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Barletta, 'Wine Challange 2016' Vincono gli italiani e il Nero di Troia

E' stato ripetuto più volte anche nella Piazza d'Armi del Castello di Barletta, allestita con una tensostruttura riscaldata per far fronte alle temperature già invernali, durante la serata finale del Wine Challenge 2016: "Se si dovessero esprimere voti e giudizi ad etichette scoperte, i vini francesi avrebbero decisamente la meglio".

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Invece la Disfida "alla cieca" tra 13 vini italiani e 13 vini francesi - rievocando la contesa cavalleresca che ha reso famosa la Città del Colosso Eraclio, del gigante dell'Impressionismo europeo, Giuseppe De Nittis, e dell'intramontabile campione della velocità, Pietro Mennea - ha visto prevalere ancora una volta la compagine dei calici italiani - guidata metaforicamente da Riccardo Scamarcio/Ettore Fieramosca - sulla più blasonata squadra francese capitanata da un raggiante Christopher Lambert/Chrales de Torgues (chiamato Mons. Guy de la Motte).

Quindi Italia batte Francia ancora, e stavolta nettamente. Per il secondo anno consecutivo sul podio della Disfida sventola il tricolore della squadra dei vini italiani, che ha fatto il pieno di consensi sia fra le fila degli esperti in giuria tecnica che nella folta platea dei giurati pop.

Sarà stato il buon vento della Disfida, quella vera, che dopo cinque secoli ancora soffia sulla città di Barletta. O, magari, sarà che l’Italia del vino è matura per affrancarsi da sudditanze e può dividere la scena e i riconoscimenti con i cugini d’Oltralpe (magari, anche, sui mercati internazionali).

Al termine delle degustazioni, tutte rigorosamente alla cieca, il vino più votato dagli esperti è stato un signor rosso d’annata, Pinot nero del 2011 griffato Colombo-Cascina Pastori, quell’Apertura maxima che, dopo aver conquistato gli ori di Veronelli e Bibenda, conquista anche la Puglia.

Tempi maturi per il “capitano” Nero di Troia che alla conta dei voti vince per la giuria popolare: lo Stibadium di Tenuta Coppadoro, cantina capofila del Consorzio Nero di Troia doc tavoliere. Bianco, fermo, dolce ma con grinta, il Sauternes grande réserve 2014 di Kressmann conquista il podio per la parte francese, in uno scontro ad armi pari con il Moscato di Trani 2013 di Villa Schinosa (che invece porta a casa il plauso e i voti del pubblico).

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Sono questi i risultati della Disfida-Wine challenge numero due, gara adrenalinica giocata anche quest’anno fra le eleganti mura fortificate del Castello svevo di Barletta, in abito lungo e smart per l’occasione. Sbandieratori, redcarpet e testimonial d’eccezione come Christopher Lambert e Riccardo Scamarcio, sotto le luci della fortezza "dirimpetto" al mare, e dei riflessi suggestivi della Cattedrale che si staglia nitida e imperiosa nel buio freddo e terso di un'anteprima serale d'inverno.

Nel melting pot di linguaggi, storia, creatività plurale, artigianato e arte, i capitani hanno accolto gli ospiti rendendo una sorta di omaggio a Bacco e al Nero di Troia - vino del territorio e vitigno autoctono poderoso in rappresentanza dell'unico pugliese tra i 13 cavalieri: il troiano Ettore de' Pazzis (Miale da Troia) - all'insegna del buon vino, e testimoniando la voglia di unione nella qualità. Filosofia e tema presenti anche nella sintesi del dessert a fine serata: la Passionata. Un trionfo d'identità pugliese, proveniente dalla stessa cittadina di Capitanata, che esalta altri due prodotti tipici di Puglia: le ricotte (bufala, mucca e pecora) del dedalo dauno dei tratturi della transumanza e la mandorla (fortificante insieme agli ulivi delle uve locali).

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“La Disfida mette in campo due grandi nazioni e il risultato dimostra che il problema dell’Italia non è la qualità del vino, ma la poca familiarità con la tutela, la condivisione, la valorizzazione e la comunicazione: un gap che manifestazioni come questa aiutano a superare”, dichiara Luca Gardini, sommelier pluripremiato e ambasciatore del vino made in Italy nel mondo e che ha guidato la seconda serata di degustazioni.

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Lo stesso Gardini, sotto lo sguardo e il sorriso soddisfatto del Sindaco Pasqaule Cascella, poi, aggiunge: “Semplicità e calore, come quelli che ci sono stati regalati a Barletta, sono la formula vincente. Basta ingessature. I tecnici e le associazioni devono ricordarsi che tutti hanno un palato e provare, quindi, a togliersi un po’ di ruggine di dosso”.

Un bagno di umiltà e un moto d’orgoglio sono quello che ci vuole. Formula Banfi insomma, quella con cui il Lino nazionale - ospite d’onore della serata - è tornato a parlare al cuore della Puglia, confessando a scena aperta: “Il Nero di Troia? L'ho nominato quattro volte fuori copione durante le puntate di 'Un Medico in famiglia'. Era il vino di mio padre, che lo venerava insieme all'olio di questa terra”.

E giù applausi e brindisi con un Nero di Troia - appunto - da competizione. Come Helena (*), il vino di casa Vespa che rende omaggio alla regina della futura Sparta e più in generale alla bellezza tutta femminina. È questa l’etichetta che ha conquistato all’unanimità critici e pubblico al voto nella prima serata, una competizione riservata a 13 Nero di Troia degustati - anche in questo caso - completamente al buio.

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Sul palco del Wine challenge si sono accesi i riflettori per Giò Di Tonno, volto e voce di Quasimodo in Notre Dame de Paris, lo spettacolo di Riccardo Cocciante, che da anni calca le scene mondiali - rappresentando un punto di sintesi fra il patrimonio culturale francese e quello italiano - che ha aperto la serata "cantando" lo spirito cavalleresco che ispira la manifestazione.

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“Una manifestazione che vuole portare il vino tra la gente", dichiara Stefano Remigi, manager e ideatore del format, “L’obiettivo è quello di offrire un'esperienza vera nel segno della partecipazione. Gli ospiti, guidati da esperti del settore, non solo hanno occasione di approfondire la conoscenza dei vini e delle loro caratteristiche, ma sono direttamente coinvolti nella valutazione degli stessi".

Vincitore assoluto e grande protagonista della prima serata il Nero di Troia, a prescindere dalla etichetta più suffragata. “Che l’Italia, con i romani, abbia insegnato a far vino anche a Paesi poi divenuti bravissimi in proprio, è ben noto”, spiega Antonio Paolini, curatore della nuova Guida ai vini de L’Espresso e firma del Wine sider Biwa, nonché coordinatore delle degustazioni della prima serata al fianco di Luciano Ferraro del Corriere della Sera.

“Ma avere un Plinio come testimonial del proprio vitigno - sottolinea Paolini - non deve far dimenticare il pezzo d'Italia che parlava il greco in vigna, ben prima e alla grande, dove l'uva di Troia imperava. Sfrattata poi in parte dalla prima casa pugliese, perché meno redditiva di altre colture, ha trovato in seguito habitat nuovi e diversissimi. E proprio questa personalità, forte ed eclettica, ne fa una delle rentrée più interessanti nel quadro della rinascenza enoica nazionale”.

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“Il Nero di Troia può essere il terzo polo dell’eccellenza rossa pugliese dopo Primitivo e Negroamaro”, incalza Luciano Ferraro, “Trattiene e sprigiona il calore e il sole della Puglia, e anno dopo anno la potenza si affina con eleganza. Ha trovato una nuova strada di qualità, che gli ha fatto superare gli anni bui in cui veniva usato come vino da taglio, per rinforzare anemici vini del Nord”.

Un excursus ripreso ancora da Lino Banfi, recentemente insignito del titolo di Ambasciatore della Puglia nel mondo, che ha visto il vitigno principe della Puglia del Nord “crescere”, letteralmente: “Quand’ero bambino il Nero di Troia era un vino da taglio, o meglio, da tavola - ha ricordato Banfi - grazie alla cura e alla passione dei vignaioli del posto e al supporto di professionisti come Riccardo Cotarella, oggi il Nero di Troia si può considerare un vino degno di rappresentare il territorio nel mondo. Non a caso ne sto selezionando uno in particolare per la mia linea di prodotti Bontà Banfi”.

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“Ci sono migliaia di eventi sul vino, dalle sagre paesane a manifestazioni importanti come il Vinitaly e un po’ ovunque si registra una certa assuefazione agli eventi convenzionali”, chiosa Riccardo Cotarella, numero uno di Assoenologi, che ha selezionato le etichette per il Wine challenge 2016, “per la regola che la novità attrae l’attenzione, il format ideato da Stefano Remigi non è solo una novità, ma una rivoluzione”.

“Non è importante chi vince - conclude Cotarella, con quel tanto di soddisfazione - quanto misurarsi alla cieca e sottolineo alla cieca fra grandi territori. Poi, sapere di aver superato i rossi francesi è un fulmine a ciel sereno. È l’uomo che morde il cane”. Ce n’è quanto basta per buttare il cuore oltre l’ostacolo: la terza edizione della Disfida-Wine challenge è pronta al passo più lungo e a varcare "le Colonne d'Eraclio" verso confini e orizzonti più internazionali.

Prima di farlo, però, la raccomandazione è quella di sempre. La stessa che veniva impartita ai coraggiosi e valorosi capitani d'ogni epica avventura: liberarsi dalle gomene ancoranti, dopo aver ben zavorrato l'imbarcazione dei tesori e dei patrimoni materiali e immateriali del territorio. Tra cui la nutrita batteria di anfore di vino era spesso la principale componente. Senza tale metaforico "ancoraggio" la navigazione avrebbe rischiato di rimanere in balìa delle travolgenti correnti del mare aperto.

La serata, magistramente condotta da Mauro Pulpito e da due angeli custodi d'eccezione come Alessandro Bonan e Diletta Leotta, è stata segnata dalla creatività a km. 0 dello Chef dei Monti e Colline Dauni,  Peppe Zullo e dal servizio impeccabile dei Sommelier dell'AIS Svevia coordinati da Marina De Tullio.

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Le classifiche e i riconoscimenti:

E’ l’Italia la squadra che trionfa nella seconda edizione della Disfida-Wine challenge. I vini italiani hanno ancora una volta la meglio su quelli francesi, tanto per la giuria tecnica - composta da 13 esperti e influencer del settore - che per la giuria popolare (circa 300 ospiti votanti nella cena di gala).

Nel dettaglio: per la giuria tecnica Italia batte Francia 8-5; per il pubblico Italia batte Francia 9-4. Il vino più votato in assoluto (sommando i voti delle due giurie) è Apertura maxima della cantina Colombo-Cascina Pastori, un Pinot nero del 2011.

Quello più votato dalla giuria popolare è invece Stibadium 2013 di Tenuta Coppadoro, che aveva già incassato la menzione dell’International wine challenge 2016.

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I primi tre vini classificati per la giuria tecnica sono:

1 - Colombo-Cascina Pastori Apertura maxima 2011 Pinot nero

2-  Kressmann grande reserve Sauternes 2014 Sauternes

3 - Fertuna Lodai 2012 Cabernet

I primi tre per il pubblico:

1 – Tenuta Coppadoro Stibadium 2013 Nero di Troia

2 – Villa Schinosa Moscato di Trani 2013

3 – Colombo-Cascina Pastori Apertura maxima 2011 Pinot nero

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Oltre 300 bottiglie stappate, circa 600 visitatori e un vincitore assoluto nella prima serata del 17 dicembre 2016, che ha visto fronteggiarsi in degustazione blind 13 Nero di Troia: "Helena" (Cantina: Futura14. Annata: 2014), risultato ottenuto sommando i voti della giuria tecnica e della giuria popolare: entrambe hanno votato nettamente a favore di questo vino. (*) Una bacchettata per la scelta del nome con la H iniziale (versione inglese), che con la regina della futura Sparta (Ἑλένη - Ἑλένης) e con un vino prodotto in Puglia stona alquanto. A meno che Bruno Vespa non abbia l'intenzione e si stia attrezzando per produrre Nero di Troia sulle colline dello Yorkshire (Il Paese di Dio) o su quelle californiane di Napa Valley!

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Menzioni speciali della giuria tecnica:

- Cantine Le Grotte Nero di Troia 2014

- Casaltrinità Padre 2012

- Conte Spagnoletti Zeuli Rinzacco 2013

- Tenuta Coppadoro Brando 2014

- Villa Schinosa Nero di Troia 2014

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La Disfida-Wine challenge è un progetto cofinanziato dalla Regione Puglia e patrocinato dal Comune di Barletta. L’evento è sostenuto e promosso dal Consorzio del Nero di Troia doc Tavoliere con capofila Tenuta Coppadoro realizzato in collaborazione con lo Studio Cassandro di Barletta.

Partners: Banca Mediolanum, Conad, Pasta Maffei, Coppadoro, Deliziosa

Facebook: Nero di Troia - La Disfida Enologica Wine Challenge, Instagram: DWineChallenge, YouTube: DWine Challenge

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato in precedenza: Barletta, i calici della Disfida Wine Challange e Nero di Troia

                                      Ettore de’ Pazzis unico pugliese tra i nobili della Disfida di Barletta


Articolo in fase di ultimazione

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