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Politica
Governo, Lega contro Lollobrigida sull'agricoltura. La verità sulla lite
Francesco Lollobrigida

Lollobrigida ha detto che anche la Lega ha votato la Legge di Bilancio che cancellava l'esenzione. La risposta del Carroccio non si è fatta attendere ed è durissima

 

Sul tema dell'esenzione dell'Irpef agricola è in atto un durissimo braccio di ferro tra il ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida, cognato di Giorgia Meloni, e la Lega. Ieri, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, c'è stata una riunione ristretta tra Matteo Salvini e gli esperti del settore del Carroccio. La posizione leghista è chiarissima: tornare all'esenzione totale, come deciso con la Legge di Bilancio del 2023 (la prima del governo Meloni) che costa 248 milioni di euro. E per questo il capogruppo alla Camera della Lega ha presentato un emendamento al Decreto Milleproroghe all'esame della Camera.

Il titolare meloniano di Fratelli d'Italia ha liquidato la questione da Bruxelles dicendo che la manovra per il 2024 è stata approvata da tutti i partiti della maggioranza sia in Cdm sia in Parlamento, senza esenzioni. Ma dalla Lega, stizziti, ribattono che c'era l'accordo per non presentare emendamenti onerosi e loro lo hanno rispettato per evitare problemi con Bruxelles e con la riforma del Patto di Stabilità che ancora non era andata in porto. Infatti - spiegano sempre fonti leghiste - l'emendamento per il sostegno al settore agricolo, "sul quale stiamo lavorando da novembre e non da oggi è stato presentato nel primo provvedimento disponibile", appunto il Dl Milleproroghe all'esame di Montecitorio.

Lollobrigida ha risposto che come dicastero non ha soldi, ma la Lega, dietro le quinte, ha risposto a muso duro che i soldi per ristrutturare e riorganizzare il ministero li ha trovati. Salvini non intende cedere e ha detto ai suoi di andare avanti con la battaglia. Durante il question time al Senato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che si sta lavorando a una esenzione "con eventuale introduzione di franchigie". Eventuale, va sottolineata questa parola. La proposta di Meloni e di Lollobrigida sarà molto modesta, una franchigia di esenzione Irpef molto bassa - 10mila euro - che costa 152 milioni di euro. Ma la Lega non ci sta e ha già spiegato in via riservata al titolare dell'Agricoltura e agli esponenti di Fratelli d'Italia che si tratta di una soluzione "inaccettabile".

"Come hanno trovato soldi per l'automotive e per altri comparti, li trovino anche per gli agricoltori", spiegano sempre dal Carroccio. La soluzione di compromesso e il punto di caduta potrebbe essere una franchigia fino a 20mila euro come esenzione Irpef per il 2024 che coprirebbe l'80% circa della platea di coltivatori e allevatori e che allo Stato costa 190 milioni di euro. Il problema è se questi fondi arriveranno dal Mef o dalle Politiche Agricole oppure da entrambi i dicasteri.

Il nervosismo della Lega è legato all'atteggiamento di Lollobrigida che parla di un provvedimento votato con l'accordo di tutti, la Legge di Bilancio, ma solo perché c'era il patto di non presentare emendamenti onerosi per lo Stato. Accordo che la Lega ha rispettato ma ora serve intervenire. Molinari ha subito presentato l'emendamento per l'esenzione totale mentre Lollobrigida, bocciandolo, cerca di intestarsi con Palazzo Chigi e quindi Meloni la soluzione al ribasso che a poco servirebbe per i trattori che protestano.

Fonti ai massimi livelli della Lega assicurano che la "la battaglia va avanti e non si cede di un millimetro". La richiesta resta l'esenzione totale dell'Irpef agricola e, al massimo, un compromesso con franchigia a 20mila euro e non a 10mila come proposto da Fratelli d'Italia.






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