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Bosnia-Erzegovina a trent’anni da Dayton: Bari celebra e ricorda
Più di una le iniziative in programma e in corso a Bari, per celebrare e ricordare gli Accordi di Dayton, che segnarano la fine della guerra in Bosnia-Erzegovine e l'assedio di Sarajevo.

Più di una le iniziative in programma e in corso a Bari, per celebrare e ricordare gli Accordi di Dayton, siglati nel 1995, per porre fine alla guerra in Bosnia ed Erzegovina e decretare il termine dell'assedio di Sarajevo.

Si conclude con due importanti appuntamenti pubblici il progetto RES(e)T MED - RElazioni ESTerne e MEDiterranee, promosso dalla Fondazione Gramsci di Puglia e vincitore del bando regionale “Iniziative per la pace e per lo sviluppo delle relazioni tra i popoli del Mediterraneo”. Un percorso che nel corso del 2025 ha inserito la Puglia in un hub internazionale di ricerca e scambio culturale tra Mediterraneo ed Europa, coinvolgendo giovani, studiosi e reti accademiche in un dialogo sui temi della pace, della cooperazione e della memoria storica.






Entrambi gli incontri sono in calendario giovedì 11 dicembre 2025 a Bari:
- Al mattino, dalle ore 9.30, nell’Aula Aldo Moro del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari (Palazzo del Prete, Piazza Cesare Battisti 1), si terrà il convegno internazionale “Dayton 1995-2025. Passato, presente e futuro in Bosnia Erzegovina”, promosso dal Dipartimento e organizzato dalla Fondazione Gramsci di Puglia.
Un’occasione di approfondimento sulle luci e le ombre degli Accordi siglati il 21 novembre 1995 nella base militare di Wright-Patterson (Ohio) dai leader Slobodan Milošević, Franjo Tuđman e Alija Izetbegović, che misero fine a uno dei conflitti più tragici della storia recente europea, segnato da circa 100.000 vittime, pulizie etniche e il genocidio di Srebrenica. Il convegno rifletterà sull’eredità di Dayton, sulle fragilità ancora presenti nel Paese e sulle prospettive future di riconciliazione e stabilità.

Due i panel previsti, durante questo appuntamento:
A) Il primo, dedicato alla genesi degli accordi e alla guerra in Bosnia (1992-1995), sarà coordinato dal prof. Rosario Milano (Università di Bari) e vedrà gli interventi di Amir Duranovic (Università di Sarajevo), Bogdan Živković (Accademia delle Arti e delle Scienze di Belgrado), Nina Vrbek (Università di Maribor), Mario Gervasi (Università di Bari) e del giornalista Tomas Miglierina, che offrirà una testimonianza sul ruolo dell’OSCE negli anni immediatamente successivi al conflitto.
B) Il secondo panel, dedicato alla Bosnia-Erzegovina a trent’anni da Dayton, sarà coordinato dal prof. Giuseppe Spagnulo (Università di Bari) e ospiterà Elisabetta Zurovac (Università di Urbino), Rebecca Bowen (Fondazione Gramsci di Puglia), Gianni Galleri (Meridiano 13) e Vito Saracino (Fondazione Gramsci di Puglia), con interventi su memoria, istituzioni, monumenti e cinema come strumenti per comprendere e non dimenticare.
- Nel pomeriggio, alle ore 18.30, ci si sposterà alla Libreria Laterza per la presentazione del volume “Spomenik. Viaggio spaziale nella Jugoslavia che resta” di Gianni Galleri (Bottega Errante Edizioni, 2025). Insieme all’autore interverranno Tomas Miglierina (Radiotelevisione Svizzera Italiana) ed Elisabetta Zurovac (Università di Urbino).

Il libro conduce il lettore alla scoperta degli Spomenik, imponenti monumenti in cemento armato, astratti e futuristi, eretti nella Jugoslavia socialista in memoria della lotta antifascista. Un viaggio tra Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord e Kosovo che intreccia architettura, storia, identità e memoria collettiva, restituendo le tracce di un mondo frantumato, ma ancora vivo. Un racconto che si collega profondamente al tema del convegno e al senso stesso del progetto RES(e)T MED: riflettere sul passato per costruire nuove forme di dialogo e cooperazione tra i popoli del Mediterraneo e dell’Europa sud-orientale.
Con questi eventi la Fondazione Gramsci di Puglia ribadisce il proprio impegno nella promozione della cultura della pace, nello studio dei conflitti e nella creazione di spazi di confronto internazionale, confermando il ruolo della Puglia come ponte attivo tra sponde diverse del Mediterraneo.

Altra pubblicazione con relativa Mostra presso la CCIAA di Bari sono state curate da Franco Giuliano - L'Isola che non c'è. Il libro “Sarajevo, dalla guerra alla pace. Trenta anni dopo” (Cacucci Editore), è stato donato dallo stesso autore al Sindaco di Bari, Vito Leccese, che in passato ha ricoperto il ruolo di console onorario della Bosnia Erzegovina a Bari.
Il volume, redatto in lingua doppia (italiano e bosniaco), racconta la esperienza come inviato de La Gazzetta del Mezzogiorno durante l’assedio di Sarajevo, ripercorrendo alcuni momenti degli ultimi decenni di storia della capitale del Paese slavo, partendo dagli Accordi di Dayton del 1995, che posero fine alla guerra e decretarono la fine dell’assedio di Sarajevo, durato circa 4 anni.
All’interno del libro è possibile anche visitare - in forma virtuale - una mostra realizzata da UniBa con interviste ai protagonisti e ascoltare, attraverso la voce di bimbi italiani e bosniaci, le lettere pubblicate a quel tempo. Tra i contributi speciali, anche quello del sindaco di Bari e di cinque donne bosniache rintracciate 30 anni dopo il primo incontro con Giuliano, autrici di alcune lettere “dalla guerra” pubblicate dal quotidiano barese e indirizzate agli allora coetanei pugliesi e lucani.











Sia visitando la Mostra allestita nel Salone San Nicola della Camera di Commercio di Bari, sia all’interno del volume - attraverso il ricorso ad un sistema di lettura multimediale come il “Qr code” - si possono inoltre vedere e ascoltare (sottotitolate in doppia lingua) le interviste video alle cinque ex bambine bosniache rintracciate dopo 30 anni che scrissero - insieme alle centinaia di compagni di quell’Istituto cattolico (multietnico) - quelle “lettere dalla guerra” indirizzate ai coetanei pugliesi e lucani, i quali risposero con altrettante lettere e migliaia di doni (ben sette camion di regali che trasferimmo con un volo militare) che distribuimmo, insieme al Contingente italiano, nei quartieri serbi e bosniaci di quella città divisa.

La mostra resterà aperta fino al 18 dicembre. Foto, articoli, documenti inediti e una mostra multimediale, unica nel suo genere, destinata ad approdare nella stessa Sarajevo, nella ex biblioteca della capitale bosniaca, interamente distrutta nel 1992, poi recuperata e ancora oggi luogo simbolo di quella tragedia che sconvolse “allora” l’Europa. Oltre alla Prefazione della Ambasciatrice d’Italia a Sarajevo, Sarah Eti Castellani, importanti contributi scritti e in video di diverse personalità italiane e bosniache.

Franco Giuliano - Giornalista professionista dal 1995, con la qualifica di Capo servizio è stato per quasi un decennio responsabile della edizione online del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Nel 1995, come inviato per il conflitto nei Balcani, ha coordinato e promosso per il suo giornale iniziative umanitarie che hanno visto il coinvolgimento di UNHCR, delle Forze armate impegnate e dell’allora ministro della Difesa Beniamino Andreatta.
Oggi è console onorario del Montenegro per la Puglia e fondatore e presidente onorario dell’assicurazione culturale “L’Isola che non c’è”, cui aderiscono diverse personalità del mondo accademico, della politica nazionale, alti prelati, scienziati e manager di importanti aziende pubbliche. Dal 2023 al 2025 ha organizzato con l’associazione tre missioni di pace a Kiev, a Mosca e in Terra Santa. È anche il promotore della proposta di candidatura al “Premio Nobel per la pace ai bambini di Gaza”.
(gelormini@gmail.com)
* Foto e video mostra in CCIAA a cura di Michele Falcone

