A- A+
PugliaItalia
Aree interne, Parchi e ZEA per la riqualificazione dei territori

di Francesco Pio Aquilino

Le nuove opportunità date dalla recente normativa nazionale varata nel 2019, che istituisce le Zone Economiche Ambientali (ZEA), sono il tema della tesi svolta preso la facoltà di Economia dell’Università di Foggia, per analizzare come col varo delle ZEA si aprano prospettive di crescita, attraverso attività volte alla green economy, nelle aree ricomprese nei Parchi Nazionali.[1] 

Aquilino Fsco

La particolarità dello studio sta nell’analisi delle caratteristiche della ZEA costituita dal Parco del Gargano, a cominciare dalla valutazione delle diverse particolarità delle sue comunità cittadine classificate: insulari, interni con propaggini costiere, interni e pedemontani; nonché dei loro livelli di spopolamento, in relazione all’età media e alle iniziative turistiche ed imprenditoriali. Stessa valutazione è stata svolta circa le aree Interne della Provincia di Foggia, ovvero dell’intero arco subappenninico, che un tempo era organizzato in due Comunità Montane.

Parco Gargano

Anche qui l’analisi si è soffermata sulle caratteristiche delle comunità cittadine e sulle iniziative ed i progetti messi in atto, a seguito della normativa nazionale sulle Aree Interne (SNAI - Strategia Nazionale per le Aree Interne), varata nel 2012[2] e operativa de facto dal 2014. Relatore della tesi è stato il professore Pasquale Pazienza, docente di Economia e Politiche dell’Unione Europea presso l’Ateneo foggiano, già Assessore Provinciale e attualmente Presidente del Parco del Gargano.

La tesi, nei suoi passaggi analitici, ha voluto rilevare i dati salienti relativi alla popolazione residente, nonché al tasso di invecchiamento e di spopolamento, che le aree geografiche interessate mostrano - insieme a parte della stessa provincia - alla luce delle possibilità che le due diverse forme di sostegno normativo, sia quella della ZEA che quella delle SNAI, hanno messo in campo.

Lo studio ha mostrato quanto sia preoccupante la velocità di spopolamento delle aree interne e come le numerose iniziative - se pur propositive - non siano riuscite, nell’arco temporale di cinque anni, né ad invertire la tendenza né a ridurre la velocità di spopolamento.

Infatti, la tesi esprime alcune osservazioni che rivelano come - nonostante le numerose iniziative di promozione avviate dell’imprenditorialità locale - non si riesca a frenare il fenomeno della desertificazione di territori tanto vasti quanto considerati marginali. Le considerazioni rendono evidente che gli elementi che penalizzano la permanenza e la residenza, in queste comunità, sono soprattutto: l’assenza dei servizi e l’insufficiente rete infrastrutturale.

Queste comunità sono state deprivate di tutto, a causa di una politica di accentramento: attuata in ragione di un errato calcolo di risparmio della spesa pubblica. Per seguire una politica di “riduzione della spesa” sono state chiuse scuole, presidi medici, sportelli postali, uffici statali e regionali e perfino caserme dei Carabinieri. Un tale orientamento, nella pratica della vita quotidiana, non solo rende marginali tali aree, ma costituisce un immaginario collettivo e culturale perverso: che tende a considerare il vivere e abitare nelle aree interne un modello di vita “superato e non più apprezzabile”.

Tesi

Tale percezione influisce pesantemente sulle scelte delle singole persone e sul futuro prospettico delle famiglie residenti, le quali sono portate a considerare questo territorio ormai destinato all’abbandono. Ragione per cui, chiunque voglia garantire una vita migliore ai propri figli fa bene a cercare altrove una possibilità di futuro.

Posti tali presupposti culturali, qualunque siano i provvedimenti legislativi o i finanziamenti mirati allo sviluppo delle aree interne o delle comunità interne del Gargano, e qualsiasi fosse la quantità di risorse investite, il tentativo non sortirebbe l’effetto di trattenere i residenti nei luoghi d’origine.

Provando invece a modificare la percezione di queste aree, cercando di qualificarle come aree con una qualità di vita migliore delle grandi aree urbane, riportando servizi necessari ed indispensabili alla vita delle famiglie e dotando le comunità di una infrastrutturazione capace di superare o quanto meno di ridurre le difficoltà dettate dall’orografia dei luoghi, è prevedibile che tutto questo potrebbe rappresentare un deterrente forte.

Servizi e sportelli periferici a portata di mano, una rete stradale idonea con strade facilmente percorribili e mezzi di trasporto idonei, con collegamenti frequenti, sarebbero un segnale di una inversione di tendenza utile a mostrare un rinnovato interesse per tali aree. Una sorta di rinnovato apprezzamento e valorizzazione di uno specifico stile di vita, che riporti in primo piano e renda appetibili “modus vivendi” meno stressanti e più salutari, meno convulsi e più sereni. Insomma, modelli e comportamenti di vita che mettano al centro della propria attenzione il “ben-essere” ed il buon vivere.

Tratturi

La percezione dei residenti sicuramente si modificherebbe, e con essa la produzione di Capitale Sociale utile a mettere a sistema le risorse locali, che in aggiunta ai finanziamenti provenienti dagli incentivi disposti dalle normative di cui tratta la tesi, formerebbero un abbrivio potentissimo al rilancio dell’economia locale e all’istanza a risiedere da parte dei cittadini, sia preappenninici sia garganici, nonché ad incentivare il ripopolamento dei territori da parte di nuovi residenti.

L’ultima considerazione del lavoro di tesi segnala la possibilità di utilizzare le provvidenze ed i finanziamenti disposti per le due aree geografiche: ZEA Gargano e Area Interna subappenninica, in maniera specifica e di attivare, per le occasioni e le circostanze ritenute favorevoli, i vantaggi dei Contratti di Rete.

abruzzo 2737275 1920

Tali contratti, istituiti nel 2009, sulla scia di una tradizione tutta italiana - costituita dai Distretti Industriali e dalla trasformazione di tali pratiche collaborative, allargate anche alla compartecipazione degli Enti Locali - hanno reso il modello italiano un must di livello mondiale. Tramite i Contratti di Rete nasce anche la possibilità di far agire e di trovare nuove reti di accordi tra aree esterne ai distretti, nonché ad accordi territoriali diversi, ma anche a far rientrare - in tali accordi - persino la partecipazione degli Enti locali.

Il Contratto di Rete[3] è considerato un istituto innovativo, che mette in atto un modello collaborativo tra imprese che, nel consentire alle stesse di mantenere indipendenza, autonomia e peculiare specificità, dà agli aderenti migliori chance; al fine di realizzare progetti ed obbiettivi condivisi, aumentando - nel contempo - la capacità di innovazione, migliorando le economie di scala e, soprattutto, disponendo ad una migliore  competitività sui mercati.

anziani

In pratica, le evidenti potenzialità delle due diverse aree territoriali della Capitanata - quelle delle Aree interne e il Parco del Gargano - rafforzate dalla partecipazione degli Enti Locali, e supportate dalle potenzialità dei finanziamenti disposti per le due rispettive aree geografiche, potrebbero ulteriormente sviluppare le loro originali potenzialità, utilizzando anche i vantaggi provenienti dalla possibilità di sottoscrivere più Contratti di Rete, tra imprese ed aziende dei due diversi territori provinciali e non solo.


[1] 14 OTTOBRE 2019: Decreto Legge n. 111, Capo 2 Art.9: "Il territorio di ciascuno dei parchi nazionali costituisce una Zona Economica Ambientale dotata di un regime economico speciale" .

12 DICEMBRE 2019: "Conversione in legge del decreto legge 14 Ottobre 2019 n. 111 che all'Art.4 ter .

Legge di Bilancio 2020, Art.1 comma 85

[2] 27 DICEMBRE 2012: "Metodi e obiettivi per un uso Efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020"

29 Ottobre 2014: "Accordo di Partenariato 2014-2020": Definizione della strategia, le priorità e le modalità di impiego dei fondi strutturali europei (SIE).

[3] http://www.registroimprese.it/contratti-di-rete: “La rete rappresenta uno strumento giuridico-economico di cooperazione fra imprese che, attraverso la sottoscrizione di un contratto (detto appunto “Contratto di rete”), si impegnano reciprocamente, in attuazione di un programma comune, a collaborare in forme ed ambiti attinenti alle proprie attività, scambiando informazioni e/o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica e/o realizzando in comune determinate attività relative all’oggetto di ciascuna impresa.”

 

Commenti
    Tags:
    francesco aquilinoaree interne gargano parco tesi territori riqualificazione zea zone economiche ambientali spopolamento







    
    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.