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Bari nel mirino delle vendette trasversali: ucciso nipote del boss Capriati
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La città è indebolita, la Commissione d'Accesso è al lavoro e le vendette trasversali si rinfocolano. Alimetare l'instabilità - istituzionale o percepita - sembra essere il disegno in atto o l'ooportunità da cogliere, per la rimozione di "fastidiosi sassolini nelle scarpe".

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L'agguato si è compiuto nel rione Torre a Mare,  con diversi colpi di pistola è stato ucciso a Bari Raffaelle 'Lello' Capriati, figlio di Sabino e nipote di Tonino Capriati (boss storico dell'omonimo clan mafioso di Bari vecchia).

La vittima è deceduta al Policlinico di Bari dove è stata condotta per il pronto intervento. Al lavoro, per le indagini, uomini della squadra mobile della Questura di Bari, coordinati dalla Dda.   

Capriati era stato scarcerato qualche tempo fa dopo aver scontato 17 anni per concorso nell'uccisione di Michele Fazio, il 15enne ucciso per errore a Bari vecchia il 12 luglio 2001.

È il terzo agguato nel giro di pochi giorni a Bari e provincia: il 29 marzo due giovani sono stati feriti nel quartiere Carbonara, alla periferia della città, mentre nella serata del 30 marzo - anche se gli eventi delittuosi non sarebbero collegati - un uomo è stato ferito a colpi di pistola a Sannicandro, nella piazza centrale del paese (gli aggu per questo ferimento sono stati sottoposti a fermo dai carabinieri una donna di 36 anni e un ragazzo di 16 anni.

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Il clan Capriati è una delle cosche storiche della criminalità organizzata barese. Il boss incontrastato è Antonio Capriati, condannato all'ergastolo per omicidio nel processo Dolmen con cui anni fa la magistratura fece luce sulle alleanze con la mafia del Nord-barese grazie anche alle rivelazioni del boss pentito Salvatore Annacondia. La pubblica accusa fu sostenuta dall'attuale governatore della Puglia, Michele Emiliano, ex sostituto procuratore antimafia.

Il clan, storicamente, ha la roccaforte nella città vecchia, controlla gran parte degli affari illeciti fin dagli anni Ottanta ed è finito al centro di numerose inchieste della Direzione distrettuale antimafia. A metà degli anni Novanta proprio a Bari vecchia scoppiò una sanguinosa guerra di mafia tra il clan Capriati e una organizzazione emergente di scissionisti: lo scontro innescò una catena di agguati compiuti con armi da guerra e provocò numerosi morti. In uno di questi, per errore e per colpa di un proiettile vegante, trovò la morte il giovane Michele Fazio.

(gelormini@gmail.com)









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