogo ma solo se si ha il coraggio di parlare chiaramente delle cose. Non si può dire “Sì, ma però” come hanno fatto Schlein e Conte. Iniziassero a dire la verità di quello che è successo e da lì ripartiamo. Abbiamo fatto anche noi delle manifestazioni ma non abbiamo mai inneggiato all’uccisione o all’odio, altrimenti li avremmo fermati. Dalla politica non ci sono le giuste risposte. Schlein non ha mai detto una parola a difesa del polo ebraico e degli italiani di religione ebraica, neanche Conte. Hanno partecipato alle manifestazioni a Roma, non hanno mai rilasciato una dichiarazione e questo acuisce gli animi. Una parola detta bene può essere importante.

Qual è secondo lei la soluzione per Israele e Gaza?
I paesi arabi insieme a quelli europei dovrebbero mettere da parte Hamas e creare una nuova classe dirigente, cambiare libri e i programmi in cui si incita a odiare gli ebrei, invece bisognerebbe creare una cultura reciproca, di dialogo e riconoscimento. Come io ho dialogato con il gruppo dei musulmani moderati, ci sentiamo spesso, c’è questo dialogo interreligioso continuo ed è possibile.

E come sta rispondendo la società civile milanese e non solo?
Sono aumentate le visite al Memoriale della Shoah, sabato scorso ci sono state oltre 3000 visite, molti alunni e giovani. Io nel mio piccolo ho avuto moltissime telefonate, messaggi, solidarietà, da amici, conoscenti, da persone che sanno cos’è la Shoah. Sono passati 80 anni da quello che è successo e anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha citato le responsabilità del “nazifascismo”: questo è un altro segnale, ci si può capire e comprendere.








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