(AdnKronos) - Insomma, Zingaretti sposta in alto l'asticella. Ma chi si sta parlando già da un po' con i 5 Stelle, ostenta ottimismo. "Il governo si farà e Nicola sarà d'accordo. O forse vuole essere quello che fa saltare tutto e ridà a Salvini la chance di rimettersi subito in sella andando a elezioni?". Ma c'è ancora da lavorare, e tanto. Sul tavolo innanzitutto ci sono le questioni di contenuto, i 5 punti messi in campo dal Pd. Ma oltre ai contenuti, c'è tutto il rebus dei nomi. A partire dall'identikit del premier di un eventuale governo giallorosso. Zingaretti ha esplicitamente detto no a un Conte bis e ha anche parlato di "rinnovamento nelle personalità e nei contenuti". Insomma, nessun ex-ministro del governo Lega-M5S ma anche nessun ex dei governi Pd. Questa sarebbe l'indicazione del segretario. No Di Maio, quindi. E no neanche all'ipotesi di un suo ingresso nel governo: "Faccio il presidente della Regione Lazio e il segretario del Pd e credo siano già due impegni molto gravosi e intendo continuare a fare questo". Nell'area renziana il veto su Conte è meno granitico ma "è evidente che sarebbe un'operazione troppo trasformistica, su questo Zingaretti ha ragione". Si parla da giorni di Raffaele Cantone. Ma l'ex-presidente Anac sarebbe "troppo renziano" per il segretario dem.
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