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‘Change - Pensieri al tempo del Covid-19’ di Gianni Liviano

Lo tsunami pandemico è arrivato dalla Cina e dalla Cina, come nel più classico dei cicli naturali, doveva arrivare l’antidoto: che per il momento non è ancora il tanto sospirato ‘vaccino’, ma è qualcosa che può aiutare e stimolare reazioni collettive e rinforzi immunitari individuali.

Change cop

Infatti, già nell’antica Cina l’ideogramma che rappresentava la parola “crisi” era composto da due simboli, uno che significa ‘pericolo’ e l’altro ‘occasione’.  Laggiù, nel lontano Oriente, già in passato sapevano che nelle tenebre di ogni avversità si può trovare il tremulo bagliore di un aspetto luminoso, basta solo avere il coraggio  e la pazienza di cercarlo nelle stesse difficoltà della vita.

E’ un po’ l’azione e l’obiettivo del consigliere regionale Gianni Liviano, col suo ultimo lavoro “Change - Pensieri al tempo del Covid-19” edito da Radici Future, 2020 pagg.112 - 13,00 € che nel contempo si chiede e chiede ad alcuni illustri amici: “Come l’umanità sarà alla fine del post Covid?”

Questo intervallo, che tutti abbiamo imparato a chiamare ‘lockdown’ ci ha confermato che la crisi arriva per mettere in dubbio le nostre certezze, la nostra identità e, spesso, ci conduce verso un bisogno di rinnovamento, a riscoprire la nostra autenticità e le risorse innate che nemmeno pensavamo di possedere.

crisi tao

La riscoperta di un’essenzialità, troppe volte smarrita, per dare carattere più razionale a un evidente processo di crescita nuova, dove la consapevolezza di poter fare a meno di tante cose ‘superflue’, certo, può anche essere in parte dolorosa, ma alla fine questo non uccide, anzi fortifica.Lo stesso termine crisi deriva da krino, il cui significato è separare, discernere, cernere, valutare. Per cui, la crisi è una sorta di processo di pulizia, in cui viene separato ciò che serve da ciò che non è più indispensabile, valutando cosa realmente è necessario, adesso, mettere nella nostra quotidiana “valigetta degli attrezzi”.

”Il tempo ante virus - spiega Liviano - è stato caratterizzato dal soggettivismo esasperato, dal super io, dalla comunità quasi inesistente e dalla politica che, avendo smarrita ogni aspettativa pedagogica, ha cercato il facile consenso parlando il linguaggio della pancia al popolo affamato”.

Liviano porta

“La normale quotidianità - scrive Liviano - scandita da tempi contingentati, appuntamenti, incontri, relazioni, lavoro e da mille altre cose, ci rende fortunatamente protagonisti delle nostre vite ma ha l’effetto di farci dimenticare di essere destinatari di un dono che ha un inizio e una fine. Poi arriva questo strano virus e tutti comprendiamo davvero come il virus, da solo, ci sottrae il ruolo di decisore e ci rende più chiaro che la vita è una sorta di comodato d’uso, con una scadenza che non stabiliamo noi. Come ho già avuto modo di dichiarare in una recente intervista, in una fase di soggettivismo esasperato, in cui ciascuno di noi pensa, anzi è convinto, di essere portatore dell’ultima parola, l’esperienza del virus, così difficile, provante, ci porta a comprendere che siamo in errore”.

Liviano Gianni1

Gianni Liviano ha voluto che ‘Change’ fosse un canto corale, perché i diritti d’autore saranno donati in beneficenza per la costruzione di un oratorio nella parrocchia di Jocotàn, comprensorio territoriale di Chiquimula in Guatemala, dove sta svolgendo la sua missione eucaristica don Mimino Damasi.

post covid

I contributi, ancor più preziosi perché arrivati “a titolo gratuito, per cui non posso che ringraziarli fraternamente”, sono di personalità importanti quali il vescovo di Cassano allo Jonio, don Ciccio Savino; l’ex sindaco di Torino, Valentino Castellani; l’ex presidente della Camera dei deputati, Luciano Violante; il sociologo Leonardo Palmisano; i giornalisti Marco Esposito (Il Mattino) e Alessandro Ferrucci (Il Fatto Quotidiano); il sociologo Mauro Magatti, docente Università Cattolica di Milano; il già ministro del Lavoro, Cesare Damiano; lo scrittore Francesco Carofiglio; il direttore del dipartimento di Sociologia dell’Università di Bari, Giuseppe Moro; e Pompeo Fabio Mancini, docente universitario e formatore.

Albert Einstein ape

Riflessioni per un’esortazione collettiva, tesa a dare tonalità plurali a questa “febbre di crescenza”, che anche Albert Einstein spronava a cavalcare con coraggio e determinazione: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.… Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.… Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

(gelormini@gmail.com)

 

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