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Sede Rai a Lecce, lite sul potenziamento. La sindaca Poli Bortone: "Poltronificio? La nuova stagione del pluralismo dà fastidio"
(fonte Lapresse)

Rai, Poli Bortone, "Sede Lecce? La nuova stagione del pluralismo sta dando fastidio"

"Poltronificio? Vogliamo fare l'elenco di tutti coloro che a vario titolo lavorano in Rai? La nuova stagione del pluralismo sta dando fastidio a chi nel tempo pensava di essersi impadronito per sempre anche del servizio pubblico radiotelevisivo. Se ne facciano una ragione e stiano... sereni''. Lo afferma Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce in merito al progetto di potenziamento della sede RAI nel capoluogo salentino.

Poli Bortone replica anche al deputato del Pd Claudio Stefanazzi. ''Forse Stefanazzi non vuole una sede Rai a Lecce - continua Poli Bortone - perché farebbe difficoltà ad individuare attività del parlamentare in questione degne di nota. E comunque ha dimenticato che la terza rete fu inventata per dare spazio ai comunisti. Da allora ne è passata acqua sotto i ponti ed ora la RAI sta pian piano riassumendo la sua missione dando spazio a più voci ed ai territori. Si accontenti Stefanazzi delle presenza soffocante della sinistra nelle reti nazionali private''.

Stefanazzi (Pd), 'grottesca vicenda potenziamento Rai a Lecce'

"La vicenda del potenziamento della sede Rai di Lecce sta assumendo contorni grotteschi. In una regione in cui ci sono province prive o sottodimensionate rispetto alla copertura dell'informazione Rai, si discute di come potenziare quella di Lecce, senza un progetto complessivo di aumento della presenza di giornalisti nella nostra regione che, pure nel panorama nazionale, meriterebbe un'attenzione alta, per ragioni politiche, economiche e sociali. Il sospetto che le pressioni politiche del centrodestra possano convincere la Rai a prestare attenzione particolare alla sede di Lecce è molto alto". Lo sostiene Claudio Stefanazzi, deputato leccese del Partito democratico. "Mi sento di dire agli esponenti politici di centrodestra, ed in particolare alla sindaca Poli Bortone - aggiunge - che non dovrebbero preoccuparsi più di tanto di assicurarsi copertura giornalistica anche da parte della Rai. Già una emittente locale garantisce una narrazione delle gesta della nostra sindaca e della sua maggioranza degna del cinegiornale del ventennio. Probabilmente non c'è bisogno di replicare, anche nella nostra provincia, l'asservimento che la Rai dimostra al governo Meloni".

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RAI: Cdr Tgr Puglia: "Singolare che interessi solo la copertura di un singolo territorio"

"È singolare notare come al segretario di Unirai interessi solo la copertura di un singolo territorio, la provincia di Lecce, ignorando completamente le tante criticità presenti nelle altre redazioni della Tgr: i vuoti d'organico, le maternità non sostituite, il taglio dei budget, le assenze di troupe, la necessità ineludibile di una selezione pubblica. Temi su cui tanti colleghi Rai, come quelli della redazione pugliese, attendono da tempo risposte. E invece pur di perorare esclusivamente la sua causa continua (sui giornali e non solo) a sostenere falsità. Un coacervo di bugie e contraddizioni". E' quanto si legge in una nota del Coordinamento Cdr della Tgr firmata da Danilo Giannese, Gian Vito Lo Vecchio - Cdr Tgr Puglia "A cominciare dalla copertura della provincia di Foggia per la quale - come noto e facilmente dimostrabile - vengono aperti quotidianamente fogli viaggio per le trasferte necessarie a garantire la presenza di un collega, quando invece sarebbe opportuna la presenza di un redattore territoriale (considerata la complessità e la vastità della provincia). Stessa situazione nella provincia Bat (Barletta, Andria, Trani)", si legge ancora nella nota.

"Ed è sorprendente constatare come - prosegue la nota - in maniera schizofrenica - si rivendichi la necessità di più territoriali a Lecce mentre nella provincia BAT ci si 'accontenti' della presenza di un collega costantemente in trasferta; istanza, quest'ultima, chiaramente ed esplicitamente contenuta nel piano territoriale del caporedattore (oggi sorprendentemente smemorato). Quanto alla provincia di Lecce nulla è cambiato rispetto al 2020 (quando il piano editoriale è stato presentato e votato dalla redazione): oggi come allora, oltre a fruire dei permessi sindacali, il collega territoriale lavora almeno 3 giorni a settimana su 5 (e non due, come dichiarato in maniera chiaramente tendenziosa) ed in sua assenza, viene inviato un collega in trasferta, esattamente come accade in tutte le altre province pugliesi. "Così come - conclude la nota - false sono le ricostruzioni sulle domeniche: nell'anno in corso, ad esempio, sono appena 12 su 32 quelle lavorate dal collega impegnato su quel territorio. L'ennesima bugia, sostenuta forse per portare avanti una battaglia che più che a favore dei cittadini pugliesi appare essere nel solo interesse di due soli cittadini: lo stesso segretario (la cui moglie in questi anni e nell'ultima campagna elettorale si è costantemente occupata della comunicazione dell'attuale sindaca di Lecce) e un suo iscritto con un palese, quanto gigantesco e inopportuno conflitto di interessi. 






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