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Arcelor Mittal scappa e la Regione pensa a Fondo Rotativo per aziende indotto
ArcelorMittal annuncia l'abbandono degli impianti il 4 dic La Toscana scrive all'UE sulla liberalizzazione dei dazi e Emiliano s'attiva per aziende dell'indotto
La questione è grossa, più grossa dello stesso stabilimento tarantino e più grossa di quanto si possa immaginare, tanto da far diventare la questione dello “scudo” una vera e propria “foglia di fico”. Per farsene un’idea, basta il combinato tra la postilla del comunicato ufficiale di Arcelor Mittal dopo l’incontro con Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e la precisazione sul tema dell’ex-ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Nel comunicare ufficialmente ai ministeri interessati e agli enti locali, quanto già anticipato a Fiom, Uilm e Fim, circa il cronoprogramma dello spegnimento degli impianti, Arcelor Mittal annuncia che gli impianti verranno abbandonati il 4 dicembre e da quel momento “Ogni decisione circa la prosecuzione dello stesso programma - scrive l’azienda a firma del gestore dello stabilimento di Taranto, Stefan Michel R. Van Campe - spetterà unicamente alle Società Concedenti”.

“Si possono avere idee diverse sulla vicenda Ilva - scrive il vicesegretario Pd, Andrea Orlando - e su come si è arrivati sino qui, adesso però è il momento di concentrarsi su un punto: ArcelorMittal non vuole semplicemente lasciare Taranto, sta operando per chiudere lo stabilimento definitivamente. Se gli altiforni si spengono non ripartono più”.

“Il Governo non lascerà che si possa deliberatamente perseguire lo spegnimento degli altiforni”, ha detto Conte, “Arcelor Mittal si sta assumendo una grandissima responsabilità, in quanto tale decisione prefigura una chiara violazione degli impegni contrattuali e un grave danno all’economia nazionale. Di questo ne risponderà in sede giudiziaria sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d’urgenza”.

“E’ stato depositato il ricorso ex art.700 cpc al fine di fermare il depauperamento di un asset strategico del nostro sistema industriale come lo stabilimento ex Ilva di Taranto”, ha aggiunto Conte, che poi ha sottolineato: “Lo spegnimento degli altiforni significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale”. Ben venga - pertanto - la decisione di intervenire in giudizio e di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda”.

In tutta questa vicenda l’Europa c’entra e c’entra di grosso, per cui è auspicabile un intervento efficace a livello di Commissione Europea. Illuminante, a tal proposito è stata la lettera inviata a Ursula von der Leyen, dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, per criticare la decisione di liberalizzare una quota del mercato dell'acciaio, nonostante la crisi del settore, e stimolare un’azione riparatrice.

"Abbiamo scoperto - dice Rossi - che proprio adesso, in una situazione in cui il mercato dell'acciaio non tira e c'è un sovra-capacità produttiva e che è quella che sembra aver motivato in parte anche ArcelorMittal (su Ilva, ndr), l'Europa ha deciso togliere dei dazi, gli stessi che avevano spinto i grandi produttori come Jindal o Mittal - quando l'Europa decise che l'importazione dell'acciaio doveva essere sottoposta a dazi - a collocarsi in Europa (e in Italia) per penetrare nei mercati europei".
"Recentemente, a luglio, l'Europa ha deciso di svincolare dai dazi un altro 5% del fabbisogno complessivo - sottolinea il presidente Rossi - il che vuol dire aver dato una mano, ancora una volta, alla Turchia, India e vedremo la Cina, che ha acquistato British Steel". In altre parole l’interesse a collocarsi in Europa per i colossi dell’acciaio è venuto meno.

Nel frattempo, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano rende noto che “Chiederà un incontro urgente con il Governo al fine di verificare la possibilità che lo Stato, nell'ambito del Fondo di Garanzia di Mediocredito centrale, attivi una garanzia a disposizione delle aziende dell'indotto Ilva”.

“La Regione Puglia - precisa Emiliano - sta valutando le procedure necessarie per avviare l'istituzione di un fondo rotativo a disposizione delle aziende dell'indotto Ilva. La Regione dovrà effettuare le prescritte notifiche alla Commissione europea in tema di aiuti di Stato”.
“L'incontro - spiega Emiliano - sarà utile anche per verificare se lo Stato possa esercitare la funzione di garante di ultima istanza rispetto ai piani di rientro, che le aziende presenteranno alla Regione nel caso di attivazione del fondo rotativo”.
(gelormini@affaritaliani.it)

