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22 ottobre 2025 - 12:18

Contraffazione, Indagine Mimit-Piepoli: il 33% dei minori non ha percezione del falso

Roma, 22 ott. (Adnkronos) - In occasione della X edizione della Settimana Anticontraffazione 2025, si è svolto, oggi, il convegno “Educazione digitale: come minori, genitori e docenti possono difendersi dalla contraffazione”. Dall’indagine commissionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy al Moige-Istituto Piepoli e condotta a metà anno 2025 su 2.123 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, solo il 30% dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 17 anni riesce a dare una corretta definizione di merce contraffatta, mentre il 33% non ha alcuna percezione del falso.Tali dati, che fotografano un fenomeno sempre più diffuso, evidenziano quanto sia fondamentale rafforzare l’educazione dei minori sui rischi della contraffazione, promuovendo un consumo responsabile e consapevole. Proprio con questo obiettivo, il Moige, Movimento Italiano Genitori, in collaborazione con l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Mimit, promuove costantemente iniziative formative per ragazzi, genitori e docenti, puntando a promuovere la conoscenza dei rischi della contraffazione, con particolare riguardo all’ambiente digitale e al consumo consapevole.La contraffazione è un fenomeno percepito dagli adolescenti in modo parziale o superficiale e ben il 33% non ha alcuna percezione del falso. I ragazzi ne intuiscono i tratti principali ma non sempre sono consapevoli delle conseguenze reali. L'idea diffusa è che i prodotti falsi siano facilmente reperibili e riguardino tutti i settori (73%) ma soprattutto abbigliamento, accessori e tecnologia. La percezione, però, tende a ridurre la contraffazione a una questione di "costo minore" o "imitazione innocua" (13%), senza cogliere a fondo gli aspetti legali, i rischi per la salute e per la sicurezza. Alla domanda se si tratti di un fenomeno circoscritto al nostro Paese, la maggior parte degli adolescenti (70%) riconosce che la contraffazione è diffusa a livello globale.È possibile reperire i prodotti contraffatti sia offline che online (50%), con internet che rappresenta uno dei principali canali di accesso. Gli adolescenti dichiarano di imbattersi frequentemente in offerte sospette sui siti di e-commerce e sui social media, spesso a prezzi troppo bassi per essere prodotti originali (46%). Molti ragazzi ammettono di non avere strumenti adeguati per distinguere un prodotto autentico da uno falso, soprattutto sulle piattaforme online.Quando si parla di conseguenze, i giovani citano soprattutto la scarsa qualità e la minore durata del prodotto (67%). Più rari sono i riferimenti ai rischi legati alla salute e alla sicurezza o ai danni economici per le imprese e i lavoratori. Il 25% dichiara che non c’è alcun rischio. La dimensione legale è ancora meno conosciuta: solo una minoranza sa che acquistare merce contraffatta può comportare sanzioni anche per il consumatore. Il 35% coloro che ritengono che l'acquisto di un prodotto contraffatto sia solo un comportamento scorretto.Tra le attività di prevenzione del fenomeno, il 37% degli adolescenti indica il controllo delle recensioni online come principale attività di tutela, superando il controllo diretto di siti o venditori rispetto alla precedente rilevazione del 2023.L'e-commerce e i social network sono oggi tra i principali veicoli di diffusione dei prodotti contraffatti, soprattutto tra i ragazzi. Online si tende ad acquistare principalmente abbigliamento (66%) o tecnologia (20%), ma anche cosmetici (16%) e persino cibo (6%). Molti adolescenti (in maggioranza con genitori) si imbattono in offerte sospette. Gli store ufficiali sono ancora il percorso preferito (50%), ma molti si affidano a motori di ricerca e link offerti da influencer (9%).Una volta terminato l'acquisto, sono soprattutto problemi tecnici (41%) ad allertare sul sospetto, ma in molti (19%) ammettono di utilizzare il prodotto anche se contraffatto. Emerge anche una quota di “vergogna”, un decimo degli intervistati preferisce non dire a nessuno di essere stato truffato. La maggioranza compra online per “fare l'affare” (35%), risparmiare tempo (27%) e avere maggior scelta (40%). Al netto di quanti (non pochi) acquistano, di proposito, merce contraffatta, la maggioranza si imbatte in truffe inattese. I contraffattori sfruttano strategie sempre più sofisticate che combinano ingegneria informatica e manipolazione psicologica. Si tratta di tecniche diffuse ma non troppo note ai giovani (solo 3 su 10 dichiarano di conoscerle a sufficienza). Il 72% non conosce le strategie dei contraffattori.Il convegno, che ha visto la partecipazione del Capo di Gabinetto del Mimit, Federico Eichberg e del cofondatore e direttore generale del Moige, Antonio Affinita, ha visto gli interventi di: Livio Gigliuto, presidente Istituto Piepoli; Andrea Tognoni, Case Handler Protection of minors online- DG Connect della Commissione europea; Antonio Natali, Direttore dell’Ufficio di Gabinetto Ministero dell’Istruzione e del Merito; Eva Spina, Capo Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie Mimit e Presidente del Comitato consultivo per l’alfabetizzazione mediatica e digitale; Roberto De Vita, Commissario Capo della Polizia di Stato – Servizio Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica, Metis di Meo, autrice ed attivista per i diritti umani e Fabrizio Politi, influencer.