27 ottobre 2025 - 19:39
Ddl concorrenza: Boccia, 'su tariffe telefoniche destra vuole tornare a prima di Bersani'
Roma, 27 ott. (Adnkronos) - “Dietro la bandiera del disegno di legge 'sulla concorrenza', la maggioranza di destra tenta un’operazione di segno opposto: tornare indietro sul funzionamento del mercato a prima delle lenzuolate di Bersani, per favorire interessi particolari e rendite di posizione. In nome del Pnrr — ormai svuotato dei suoi principi originari di apertura, trasparenza e tutela dei cittadini — si prova a introdurre norme che tradiscono proprio lo spirito delle riforme europee". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia."Gli emendamenti presentati al Senato su rincari automatici delle tariffe telefoniche e telemarketing disegnano un modello di 'mercato controllato' in cui a vincere non è la concorrenza, ma la protezione delle lobby. Sul fronte delle tariffe, si elimina di fatto il diritto dell’utente alla disdetta gratuita in caso di aumento dei prezzi, trasformando l’indicizzazione all’inflazione in un meccanismo unilaterale e privo di reciprocità. Quando i prezzi salgono, le tariffe aumentano; quando scendono, gli operatori possono trattenere i margini. È un ritorno a un passato che l’Agcom aveva corretto, e che ora il governo vuole riesumare in silenzio"."Sul fronte del telemarketing, si tenta di riaprire l’uso commerciale dei dati di chi cambia operatore, un arretramento evidente in materia di privacy e di correttezza contrattuale. Si chiama “semplificazione”, ma nella sostanza è un via libera al telemarketing aggressivo e all’abuso del consenso. Il tutto mentre la maggioranza — divisa come sempre al proprio interno tra chi spinge per il blitz e chi teme l’effetto politico — tenta di approvare queste norme in fretta, magari forzando ancora una volta le regole parlamentari, prima della manovra. Una forzatura che svela la vera direzione di marcia: meno tutela per i consumatori, più libertà per le lobby"."Così, in nome della concorrenza, -aggiunge Boccia- si costruisce un sistema che la svuota dall’interno: le imprese più forti diventano intoccabili, i cittadini più deboli diventano clienti obbligati. È un’Italia che parla di liberalismo ma pratica il corporativismo; che promette mercato ma ristabilisce monopoli; che predica modernità ma difende vecchi privilegi. Una concorrenza al contrario, che chiude gli spazi invece di aprirli, e che conferma ancora una volta come questa destra non sappia riformare: sa solo proteggere il potere di chi lo ha già”.