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Politica
Governo, fiducia in Senato. Cresce il malumore tra i 5 Stelle. Rumor choc

E' il giorno della verità per il governo giallorosso. Dopo la fiducia, scontatissima, della Camera, oggi tocca al Senato. A far scattare l'allarme nella maggioranza è stato il post su Facebook del senatore M5S Mario Michele Giarrusso: "Ci risiamo. La battaglia contro il Ceta è una battaglia identitaria del M5s. Mi pare che qualcuno non ha capito nulla e vuole fare saltare il governo prima che nasca". L'esponente pentastellato punta il dito contro la neoministra Teresa Bellanova che ha dichiarato di lavorare alla ratifica del Ceta. Una cosa è certa, una fetta di senatori 5 Stelle - anche se non è sulle posizioni del no al governo Conte bis di Gianluigi Paragone - sta attraversando un travaglio (con la t minuscola) interno che lascia aperte tutte le possibilità. Alla fine, salvo colpi di scena, la fiducia dovrebbe essere assicurata grazie ai voti del Gruppo Misto e del gruppo delle Autonomie, ma il dissenso del Movimento 5 Stelle potrebbe essere non marginale e superiore alle previsioni. Se così fosse, si aprirebbe un problema soprattutto per il proseguo della legislatura soprattutto quando l'esecutivo dovrà affrontare temi spinosi e divisivi. Matteo Salvini, dal canto suo, ha colto la palla al balzo e, fiutando il malumore nei pentastellati, ha affermato: "Le nostre porte sono aperte per chi pensa alla dignità prima che alla poltrona, e anche dentro il M5S c'è gente per cui la dignità vale di più della poltrona". Traduzione: non votate la fiducia, fate cadere il governo e avrete un posto in lista nella Lega.

Ma facciamo un po' di conti. A Palazzo Madama nella maggioranza si parte da 169 sì. Due le defezioni sicure tra le fila pentastellate: il no certo del senatore Gianluigi Paragone - che ha dato appuntamento in Aula quando farà un intervento "duro contro Conte" - e il non voto per assenza giustificata legata a problemi di salute di una senatrice M5S. Ma, come detto, c'è un grosso punto interrogativo su eventuali altri mal di pancia. Quanto al Pd, che conta 51 senatori, si sta ancora lavorando per convincere Matteo Richetti a votare la fiducia, mentre risulta un'assenza giustificata tra le fila dem. Dunque, i sì alla fiducia dovrebbero essere 49 o 50, a seconda della decisione che prenderà Richetti. Quanto a Leu, sono dati per certi i 4 voti del gruppo. E si arriva (sulla carta) a quota 158-159. A questi numeri si aggiunge il voto a favore della senatrice a vita Elena Cattaneo, già annunciato in Aula. La senatrice a vita Liliana Segre ha annunciato in Aula del Senato il suo voto a favore della fiducia al governo Conte II. Secondo fonti parlamentari di maggioranza anche Mario Monti non dovrebbe far mancare il proprio voto a favore. Il Psi voterà a favore, ha annunciato Nencini e si sale a 162-163. Altri 4 voti dovrebbero arrivare dal gruppo Misto tra le file degli ex M5S: si sale a quota 167. Non voterà a favore, invece, Emma Bonino. Non è ancora certo come si comporterà il gruppo delle Autonomie: ieri Svp alla Camera si è astenuta. Se voteranno a favore i sì salirebbero almeno a 169-170. Del gruppo, però, fanno parte anche alcuni senatori (tra i 4 e i 5), come Pier Ferdinando Casini, che potrebbero votare sì. Insomma, quota 169 (la maggioranza assoluta è di 161) sarebbe data quasi per certa.

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