PugliaItalia
Consigliere supplente, Ventola-FdI: il Consiglio dal rischio 40 si forza a 60
Consigliere supplente, Francesco Ventola - eurodeputato FdI: "Il Consiglio doveva scendere a 40 e ora Emiliano e Decaro lo portano a 60?"

Francesco Ventola, deputato al Parlamento Europeo per Fratelli d’Italia
L’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, interviene con una nota diffusa sul tentativo in Consiglio regionale di introdurre la figura del Consigliere supplente.
“Il consigliere supplente è improponibile, anche alla luce del fatto che grazie al Governo Meloni il Consiglio regionale della Puglia è rimasto invariato a 50 consiglieri, nonostante la regione non abbia più una popolazione superiore ai quattro milioni di abitanti. Una battaglia parlamentare che abbiamo condotto, tutti insieme (tranne il Movimento 5 Stelle) per garantire la rappresentatività di tutti i territori, evitando così che l’assemblea fosse a 40, ma ora paradossalmente ci ritroveremmo con un Consiglio addirittura a 60??? Per altro con un atto d’imperio, cambiando le regole del gioco a 50 giorni dal voto".

“Neppure nelle dittature più feroci si calpesterebbero le regole democratiche in questo modo, ma qui vengono stravolte anche quelle istituzionali (Statuto e Legge elettorale regionali, che andrebbero cambiati), il tutto solo ed unicamente per ragioni elettorali che puntano a moltiplicare le poltrone e quindi i costi della politica!"
“Fa specie il silenzio assordante del presidente uscente Michele Emiliano - ha aggiunto Ventola - ma soprattutto di chi vorrebbe prendere il suo posto, Antonio Decaro, che parla di discontinuità con il passato, ma che evidentemente sul piano del POTERE/POLTRONE deve essere intesa come una discontinuità in peggio. Un silenzio, quello di oggi, anche incoerente se solo si pensa che quando in Consiglio regionale, anche per volontà di buona parte dei consiglieri del PD, si è presentata la possibilità di reintrodurre il TFM i due hanno urlato la loro contrarietà: quindi, due pesi e due misure, davvero imbarazzante".
“Auspico, però, che alla fine prevalga il buon senso, ma soprattutto vincano i principi democratici e si blocchi sul nascere il consigliere supplente all’interno di una seduta che è già di per sé non dovrebbe tenersi, visto che l’approvazione del Bilancio 2026 non è indispensabile, ma come ha fatto la Regione Veneto basterebbe approvare l’Esercizio provvisorio. Di qui il sospetto che tutta questa ‘manfrina’ è fatta proprio per avere la possibilità di introdurre il consigliere supplente e chissà cos’altro".
“Ma davvero Emiliano vuole chiudere il suo decennio alla guida della Regione Puglia con una delle più vergognose pagine di politica amministrativa - ha concluso Ventola - e davvero Decaro, in caso di vittoria, vorrebbe iniziare la sua legislatura come colui che come primo atto ha moltiplicato le poltrone mettendo mani nelle tasche dei pugliesi per oltre tre milioni di euro?”

Sul tema anche Il consigliere regionale del Partito Democratico Sergio Blasi, si schiera contro l’introduzione nell’ordinamento regionale della figura del consigliere supplente: “Non sosterrò alcuna ipotesi di introduzione del consigliere supplente. Abbiamo trascorso l’ultimo decennio a ridimensionare i costi di funzionamento degli organi politici, raggiungendo un equilibrio sostenibile. Andare ad alterare nuovamente questo equilibrio, con un aumento dei costi della politica non mi pare sia un’urgenza dei pugliesi".
"Secondo la norma nazionale, modificata appena un mese fa, saremmo dovuti passare a 40 consiglieri. Restare a 50 è stata, a mio avviso, una scelta positiva, per ragioni di rappresentanza territoriale. Tentare però, oggi, di portare il numero degli eletti a 58 non è opportuno".
"Inoltre, il fatto che gli assessori regionali conservino le funzioni di consigliere garantisce la loro presenza in Aula e preserva un più solido collegamento tra Giunta, Consiglio e gruppi consiliari di maggioranza. Un distacco, in questo senso, non è auspicabile. Dunque, se dovesse palesarsi in Consiglio un provvedimento per l’introduzione del consigliere supplente, il mio voto sarà contrario”.

Nel frattempo, anche il Gruppo regionale pugliese di Fratelli d’Italia - dopo gli echi per un provvedimento simile in arrivo dalla Sicilia - ha deciso di diffondere una nota: “Che la smania all’introduzione del consigliere supplente sia meramente una soluzione elettorale per creare più poltrone, lo dimostra che chi si sta dando più da fare (con la benedizione del ‘nuovo che avanza’ Antonio Decaro), un assessore e un consigliere delle province più piccole Brindisi e Bat che nella ripartizione dei seggi potrebbero non riuscire ad essere rieletti, visto il calibro elettorale dei competitor".
"Per questo motivo si sono affrettati a far circolare la notizia che la Regione Sicilia, governata dal centrodestra, avrebbe introdotto la figura del consigliere supplente. La notizia circolata è faziosa e parzialmente errata, perché l’Assemblea siciliana ha dato parere favorevole al disegno di legge nazionale che modifica lo Statuto speciale, un voto che ora dovrà essere esaminato e approvato in doppia lettura da Camera e Senato".
"Per intenderci la maggioranza di centrodestra non solo non ha usato un semplice emendamento, ma soprattutto ha avviato questo processo a metà legislatura e non certo a un mese e mezzo dalle elezioni. Non solo, va ricordato a chi del centrosinistra sta facendo circolare la notizia (in modo errato) che il centrosinistra, in modo particolare il Partito Democratico (nel quale l’assessore al Bilancio vuole candidarsi), ha votato contro, sostenendo che vi sarebbe una maggiore spesa per le casse pubbliche regionali".


Francesco Ventola, deputato al Parlamento Europeo per Fratelli d’Italia




"Ma veniamo nel merito della procedura: è evidente che anche in Puglia occorrerebbe una modifica statutaria e quindi una modifica anche della legge elettorale. Una procedura che non solo non può essere prevista a legislatura scaduta e quindi in regime transitorio, ma che innescherebbe un periodo transitorio di totale incertezza perché, ed Amati fine giurista dovrebbe saperlo, è fin troppo scontato che il Governo impugnerebbe l’articolo di legge regionale, perché chiaramente non si tratta di decisione indifferibile e urgente".
"Basterebbe che i fautori della genialata avessero letto la sentenza della Corte Costituzionale sul terzo mandato e si sarebbero accorti che le probabilità di bocciatura sarebbero altissime. E comunque fra 50 giorni si vota e non si cambiano le regole in corsa".
"A tutto questo si aggiunga il paradosso dei paradossi: il Consiglio regionale, essendo la popolazione pugliese scesa sotto i quattro milioni di abitanti, sarebbe dovuto passare da 50 componenti a 40, poi grazie all’impegno di tutte le forze parlamentari (tranne il Movimento 5 Stelle, che a livello regionale monitoreremo ricordando quanto detto dai loro esponenti in Parlamento contro l’aumento delle poltrone) si è riusciti a non fare tagli. E ora? Addirittura da 40 il centrosinistra vuole portalo a 58/60. Follia".
"Infine, ricordiamo anche ai tecnici della Ragioneria della Regione e a chi è tenuto a rilasciare il parere all’emendamento presentato, che gli stanziamenti per i Gruppi, con una somma destinata a ogni consigliere, sono stabiliti da leggi statali (decreto Legge n 174 del 2012 convertito nella legge 213 del 2012) per una determinata finalità operativa che non può essere distratta per pagare consiglieri ‘trombati e ripescati’, ai quali si dovranno calcolare oltre le indennità anche le varie aspettative obbligatorie per legge sia per dipendenti pubblici e privati e relativi contributi figurativi. Quindi la somma potrebbe essere maggiore dei tre milioni previsti”.
(gelormini@gmail.com)