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Politica
Pd, Fiano: "Rischiamo di scomparire come i Socialisti francesi"

Il tema delle alleanze è però centrale, anche in vista delle Regionali 2023, meglio Calenda-Renzi o Conte? "Prima delle alleanze dobbiamo affrontare il nodo della nostra identità politica. Il pensiero di sinistra esiste da più di 150 anni ed è nato dalla lotta dei movimenti dei lavoratori. Con Renzi abbiamo aderito alla famiglia dei socialisti e delle socialdemocrazie europee. La nostra radice è li. Per capire la possibile evoluzione della nostra  ragione sociale dobbiamo osservare che cosa accade all'Spd tedesca o ai socialisti francesi. Nella SpD non hanno mai pensato a cambiare il nome, anche quando sono andati in crisi, ma si sono confrontati in congresso sulle diverse tesi, a prescindere dal fatto che nel partito ci siano o meno le correnti. Hanno discusso, hanno deciso, eletto una nuova guida e sono arrivati primi alle elezioni con Scholz".

"Noi viviamo in un mondo nel quale, dopo la crisi del 2008, la pandemia e la guerra Russia-Ucraina del 2022, le disuguaglianze si sono acuite proprio per questa triade. I valori dell'Spd tedesca, fin dall'origine, sono libertà economica, giustizia sociale e diritti civili. Senza dimenticare, oggi, i temi dell'ambiente e dei cambiamenti climatici. La trasformazione del globo sta acuendo le disuguaglianze, considerando anche la questione energetica. Dobbiamo ripartire da qui, da questi temi, da queste domande e non se ci alleiamo con Calenda o con Conte. Dobbiamo prima sapere che cosa siamo noi e qual è il nostro progetto per il Paese", spiega Fiano.

"In Francia invece c'è stata una polarizzazione su Mélenchon da una parte e, sulla liberaldemocrazia di Macron che in teoria qui dovrebbe essere quella di Calenda e Renzi sull’altro lato. Con il risultato che il Partito Socialista è praticamente scomparso. È un rischio possibile anche per noi. Non è più il tempo dell'Ulivo, me ne dispiaccio ma è così. Quello straordinario progetto non mi pare adatto a questo tempo, allora si mettevano insieme forze diverse per battere Berlusconi. Quando in campagna elettorale noi dicevamo “scegli” in realtà da questa parte la scelta era perlomeno divisa con altre due possibilità, Cinque Stelle e Terzo Polo e dunque non poteva funzionare".

E infine il tema dell'eventuale scioglimento del Pd e del cambiamento del simbolo. Su questo Fiano è netto: "Il simbolo non va cambiato e il Pd non va sciolto. Non c'è alcuna esigenza. Orban e Putin profetizzano la vittoria delle democrazie illiberali, non lontano da noi, pensando anche alla Turchia, noi dobbiamo difendere la democrazia liberale, è il nostro nome è li per quello".

Finora solo Paola De Micheli si è candidata alla segretaria, lei sosterrà Stefano Bonaccini? "Se parlassi oggi di candidature tradirei me stesso. Candidarsi senza dire per fare che cosa non ha alcun senso. Apprezzo di più chi, dopo le elezioni, ha parlato poco anche perché ci aspetta un periodo difficilissimo. L'autunno con Meloni al governo non sarà facile, per niente. Socialmente sarà durissimo e noi dovremo saper fare bene opposizione spiegando che tra chi propone la Flat Tax, che conviene solo ai ricchi, e chi porta avanti un'idea di Fisco progressivo, noi stiamo con i secondi. Io non esco certo dalla politica - conclude Fiano - ma continuerò le mie battaglie per contribuire alla rinascita del Pd".

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emanuele fiano congresso pd





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