25 novembre 2025 - 18:19
Ferragni: pm Milano, 'da influencer truffa diffusa, ha ingannato i follower'
Milano, 25 nov. (Adnkronos) - Una truffa "diffusa" in cui Chiara Ferragni ha un "ruolo prominente" e per questo non è meritevole di attenuanti. E' questa la tesi della Procura di Milano nel processo che vede l'influencer imputata di truffa aggravata in relazione alle operazioni commerciali 'Pandoro Balocco Pink Christmas' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate' (Pasqua 2021 e 2022). Prima di pronunciare la richiesta di condanna a un anno e otto mesi, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli ricostruiscono gli accordi tra le società e in particolare elencano le mail che evidenziano come l'ultima parola fosse lasciata alla 38enne e al suo ex braccio destro Fabio Maria Damato (chiesti anche per lui un anno e otto mesi), mentre da parte dell'altro imputato Francesco Cannillo (chiesto un anno), presidente del cda di Cerealitalia, c'è un atteggiamento "più prudente" e per questo le attenuanti generiche vanno bilanciate con l'aggravante. In aula vengono ricordate le diverse mail che i consumatori inviano per conoscere la percentuale di beneficenza rispetto all'acquisto, richieste che ricevono risposte non pertinenti fino a quando non esplode il Pandoro gate. Per la procura, l'imprenditrice avrebbe ingannato i consumatori e avrebbe ottenuto, tramite le due campagne commerciali, un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre che benefici non calcolabili dal ritorno di immagine. In particolare, l'operazione 'Balocco' avrebbe indotto "in errore un numero imprecisato di acquirenti" convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino. L'accordo, invece, si è rivelato diverso: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l'iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell'ospedale, indipendentemente dalle vendite. Un presunto "errore di comunicazione" che si sarebbe verificato anche nel secondo caso contestato. E in quel rapporto di fiducia che si crea tra influencer e seguace - che Chiara Ferragni tradisce, a dire della procura - che si innesta l'aggravante della minorata difesa in relazione alla truffa. Chi compra, spesso nei negozi della grande distribuzione organizzata, si fida dell'imprenditrice digitale e quella che va in scena è "una truffa contrattuale a carattere diffuso" dove l'acquirente "è diffuso e polverizzato" lungo lo Stivale. Un concetto espresso anche dall'unica parte civile ammessa, l'associazione 'Casa del consumatore'. La sentenza è attesa a gennaio 2026.