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Milano
Willy, Salvini e tutto il resto: il nostro peggior difetto? L'ipocrisia

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Noi italiani, e anche un po' noi milanesi, non siamo mai cambiati. Il nostro principale difetto non è di essere campanilisti - poiché amare le proprie tradizioni non può essere un difetto. Il nostro principale difetto è essere ipocriti. Su tutto. Così, se Matteo Salvini ha su un palco la bambola gonfiabile della Boldrini, urliamo allo scandalo. Non urliamo allo scandalo invece quando da sinistra si perculano gli avversari, siano essi Fontana o la Meloni e i suoi capelli o la sua altezza, o qualunque altra cosa. Se un assassino è di colore, sempre dagli al negro. Se un assassino è un bianco, è uno di noi. Ma vale anche l'inverso. C'è chi si lamenta che nel suo post sul povero Willy, vittima innocente di bestiacce, Salvini non abbia scritto che gli assassini sono italiani e lui di origine extracomunitaria. C'è chi si lamenta anche con i giornali che hanno scritto che gli assassini sono italiani e lui di origine extracomunitaria. La verità è che c'è tutto e il contrario di tutto. Ci lamentiamo dell'odio, e poi si scopre che visto che due rimbambiti ammazzano un bravo ragazzo, allora bisogna criminalizzare un intero sport, le MMA, e anche (sì, ho letto pure questo) chi gioca ai videogiochi violenti. Manco fossimo negli anni 90 all'esordio di Carmageddon. Dunque, tutti quelli che vanno in palestra, fanno arti marziali, giocano ai videogame, sono potenziali assassini. Si uniscono ovviamente ai runner durante la pandemia, a quelli che si abbassano la mascherina per fumare, ai migranti sui barconi, ai cinesi, e altre svariate decine di categorie che non sto qui a citare ma che sicuramente attentano alla nostra sicurezza. Ci lamentiamo della casta, e mentre vediamo esponenti del Movimento 5 Stelle combattere per il taglio dei parlamentari, leggiamo le biografie di alcuni di questi e dobbiamo trasecolare: miracolati che si fanno casta e sfilano sul red carpet. Intanto il partito democratico, che ha votato per due volte no al taglio, pare che farà campagna per il sì al referendum. Ci lamentiamo della violenza politica ma ammettiamo che fuori dal consiglio regionale ci sia qualcuno che ritrae il governatore con il cappio al collo e la scritta "Fontana assassino". Dentro c'è la mozione di sfiducia, che è un atto politico legittimo e logico, visto dalle opposizioni. Il problema è chi giustifica dentro quel che avviene fuori. Ma non è la prima volta, abbiamo letto "Cancellare Salvini" su Repubblica. E questo solo per stare in superficie, perché nei mille rivoli della pubblica opinione sui social c'è di tutto. Ma tutto questo puzza sempre di quel piccolo moralismo che ci accompagna.

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