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Politica
Regionali: il flop del Terzo Polo. Che batosta per Renzi e Calenda!


 

Le regionali in Lombardia e Lazio e i riflessi sul governo della Meloni

Ha sbagliato a candidare nel Lazio “mister Covid” imponendolo allo stesso Pd e a Nicola Zingaretti che è stato sul Presidente ed ha sbagliato ad appoggiare Letizia Moratti in Lombardia che è attualmente stimata al 9,25% ben lontana da Majorino e Fontana e che così sarebbe anche fuori dal Pirellone.

Qui l’operazione doppia preventivata, e cioè sottrarre voti al centro–sinistra che avevano optato per il “campo largo” con i Cinque Stelle e contemporaneamente erodere consenso a Fontana nel centro – destra, è clamorosamente fallita. E il Terzo Polo nella veste di Doppio Forno, non ha sfornato alcuna pizza ma un aborto di scadente focaccia pure malandata che ora ciancicano in due sul Tevere e sull’Arno.

E tutto questo ha anche un riverbero nazionale, data tra l’altro l’importanza di Lazio e Lombardia, con Milano capitale economica e Roma capitale politica della nazione. Infatti, agli analisti più attenti, non è sfuggito un calo in Lombardia di Fratelli d’Italia di cui ha beneficiato la Lega. Frutto evidente della riforma delle autonomie varata in extremis in Consiglio dei ministri. Quindi una Lega che dà segnali di ripresa non può non preoccupare Giorgia Meloni che già in passato ha dimostrato di considerare il Terzo Polo come una sorta di ruota di scorta della sua maggioranza in caso che la Lega e/o Forza Italia facessero le bizze.

E proprio ieri Silvio Berlusconi ha assestato un altro calcio negli stinchi a Giorgia Meloni, esprimendo contro Zelensky ed irritando non poco la premier e Kiev. Del resto lo aveva fatto pure il 23 settembre scorso, proprio alla vigilia delle elezioni politiche.

Ora il potere contrattuale, diciamo pure dissuasivo del duo Calenda–Renzi, è molto diminuito dopo queste regionali e rappresenta una alternativa piuttosto sgonfia alla eventuale sostituzione di qualche alleato riottoso. Considerando poi che Forza Italia scende e la Lega sale la conclusione logica è che Giorgia Meloni
deve cominciare a preoccuparsi di nuovo di Matteo Salvini.

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