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25 Aprile - 75° anniversario, Emiliano e Loizzo: 'La libertà conquistata'

“Quello che celebriamo oggi è un 25 Aprile un po’ particolare, senza una piazza fisica e tuttavia questa giornata assume un significato ancora più profondo perché segna in qualche modo anche per noi un giorno simbolico di ricostruzione", ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano,  per la celebrazione della Festa Liberazione, 25 Aprile 2020.

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"Il 25 Aprile del 1945 gli uomini tornarono finalmente ad essere uomini - ha continuato Emiliano -ritrovarono un’umanità individuale e collettiva che avevano perduto a causa della guerra, della barbarie e della violenza nazi-fascista. Uomini e donne “scelsero” da che parte stare: da una parte la dittatura, i treni per Auschwitz, le leggi razziali e dall’altra l’umanità, la dignità, la libertà e la democrazia. Uomini e donne “scelsero” di mettere in gioco le proprie vite in nome di quei valori che oggi sono scritti nella nostra Carta Costituzionale".

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"Furono quei ragazzi di allora a saper vedere per loro e per chi sarebbe venuto dopo una libertà che ancora non c’era - ha sottolineato il Governatore pugliese - quel senso di liberazione, quell’affrancamento dal fascismo e dalla guerra richiede oggi da parte nostra azioni coerenti, che continuino a mantenerlo in salute giorno dopo giorno. Ecco perché il 25 Aprile non è una data desueta, come qualcuno vuole farci credere".

"Il fantasma dell’inumano può tornare, sotto altre forme, ad abitare le nostre vite - ribadito Emiliano - a soffocare la bella politica, a infettare la nostra socialità. Noi, invece, vogliamo continuare ostinatamente ad essere sentinelle, magari a vedere quello che non c’è o non c’è ancora, quello che non si è ancora pienamente realizzato. Continueremo, ostinatamente, a costruire giorno per giorno la nostra Liberazione".

"In questa stagione non facile noi, come fecero i partigiani - ha concluso Emiliano - guardiamo avanti nella certezza che da qualsiasi oscurità usciremo liberi”.

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Anche il presidente del Consiglio Regionale pugliese, Mario Loizzo, ha ricordato i valori del 25 aprile e le ragioni che ne fanno la radice storica dell’assetto Repubblicano del Paese.

“Ricordiamo e festeggiamo questo 25 aprile con più forza rispetto al passato, non solo perché ricorre il 75° anniversario della Liberazione, ma anche perché in un momento drammatico per la vita del Paese, la prima cosa da fare è quella di richiamare la necessità di restare uniti e solidali, dando sostanza e profilo al concetto di Nazione e di libertà”.

“Uniti e solidali - sottolinea Loizzo -  come lo furono quegli italiani che, di fronte alla tragedia della dittatura e della guerra, seppero trovare le ragioni per riscattare il Paese dalla vergogna della dittatura e dal dramma della guerra”.

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“Per quanti sforzi facciano i nostalgici del ventennio, alcuni penosi, alcuni altri ingiuriosi, di oscurare, diminuire, svilire questa grande giornata di libertà - ha detto con forza il presidente del Consiglio regionale pugliese - l’antifascismo non è un valore legato ad un fugace avvenimento storico, da mettere nel museo o da relegare nei ricordi individuali; esso non è un esercizio retorico, né un soprassalto di nostalgie per i tempi andati”.

“L’antifascismo non è un modo per prevaricare su quanti chiedono di dimenticare, di rinnegare e di rimuovere”, ha precisato Loizzo, “L’antifascismo è la religione civile della società italiana, perché anche grazie al sacrificio di migliaia di uomini e donne di diverse ideologie politiche, è stato possibile aprire una prospettiva di libertà e di pace, per un popolo umiliato e vessato dalla dittatura fascista”.

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“La memoria del 25 aprile perciò - ha proseguito Loizzo - deve rappresentare un argine contro il tentativo, nemmeno tanto nascosto, di sdoganare fatti storici ripugnanti; fatti sui quali il giudizio storico irrevocabile è stato dato con la stessa Liberazione nel 1945”.

“L’antifascismo - ha ribadito ancora Loizzo - deve essere un presidio di difesa democratica per l’oggi, un impegno morale e politico da mettere in campo ogni giorno, per contrastare gli effetti collaterali dell’ideologia fascista: oggi rappresentati dal sovranismo, dal razzismo e dalla violenza”.

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“Se qualcuno non vuole prendersi la fatica di risalire alle ragioni storiche, che diedero origine alla Resistenza, e capirne l’importanza - ha aggiunto il presidente - può benissimo partire dalla valorizzazione della Costituzione Italiana, che fu il frutto di quella epopea e che oggi si riconferma la più efficace delle garanzie, a tutela delle libertà democratiche e contro ogni tentativo eversivo, inteso a scardinarne il profondo valore democratico e sociale”.

“Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani - ha insistito Loizzo - di tutti coloro che la considerano “giornata del riscatto”, grazie alla quale l’Italia ha conosciuto il suo secondo Risorgimento, per dare vita alla Repubblica e alla Costituzione”.

“Questo è l’unico terreno unificante possibile - ha concluso Loizzo - i valori della libertà non sono commerciabili con il genericismo pseudostorico: o si sta di qua o di là. O si sta con la Costituzione, o no. Da questo punto di vista, il 25 aprile potrebbe anche non essere per tutti”.

(gelormini@gmail.com)

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