Auto e Motori
Stellantis, addio Serbia, si torna a casa: la missione degli operai per salvare Mirafiori
Inizia il rientro dei tecnici dalla Serbia: missione compiuta per la Panda. Obiettivo rilancio di Mirafiori con la produzione della nuova 500 Ibrida.








È iniziato ufficialmente quello che viene definito il "controesodo" dei lavoratori Stellantis.
Dopo mesi trascorsi nello stabilimento serbo di Kragujevac, circa 200 tra operai specializzati e tecnici italiani stanno facendo ritorno a casa. La loro missione nei Balcani era chiara e strategica: supportare l'avvio della produzione della nuova Fiat Grande Panda e formare la manodopera locale per garantire gli standard qualitativi richiesti dal Gruppo.
Oggi, lo scenario è mutato. Lo stabilimento serbo ha raggiunto la piena autonomia operativa, lavorando su tre turni per soddisfare gli ordini della city car elettrica e ibrida. Di conseguenza, la presenza del personale italiano non è più necessaria oltreconfine. Questo rientro, avvenuto a metà dicembre 2025, non segna però un periodo di riposo, ma l'inizio di una nuova sfida cruciale per l'industria automobilistica italiana: il salvataggio produttivo dello storico impianto di Torino.
Obiettivo Mirafiori: tutto pronto per la 500 Ibrida
Il rientro della forza lavoro specializzata a Torino coincide con una fase delicatissima per lo stabilimento di Mirafiori. Dopo mesi segnati da un pesante ricorso alla cassa integrazione a causa del rallentamento della domanda per la 500 elettrica, il polo torinese si prepara ad accogliere la produzione della Fiat 500 Ibrida.
I lavoratori rientrati dalla Serbia, forti dell'esperienza maturata sulle linee di montaggio più recenti, saranno impiegati immediatamente per accelerare le operazioni. Se le prime unità pre-serie sono state assemblate tra novembre e dicembre, l'obiettivo è avviare la produzione di massa all'inizio del 2026. La 500 Ibrida non è un semplice restyling, ma un adattamento tecnico fondamentale: convertire la piattaforma della 500e per ospitare il motore termico mild-hybrid, una mossa decisa da Stellantis per rispondere a un mercato che richiede ancora vetture accessibili e non esclusivamente elettriche.
I numeri della rinascita e il target produttivo
Le aspettative su questo modello sono altissime. Il piano industriale prevede che la 500 Ibrida possa garantire volumi per circa 100.000 unità l'anno una volta a pieno regime. Questo numero è la soglia critica individuata dai sindacati e dall'azienda per saturare le linee di Mirafiori e garantire la continuità occupazionale, riducendo drasticamente l'uso degli ammortizzatori sociali.
Il ritorno degli operai "trasfertisti" è quindi il segnale che il motore di Torino sta per riaccendersi. Mentre la Serbia si conferma come polo d'eccellenza "low cost" per le vetture di segmento B su piattaforma Smart Car (dove nascerà anche la futura Citroën e-C3), l'Italia punta sul valore aggiunto del marchio 500. La scommessa è che il fascino del "Made in Torino", unito a una motorizzazione ibrida più economica rispetto all'elettrico puro, possa riconquistare le quote di mercato perse negli ultimi due anni.
Una strategia industriale a due velocità
Questa riorganizzazione del personale evidenzia la strategia flessibile messa in atto dai irigenti Stellantis . Da un lato, la delocalizzazione mirata per i modelli ad alti volumi e margini ridotti (come la Grande Panda), dall'altro il mantenimento in Italia delle produzioni iconiche che necessitano di un legame storico con il territorio per mantenere il loro appeal commerciale.
Gli operai che tornano a varcare i cancelli di Mirafiori portano con sé non solo il bagaglio tecnico acquisito a Kragujevac, ma anche la responsabilità di essere l'avanguardia della ripartenza. Il 2026 sarà l'anno della verità per lo stabilimento piemontese: la 500 Ibrida dovrà dimostrare di essere l'anello di congiunzione perfetto tra il passato termico e il futuro elettrico, garantendo lavoro e stabilità in una fase di transizione complessa per tutto il settore automotive europeo.
