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Politica
La crisi dei grillini uccide il patto del Nazareno

Il Palazzo gongola per la crisi del Movimento 5 stelle, con un sospiro di sollievo per un incubo accantonato: Grillo e i suoi turbavano i sogni dell'establishment con la loro forza innovativa e la loro minacciosa, incombente disruption.

E in effetti la crisi del Movimento, non la prima, stavolta sembra profonda e difficilmente risolvibile: la Raggi ha fatto errori troppo gravi, nel cuore e nell'essenza del suo ruolo, e ha cosi' perso ogni credibilità. Non si vede come possa recuperare, finirà con ogni probabilità' per dimettersi. Ma se Roma e' l'epicentro, con scosse anche a Parma e Livorno, la perdita di credibilità' colpisce al cuore l'intero Movimento che mette a nudo difetti insormontabili, come il caos interno, la mancanza di un leader e di una governance, regole inadeguate, rivalità' interne correntizie, l'inesperienza e l'inadeguatezza dei giovani del direttorio.

Con una rapidità' senza precedenti nella storia il Movimento diventa istituzione e cade in una profonda involuzione e autodistruzione da cui difficilmente riuscirà a riprendersi recuperando il suo appeal, la sua capacità' d'impatto, la sua popolarità e l'interesse che aveva suscitato in un'Italia messa in ginocchio dalla piovra ladrona della vecchia partitocrazia.

Il tramonto delle cinque stelle cadenti di Grillo impatta come uno tsunami su tutta la politica italiana. E in particolare su Matteo Renzi, il quale, certo, ha motivo di rallegrarsi per le difficoltà' del suo principale e, al momento, unico vero antagonista.

Ma in realtà' la crisi di M5S ha come conseguenza prevedibile proprio la crisi di quel patto del Nazareno anti-Grillo, ossia dell'alleanza Renzi-Berlusconi, pensata proprio per fermare la marcia finora elettoralmente trionfale delle truppe penta-stellate. Una sorta di chiamata alle armi generalizzata, un'alleanza destra-sinistra per non consegnare l'Italia alle armate "inaffidabili" e destabilizzanti del comico genovese.

L'argomento del Palazzo e di Renzi, con orecchie attente nel centrodestra berlusconiano e nel cote' economico-finanziario, e' stato finora proprio quello: niente distinguo e birignao autolesionistici, difendiamoci tutti insieme dall'invasore. Un voto utile in una sorta di referendum o con Renzi o con Grillo. Una strettoia che metteva in crisi tutti i partiti, dalla Lega di Salvini a destra, alla sinistra Pd, tutti in difficolta' a conquistare un proprio spazio e una propria strada maestra, in questo cul-de-sac concettuale e politico.

Ora cambia tutto. La crisi dei grillini toglie a Renzi l'argomento principe e di conseguenza mette in difficoltà i fans del Nazareno nel centrodestra riaprendo i giochi con una sorta di liberi tutti. Una piccola grande rivoluzione.

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