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Politica
Lite Arianna-Donzelli: i tormenti in casa FdI alla vigilia del voto

Meloni mette nel mirino Nordio, troppo berlusconiano e forzista, perché non vuole tensione con il Quirinale per salvare il premierato

 

Giorgia Meloni ha un grosso problema. Raffreddare la tensione con il Quirinale. La premier non può permettersi uno scontro con Sergio Mattarella come dimostra plasticamente l'intervento contro il leghista Claudio Borghi a difesa del Capo dello Stato lo scorso 2 giugno. Fratelli d'Italia non ha votato il bis del Presidente ma ora in ballo c'è il premierato. E nel testo viene fissato un premio di maggioranza rimandato alla futura e tutta da scrivere legge elettorale.

Attenzione, perché già in due casi la Corte Costituzionale ha già bocciato un premio di maggioranza troppo elevato. E il timore a Palazzo Chigi e nel partito di maggioranza assoluta è che, una volta approvato dal Parlamento, il Colle possa rimandare indietro il disegno di legge costituzionale sull'elezione diretta del premier proprio a causa del nodo del premio di maggioranza.

Ecco perché Meloni non vuole fibrillazioni con Mattarella. Da qui si è aperto il caso Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia viene visto in FdI come troppo appiattito su Forza Italia e sulla separazione delle carriere, vecchio slogan di Silvio Berlusconi. Non va dimenticato che Ignazio La Russa e i suoi nel 1992 facevano i girotondi attorno al Palazzo di Giustizia di Milano per sostenere i pm, Antonio Di Pietro e gli altri del pool di Mani Pulite, ai tempi di Tangentopoli. Storicamente la destra è a favore della Magistratura e ha una cultura molto diversa da quella forzista e berlusconiana.

E così Nordio è finito nel mirino di Palazzo Chigi e dei big di FdI per la sua troppa vicinanza alle posizioni di Antonio Tajani in tema di riforma della Giustizia. Un tema che mette in allarme il Quirinale (Mattarella è presidente anche del Csm) ed ecco perché Meloni avrebbe invitato a una maggiore cautela il Guardasigilli e a non inseguire troppo Forza Italia. Proprio per non irritare troppo il Colle.

Altro caso che sta agitando il partito di maggioranza assoluta è quello del ministro Guido Crosetto. Di fronte al pacifismo sfrenato di Matteo Salvini e della Lega e alla cautela di Tajani sulle armi all'Ucraina - con i sondaggi che spiegano perfettamente che gli italiani a maggioranza sono stanchi del sostegno incondizionato a Kiev - Meloni vorrebbe una posizione più netta da parte del titolare della Difesa sul no categorico all'uso di armi italiane per attaccare in territorio russo. Meloni ha sempre confermato il suo appoggio a Zelensky ma non vuole ambiguità, sapendo che l'opinione pubblica è pacifista.

E quindi - spiegano in FdI - vorrebbe dal ministro della Difesa un atteggiamento più deciso nel negare senza se e senza ma l'uso dei nostri armamenti per colpire in territorio russo. Infine, per restare in casa meloniana, si segnalano tensioni tra Giovanni Donzelli e la sorella della premier, Arianna Meloni. Due figure forti alla guida del partito con Arianna, arrivata dopo, che avrebbe in qualche modo commissariato Donzelli, storico dirigente, soprattutto nella scelta delle candidature per le varie elezioni locali.

Ma queste sono beghe interne, ciò che preoccupa davvero la premier è il rapporto con il Quirinale. Abbassare al massimo la tensione e quindi Nordio sulla Giustizia e Crosetto sull'Ucraina devono evitare fughe in avanti.






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