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Politica
Regionali, il doppio schiaffo di Rousseau a Di Maio e al governo Conte
LaPresse

"Il voto sulla piattaforma Rousseau della base M5s può avere ripercussioni sul governo? Assolutamente no". Parola di Giuseppe Conte. "Ripercussioni sul governo dal voto della base M5s? No, non ce ne saranno". Parolo di Luigi Di Maio. Eppure, la sensazione è che l'esito, inatteso, del voto degli iscritti al Movimento Cinque Stelle sulla piattaforma Rousseau metta in difficoltà sia il governo sia lo stesso Di Maio.

Con il 70%, il popolo dei 5 stelle si è infatti espresso a favore della presentazione di liste nelle due regioni che andranno alle urne il 26 gennaio, Calabria ed Emilia Romagna. Un risultato a sorpresa, dopo giorni di tensioni interne con i parlamentari calabresi ed emiliani che hanno contestato la scelta iniziale del leader Di Maio di non partecipare alle elezioni. Di Maio incassa e afferma: "Correremo da soli", perche' il Movimento "è la terza via". No, dunque, ad alleanze sul territorio, come successo in Umbria. Il leader pentastellato garantisce: "Non abbiamo paura" e riconosce: "Gli iscritti ci hanno dato un mandato chiaro e fortissimo: dobbiamo partecipare alle elezioni regionali con tutte le nostre forze ed è quello che faremo". Quindi, "ora c'è una cosa sola da fare: mettersi pancia a terra e dare il massimo per queste due regioni". Non nasconde i timori su quale potra' essere l'esito per il Movimento, "non so quale risultato raggiungeremo", ma assicura che sara' "come sempre in prima linea e non mi risparmierò".

Ma la realtà è che la linea Di Maio è stata sfiduciata, con un ministro degli Esteri che sta cercando in tutti i modi di riprendersi il Movimento e rialzare il gradimento di una forza politica che appare in caduta libera, anche con la conseguenza di trascurare il suo ruolo di ministro degli Esteri. E per forza di cose la scelta di correre da soli creerà dei problemi con l'alleato di governo, il Pd. Anche perché i sondaggi stavano dimostrando che Pd e M5s uniti potrebbero anche vincere in Emilia Romagna. Non a caso è subito intervenuto Stefano Bonaccini, il governatore uscente. In un'intervista al Corriere della Sera, Bonaccini replica al voto pentastellato che "rinunciare ad assumersi responsabilità significa precludersi la possibilita' di contare e lavorare per i propri obiettivi". Oltre che, naturalmente, "regalare un vantaggio ad una destra che non sta mostrando particolare interesse per questa regione, ma solo l'intenzione di mandare a casa il governo Conte". L'attuale governatore regionale, dice anche di non voler provare a convincere i grillini emiliani a tornare sui propri passi, affermando: ""Non rincorro nessuno perche' le alleanze si fanno su programmi chiari. Ma ribadisco - aggiunge Bonaccini - che commettono un errore a non confrontarsi sul merito dei problemi che abbiamo davanti e sulle questioni che ho proposto in modo aperto per i prossimi 5 anni". Al quotidiano che chiede se in Regione Pd e grillini abbiano gia' in precedenza collaborato, Bonaccini risponde dicendo che la collaborazione c'e' stata "sui diritti civili, su quelli sociali, da ultimo anche sul plastic free" e che negli ultimi mesi "sono piu' le cose che ci hanno visti uniti rispetto a quelle che ci hanno diviso".

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