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Politica
Luttwak contro il Procuratore Gratteri: "I giudici italiani? Cani sciolti"

“Ho sentito il magistrato (Nicola Gratteri ndr): voi tutti sapete che gli investitori del mondo non hanno paura della mafia o della ‘Ndrangheta ma hanno paura dei magistrati italiani. Cani sciolti che fanno qualsiasi cosa”. Così il politologo americano Edward Luttwak ha commentato le parole del Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri che ha spiegato nella trasmissione televisiva di La7 "Di Martedì" come la criminalità organizzata sfrutterà la crisi sanitaria-economica per prestare soldi agli imprenditori in difficoltà, al fine di rilevare l'impresa e riciclare denaro proveniente da affari illeciti. Parole – quelle del politologo americano - che trascendono il suo stile già decisamente provocatorio: trovare un fondamento logico è impresa complicata.

L’interpretazione di tale affermazione porta a pensare che la magistratura italiana sia ostacolo per gli affari degli investitori esteri in Italia. Ma non vorremmo mai pensare che gli investitori esteri vogliano fare affari illeciti. Perché la magistratura ha anche questo compito: sventare l’affare sporco. Se l’investitore estero rispetta la legge italiana perché dovrebbe temere la magistratura? Per questo il commento di Edward Luttwak appare inappropriato e fuori luogo. Non risulta che i giudici in Italia ostacolino gli investitori, se rispettosi delle condizioni imposte per legge come la regolare partecipazione alle gare pubbliche per l’assegnazione degli appalti.

“Oggi ho letto il nuovo decreto – ha aggiunto Luttwak - si svolge in 100 pagine per dire le cose che puoi vedere nel decreto parallelo svizzero o americano in 8 pagine. Per quale ragione? Perché quando lo Stato italiano si muove, dovunque ci sono 150 cose, perché poi si fanno questi processi. Questi magistrati e queste Corti che non scrivono sentenze per 4-5 anni. Spero bene che dopo questa crisi gli italiani escano con l’idea di rinnovarsi”. Lapalissiano sottolineare ancora che l’azione giudiziaria si svolga nei perimetri del Codice penale e della Costituzione e che i magistrati italiani, come tutte le toghe di tutti gli ordinamenti giudiziari dei paesi democratici, abbiano un limite imposto dalla Legge stessa.

Sono anni che in Italia si fanno i conti con una retorica deplorevole che a convenienza viene tirata fuori dalla politica per non ammettere – laddove esistano - le proprie responsabilità penali. “I magistrati fanno politica” hanno detto e continuano a dire da oltre vent’anni esponenti pesanti della politica italiana. Grazie a questa infondata affermazione si sono potuti giustificare dagli svariati procedimenti giudiziari a loro carico. Ma l’azione giudiziaria può essere portata avanti solo se affiancata da fatti oggettivi di responsabilità. Il libero arbitrio in magistratura non esiste sebbene il potere giudiziario sia indipendente e separato da quello legislativo ed esecutivo. Dire ‘cani sciolti’ ai magistrati italiani, appena dopo che un monumento vivente come Nicola Gratteri ha finito di descrivere i potenziali pericoli che corrono gli imprenditori calabresi in questa crisi, è inaccettabile signor Edward Luttwak.

 

 

 

 

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