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Politica
Gregoretti, al Senato il momento della verità: Salvini rischia il processo

Gregoretti, Salvini ai suoi: mandatemi a processo

Durante una riunione di gruppo Matteo Salvini ha ribadito la richiesta ai senatori leghisti di "non impedire il processo" per il caso Gregoretti. Secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari, l'intero gruppo si e' pero' detto "contrario, deciso" a non autorizzare il procedimento al segretario accusato di sequestro di persona ‎per la gestione dei migranti a bordo della Gregoretti. Il gruppo della Lega al Senato sarebbe orientato "all'astensione o alla non partecipazione" al voto in Aula domani a Palazzo Madama sul caso Gregoretti. ‎E' quanto si apprende da fonti parlamentari.

Gregoretti ultimo atto, domani il voto su Salvini

L’ultima sfida sul caso Gregoretti la lancia da un battello in navigazione sul Canal Grande di Venezia: “Non scappo. I senatori della Lega domani ovviamente non si opporranno” all’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania. L’accusa è di sequestro di persona aggravato, ma Matteo Salvini - a 24 ore dal verdetto di Palazzo Madama - ostenta “assoluta tranquillità” che gli deriva, sottolinea, “dalla certezza di non avere commesso reati, dalla certezza che questo processo sia giuridicamente basato sul nulla e dalla certezza di non essere un vile sequestratore di donne e bambini”.

Domani nell’Aula del Senato andrà in scena il round conclusivo di un duello tra maggioranza e opposizione durato settimane, uno scambio di colpi che non ha risparmiato neppure il presidente del Senato, accusato dal Pd e dal Movimento 5 stelle di scarsa imparzialità. Alle 9,30 la relatrice Erika Stefani della Lega illustrerà il lavoro svolto dalla Giunta per le immunità, spiegherà come si è arrivati al voto con il quale è stata accolta la richiesta dei magistrati siciliani. Poi si aprirà il dibattito durante il quale Salvini dovrebbe intervenire per dimostrare di aver agito, in quei caldi giorni di luglio, nell’interesse pubblico.

Forza Italia e Fratelli d’Italia presenteranno un ordine del giorno per cercare di contrastare il via libera della Giunta, quel sì arrivato con i soli voti del Carroccio, che il 20 gennaio rifiutò – pur apprezzandolo - il parere contrario al processo proposto dagli alleati di centrodestra. Le possibilità che il documento sia approvato sono praticamente nulle. Perché passi, è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea: 160 voti. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia hanno 139 senatori. Un numero che potrebbe pesantemente ridursi se i 60 del Carroccio sceglieranno – come sembra – di non partecipare al voto. Un eventuale ‘soccorso esterno’ di qualche senatore sarebbe dunque inutile.

L’Assemblea si pronuncerà nella tarda mattinata a scrutinio palese e simultaneo (il Regolamento non prevede la possibilità che sia richiesto un voto segreto) e senatori che non saranno presenti in Aula potranno comunicare il loro voto ai senatori Segretari entro la serata. Dalla maggioranza (che per protesta non partecipò al voto della Giunta di gennaio) non dovrebbero arrivare sorprese. Lo assicura anche Anna Ascani, vicepresidente dem: “Siamo coerenti. Il Senato non deve decidere se Salvini è colpevole o no, ma è chiamato a stabilire se Salvini ha agito per tutelare l’interesse nazionale. Noi pensiamo che non sia così e voteremo di conseguenza”. Il voto di domani sarà per il Parlamento l’ultimo atto di una vicenda esplosa il 27 luglio dello scorso anno davanti alle coste della Sicilia e conclusasi quattro giorni più tardi nel porto di Augusta, quando finalmente vennero fatti sbarcare i 130 migranti che erano stati soccorsi dalla nave della Guardia costiera. La parola passerà poi ai magistrati che dovranno stabilire se rinviare a giudizio il leader della Lega.

 

 

 

 

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