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Donne in piazza ma la politica è divisa. Polemiche: "Il corteo è filo Hamas"

di redazione politica

In bilico anche a presenza di Schlein, opposizione divisa. Sul palco donne palestinesi e iraniane, Calenda attacca

Piazza in memoria di Giulia, ma l'opposizione è divisa: "Ci sono filo Hamas"

Due manifestazioni nazionali, a Roma e Messina, e tante iniziative nelle piazze italiane contro la violenza sulle donne. Oggi è la giornata mondiale contro i femminicidi e ogni tipo di violenza sulle donne. Dopo la morte di Giulia Cecchettin la protesta, nel nostro Paese, sta diventando rumorosa, concreta. E per sabato la mobilitazione è al massimo livello per gridare un forte no nel ricordo delle donne uccise e per quelle che ogni giorno sono costrette a subire violenze di ogni genere.

Ma ovviamente non mancano le polemiche. "Questa non è la piattaforma di una manifestazione contro la violenza sulle donne e per una società meno maschilista e più equa. Questa è la piattaforma di un collettivo di estrema sinistra antisraeliano e filo Hamas (notoriamente sostenitore dei diritti delle donne)", scrive Calenda evidenziando il passaggio dell'appello di 'Non una di meno' su Hamas e Gaza. "Lo stato italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo, schierandosi in aperto supporto dello stato di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo palestinese", si legge nella piattaforma della manifestazione.

"Decine di migliaia di persone", spiega quindi il leader di Azione, "tra cui tutta la mia famiglia dai nonni ai bambini, si preparavano ad andare ad una manifestazione che credevano organizzata per ragioni diverse. Strumentalizzare così un grande moto spontaneo di solidarietà e vicinanza alla causa femminista, non è giusto e non è corretto". Ma i dubbi non attraversano solo casa Calenda. La segretaria Pd Elly Schlein - che solo poche prima aveva incontrato le associazioni e i centri antiviolenza al Nazareno - mette un punto interrogativo alla sua partecipazione. 

I dati sulla violenza sulle donne

I dati Istat sono impietosi: in Italia nel 2022 si sono registrati 106 femminicidi presunti, l'84,1% dei 126 omicidi con una vittima donna, per come emerge dall'ultimo report che parla di "dato in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni" sulla base delle informazioni disponibili su relazione tra vittima e autore, movente e ambito dell'omicidio.

Nel dettaglio, sono 61 le donne uccise nell'ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 43 le donne uccise da un altro parente; è soltanto una la donna uccisa da un conoscente con movente passionale ed è una la donna uccisa da sconosciuti, nell'ambito della criminalità organizzata. Tra le restanti 20 vittime donne, due sono state uccise da conoscenti uomini con moventi diversi: la rapina per una e la follia per l'altra. Quindici sono state uccise da sconosciuti (14 uomini e una donna), con diversi motivi, come la follia (nove casi), gli interessi economici (quattro, incluse tre vittime di rapina) e due per altri moventi, più altre tre donne con autore non identificato. 

Il movimento "Non una di meno", che promuove la manifestazione di Roma, in una nota sostiene che non si tratta di "una commemorazione delle vittime di femminicidio, ma un punto di concentrazione della rivolta alla violenza strutturale che colpisce le nostre vite". Il corteo, dal Circo Massimo e Piazza San Giovanni, prenderà il via alle 14.40. "Dall'inizio dell'anno sono stati registrati più di 100 casi di femminicidi e transcidi - si legge ancora nella nota - e anche le aggressioni omolesbobitransfobiche e razziste sono sempre più numerose.

La mobilitazione nazionale del 25 novembre, che avrà a Roma e Messina le due piazze principali, non sarà un momento rituale ma la precipitazione di una mobilitazione quotidiana - nelle scuole, nei posti di lavoro, nei quartieri, al fianco dei centri antiviolenza femministi e transfemministi - che con il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin si sta riversando in cortei spontanei nelle piazze di tutta Italia".

"Quando si pensa che l'amore possa fare male non è amore. 1522 è il numero che si può chiamare quando si vuole difendere se stesse", sottolinea alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in piazza Colonna, nel corso dell'iniziativa del governo con diversi campioni del mondo dello sport. Bisogna "ricordarsi - riprende la premier - che siamo libere, e non c'è nessuno che può toglierci quella libertà e che può pensare di possederci. Noi siamo libere. E 1522 è il numero che si chiama per difendere quella libertà e per essere aiutati da istituzioni che ci sono e da una società che c'è come dimostrano questi grandi atleti". "Non sei sola. Chiama il 1522" è lo slogan proiettato sulla facciata di Palazzo Chigi, a fianco il logo rosso con la scritta bianca: "Contro la violenza sulle donne".