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Consiglio Regionale monotematico sulla Capitanata: bellezza e sofferenza
Capitanata Consiglio Regionale

La presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, ha aperto i lavori del Consiglio straordinario monotematico sulla Capitanata.

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Prima di entrare nel vivo del dibattito la presidente ha ricordato Ernesto Abaterusso, ex consigliere regionale e parlamentare, scomparso nei giorni scorsi. Il Consiglio ha inoltre provveduto alla surroga del consigliere Vito De Palma, eletto parlamentare nell'ultima tornata elettorale con il forzista Massimiliano Di Cuia.

Al Consiglio monotematico partecipano, fra gli altri, per il Governo nazionale il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, parlamentari, Autorità , rappresentanti delle Organizzazioni sindacali ed in Sindaci delle comunità  della Capitanata.

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In apertura l'intervento della presidente Capone:

"Care colleghe e cari colleghi consiglieri, gentili viceministro, signori parlamentari, sig. Prefetto, sig. Procuratore, sig. Questore, sig. Presidente della Provincia, signori sindaci, innanzitutto lasciatemi ringraziare i consiglieri foggiani per aver richiesto questo Consiglio monotematico straordinario, sarà certamente proficuo per quest’Assise approfondire tutti i temi che riguardano la Capitanata e individuare le priorità di azione per far sì che questa meravigliosa terra possa migliorare il benessere della propria popolazione.

Consentitemi di partire proprio da qui, dalla meraviglia, dalla bellezza. La bellezza dei foggiani, di tutte le mani che in questi anni, prima da assessora allo Sviluppo economico e poi alla Cultura e il Turismo, ho stretto, degli occhi che ho avuto la fortuna di incontrare. Dei piccoli imprenditori, ancora prima che dei grandi, perché ci hanno creduto e ci credono, giorno dopo giorno, perché alla paura hanno preferito il coraggio dell’onestà.

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La bellezza dei bambini, che una mattina di pochi mesi fa ho visto sorridere e sorprendersi ad Accadìa, mentre attraversavano i corridoi della loro prima grande biblioteca di comunità. Della magistratura e delle forze dell’ordine, di tutte quelle donne e quegli uomini con nomi e cognomi, famiglie, figli, che rischiano la vita per salvare quella degli altri.

La bellezza dei borghi sui Monti Dauni, arroccati sugli speroni rocciosi sormontati da antiche fortezze, delle faggete vetuste del Parco nazionale del Gargano, patrimonio dell’Umanità insieme al santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Di Giuseppe Di Vittorio, Umberto Giordano, Renzo Arbore, Michele Placido.

Consentitemi di partire dalla bellezza perché la bellezza non è un esercizio accademico, ma una questione politica nevralgica. Sono la terra e la sua gente l'unica cosa che rimane quando il resto si esaurisce. E tutte quelle vite spezzate dalla mafia, che abbiamo pianto e piangeremo, non lo sapevano ma erano semi. Possiamo immaginare un nuovo presente, possiamo costruire un futuro migliore, l’antidoto è investire sulla bellezza che già c’è e fare in modo che repressione faccia sempre rima con prevenzione.

La mafia non si combatte solo nei tribunali ma anche costruendo un tessuto sociale che resista alla sua capacità di penetrazione nelle istituzioni, nella società, nei quartieri. E allora noi oggi, qui, tutti insieme, dobbiamo sforzarci di mettere in campo quelle strategie che servono ad evitare che i figli dei mafiosi, le mogli, i vicini di casa, le persone che li incontrano per strada, o per qualsiasi altra ragione, possano anche solo pensare di imitare la loro condotta.

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Certamente da questo Consiglio partirà la richiesta di incrementare le forze dell’ordine, perché come è emerso nella nostra Commissione criminalità “nel 2021 sono stati presi in forza 31 poliziotti a fronte di 65 tra pensionati e trasferimenti ad altre sedi, e nel 2022 andranno in pensione 60 poliziotti e ad oggi ne sono stati presi in forza solo 33”, ma contemporaneamente bisogna investire sulla scuola, sull’università. Molti studenti dopo questi due anni di pandemia hanno interrotto anzitempo il loro percorso scolastico e formativo. Il numero delle scuole comunali foggiane dell’infanzia è stato dimezzato perché non c’erano abbastanza iscrizioni. E invece, diceva Gesualdo Bufalino, “la mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari”.

Certamente da questo Consiglio emergerà l’esigenza, come segnalata dal Procuratore Vaccaro, di ripristinare i presidi giudiziari periferici soppressi, anche in virtù della difficoltà di collegamento tra i centri delle aree interne e le sedi dei Tribunali, ma contemporaneamente bisogna garantire al territorio foggiano infrastrutture viarie, ferroviarie e marittime, promuovere il superamento dei conflitti tra la Puglia e le Regioni confinanti per la gestione delle risorse idriche, così da favorire la programmazione di opere e servizi a carattere interregionale.

La lezione della storia ci ha insegnato che quando parliamo di criminalità non dobbiamo mai abbassare la guardia. Soprattutto in tempi difficili, segnati da difficoltà economiche e occupazionali, le organizzazioni criminali possono trovare nuovo terreno fertile e, come troppo spesso accade, le trame delle criminalità riescono a infiltrarsi anche in quei segmenti che dovrebbero fungere da argine, come le Istituzioni, ecco perché è fondamentale unire la società civile intorno ai valori della legalità, farli sentire protagonisti di una scommessa che si può vincere solo e soltanto insieme. Perché più della lotta repressiva serve una “lotta non repressiva contro le mafie”, diceva un caro amico della Puglia che oggi voglio ricordare, Stefano Fumarulo, ispiratore di moltissime delle nostre azioni quotidiana.

Noi, donne e uomini pugliesi, rappresentanti delle Istituzioni, crediamo fortemente nella bellezza della Capitanata. La Regione Puglia sta investendo cospicue risorse su questo territorio provando a intervenire, laddove di propria competenza, per evitare che alcuni fenomeni continuino a proliferare, penso, per esempio, alle risorse del Pnrr destinate al “contrasto al caporalato e al superamento degli insediamenti abusivi”. E tante sono le cose già fatte: dalle biblioteche di comunità agli interventi per il rafforzamento delle imprese sociali, per la riqualificazione degli edifici scolastici, dei servizi e delle infrastrutture sociali e socio-educative, per la creazione e il consolidamento delle start up innovative, per il sostegno agli investimenti delle imprese turistiche.

Questa Regione ha saputo affrontare e sconfiggere negli anni 90 la presenza mafiosa grazie a una innovativa alleanza tra magistratura, forze dello Stato, Istituzioni e mondo dell’associazionismo, e il Presidente Emiliano è stato testimone e protagonista di quella stagione. È necessario che lo spirito di quella stagione, rinnovata e allineata alle peculiarità del nostro tempo, possa trovare spazio e affermarsi al più presto.

Il mio augurio, e al contempo il mio impegno, è che il Consiglio Straordinario di oggi possa essere l’appuntamento che darà il via a questi tempi nuovi, a sostegno dello sviluppo della Capitanata e di tutta la Puglia, e per l’affermazione della Legalità e della Giustizia”. 

Proseguendo  nei lavori del Consiglio regionale sullo Sviluppo della Capitanata, l’intervento del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato centrato sulla sicurezza e la necessaria azione per favorire la crescita economica, quale grimaldello per debellare sudditanza e precarietà di lavoro.

“La collaborazione da parte della Regione Puglia con i Governi che si sono avvicendati in questi anni è sempre stata totale e lo sarà anche con questo esecutivo. Sulle questioni che servono ai cittadini - ha detto Emiliano - non ha impatto il marketing della politica legato alla divisione di schieramenti, ma la nostra capacità di lavorare insieme. E in Capitanata possiamo lavorare con grande intensità".

"Sulla programmazione dei Cis - che si basa sul lavoro diretto tra Governo, Sindaci e presidenti delle province - dobbiamo capire che contributo possono dare le Regioni anche nella prospettiva di un aumento delle autonomie. Ovviamente siamo a disposizione per qualunque tipo di attività, come fatto sinora proprio nella provincia di Foggia, anche su materie che non sono di stretta competenza regionale. Penso agli enormi investimenti per contrastare le conseguenze del dissesto idrogeologico e degli incendi, circa 400 milioni di euro su più linee di finanziamento per realizzare ripulitura e costruzione di nuovi canali di scolo, opere importantissime che hanno riguardato tantissimi comuni".

"Abbiamo concentrato l’attenzione sull’aeroporto Gino Lisa - ha sottolineato - dove, accanto alla riattivazione dei voli di linea, abbiamo puntato sulla sua vocazione di centro di riferimento per la protezione civile, che ha avuto dal ministero il riconoscimento di Sieg (Servizio di Interesse Economico Generale, per l'insediamento della base logistica della protezione civile e per la garanzia di adeguati livelli di connettività del territorio foggiano, caratterizzato da gravi criticità infrastrutturali stradali e ferroviarie)". 

"E proprio sul rafforzamento di tutta la rete stradale, sebbene non di nostra diretta competenza, abbiamo lavorato nel Cis. Il fatto che il capoluogo della capitanata sia stato sciolto per mafia è una di quelle cose che ancora mi brucia non solo per l’impatto di immagine ma per le conseguenze determinate in tanti aspetti fondamentali. "Soprattutto una delle cose principali sulle quali bisogna puntare è il rafforzamento dell’autostima della comunità foggiana: per questo abbiamo collaborato e investito in cultura, come con il Medimex e Casa Arbore per fare due esempi". 

"Rilevante anche l’impegno della Regione in agricoltura, sugli impianti idrici - ma serve una mano dal Governo sulle infrastrutture per rendere irrigua anche quella parte del territorio che ancora non lo è aumentando così il potenziale della Capitanata - e soprattutto su un’altra questione gigantesca che è quella della gestione del caporalato e dei ghetti".

"Abbiamo dato vita a un modello di intervento, che dobbiamo all’intelligenza di Stefano Fumarulo, che è Casa Sankara, una struttura innovativa, che opera nella legalità e che oggi ha una propria produzione che è anche un modello di accoglienza. Un intervento che potrebbe essere di esempio per i cittadini italiani, un modello virtuoso che consente alla Regione in stretta collaborazione con il Ministero dell’Interno di realizzare insediamenti simili anche in altre aree".

"Dopo la notizia dell’assegnazione alla Puglia dei 5,6 miliardi di euro di fondi europei, aspettiamo lo sblocco dei fondi FSC. Siccome non ci saranno più fondi per il Turismo assegnati alle regioni, ma saranno assegnati solo a pochissimi comuni italiani, potremmo pensare di utilizzare l’FSC per costruire comunque una regia regionale per promuovere tutti i Comuni pugliesi,  in Italia e all’estero, senza disperdere l’esperienza da tutti riconosciuta come virtuosa di Pugliapromozione. È necessario quindi che queste attività siano condivise con Anci e Governo. Mi propongo di lavorare con il Governo ratione materiae, nel tempo, su tutti questi aspetti.  Ringrazio il Procuratore della Repubblica e il Prefetto e ringrazio il Vice Ministro per la presenza odierna”.

procuratore capo foggia ludovico vaccaroProcuratore capo Foggia Ludovico VaccaroGuarda la gallery

Hanno preso la parola da remoto anche il Prefetto ed il Procuratore della Repubblica di Foggia che hanno sottolineato con forza la necessità che lo Stato intervenga  al riequilibrio degli uffici  giudiziari della provincia: “Lo Stato - ha detto il Procuratore Vaccaro - ha soppresso tribunali (Lucera), procure e tutte le sezioni distaccate di Rodi, Apricena, San Severo, Manfredonia, Trinitapoli. Oggi sono pendenti circa 13mila processi e ciò che preoccupa è che le sopravvenienze, anno dopo anno, sono sempre maggiori rispetto alla capacità. Non è colpa dei giudici, mancano le aule. Una situazione insostenibile perché gli uffici non possono fare fronte alle esigenze di giustizia della Capitanata".

"La riforma del 2013 ha impattato in modo durissimo - ha sottolineato Vaccaro - il risultato è che abbiamo un circondario di 7200 km quadrati e un solo tribunale e una sola procura. Bisogna riaprire le sezioni distaccate, non si possono celebrare i processi solo a Foggia. I cittadini della provincia di Foggia sono ingiustamente sacrificati rispetto agli altri cittadini italiani, hanno fame di giustizia”.

Poi è toccato al vice presidente del governo regionale, Raffaele Piemontese: “Il Consiglio regionale si è riunito per discutere di un tema che è pugliese. Lo sviluppo debole del nord della Puglia incide su tutta la Puglia e, perciò, la questione Capitanata, così come è avvenuto per Taranto, va inquadrata con un piano che veda cooperare il governo regionale e il governo nazionale. La fase è propizia perché sono in campo le tante risorse del PNRR e quelle dell’imminente programmazione dei fondi europei 2021-2027: vanno indirizzate per dare una svolta che riguardi anzitutto lo sviluppo economico e il lavoro perché la provincia di Foggia resta la provincia pugliese con il maggior numero di disoccupati".

"Non è recriminazione - ha detto Piemontese - non possiamo permettercelo per rispetto alla mole di investimenti e di interventi senza precedenti che l’Amministrazione regionale presieduta da Michele Emiliano ha indirizzato alla Capitanata in sette anni. Su un territorio che è tra i più belli e i più fragili d’Italia, abbiamo concentrato oltre 400 milioni di euro per proteggere le nostre comunità da frane e alluvioni, riqualificando le scuole, facendo opere pubbliche di difesa del suolo, recuperando la viabilità e ricostruendo parti importanti dei nostri borghi, dal Gargano ai Monti Dauni: abbiamo fatto un investimento sul futuro, una precondizione di tutto il resto, per una provincia-regione, la terza più estesa d’Italia, nodo di accesso e di uscita per la Puglia, cerniera tra Adriatico e Tirreno". 

"Abbiamo adesso un compito tutto da svolgere per cui il Governo nazionale si deve sentire coinvolto e che deve riguardare la crescita degli investimenti che generino lavoro. Dopo che la Regione ha riqualificato le aree industriali foggiane, investito nelle piattaforme logistiche, riattivato l’aeroporto di Foggia, concentrato investimenti enormi sulle perdite delle rete idriche e sulla depurazione, abbiamo bisogno che il Governo nazionale ci aiuti ad ampliare il perimetro della Zona Economia Speciale Adriatica, per avere più aree su cui investire, che promuova investimenti di grandi player, che si impegni per far salire di categoria l’aeroporto “Gino Lisa”, che cooperi per risolvere questioni strategiche che condividiamo con le Regioni limitrofe e che ci aiuterebbero ad ampliare i volumi di acqua che servono all’agricoltura e all’industria".

"E, siccome siamo convinti dell’equivalenza tra mafia e povertà, deve con urgenza essere riordinato il disegno della circoscrizione giudiziaria della provincia di Foggia, che ha un circondario enorme, di oltre 7 mila chilometri quadrati. Il Molise che è la metà ha tre procure; l’Abruzzo che ha un’estensione di 10 mila chilometri quadrati, di procure ne ha 8, la provincia di Foggia ne ha solo una: non si possono esercitare al meglio le funzioni di giustizia in questo modo. C’è, insomma, un grande lavoro alle spalle - ha concluso Piemontese - e un ancora più grande lavoro da fare insieme per la crescita degli investimenti d’impresa, della buona occupazione e del capitale umano della Capitanata”. 

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Quindi il vice Presidente del Consiglio regionale, Giannicola De Leonardis  che ha puntato il dito  su come la forte incidenza della criminalità organizzata- assurta al nome proprio di IV mafia- sia il deterrente più forte per la scarsa   attrattiva dell’imprenditoria sul territorio, della paura ad investire in una zona che  avrebbe invece delle formidabili potenzialità .

Dopo il consigliere Clemente, l’accorato intervento del consigliere Tutolo: ”Quando due anni fa ho chiesto per la prima volta che si celebrasse un Consiglio monotematico sul tema dello “Sviluppo della Provincia di Foggia” avevo in mente un preciso scenario: mettere in un solo luogo e nello stesso momento autorità e rappresentanti istituzionali e politici di ogni livello, dai sindaci ai consiglieri regionali, dalla Giunta regionale ai parlamentari pugliesi, per discutere del futuro di 600 mila nt cittadini".

“Sono partito da alcune domande: che strategie hanno in mente per la Capitanata? Come pensano di risolvere i problemi atavici? Quali soluzioni immaginano per rialzarla dai famosi ultimi posti nelle classifiche e proiettarla verso lo sviluppo agro-industriale, tecnologico, turistico, sanitario e infrastrutturale che merita? Che cosa hanno intenzione di fare per affrontare l’emergenza idrica e la sicurezza? Quali sono le prospettive per i giovani e l’occupazione? Come hanno pianificato di investire i fondi del Pnrr in questa provincia?“

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"Per decenni la mala politica che ci ha governato a tutti i livelli ci ha fatto credere che fossero questioni irrisolvibili, tant’è che si è giunti al punto da identificare questa provincia con i suoi guai e definire il tutto “questione Capitanata”. Manco fosse un materiale radioattivo da cui tenersi alla larga.Per mia indole sono abituato a chiamare le cose con il loro nome e la provincia di Foggia non è i suoi problemi ma ha un solo problema: è stata abbandonata. Talmente tanto che adesso occorrono misure straordinarie per riportarla a un livello accettabile di vivibilità.“Non è facile ma non è impossibile come ci vogliono far credere. Perché la Capitanata non ha firmato un contratto da eterna “Cenerentola” della Puglia e dell’Italia.“Altre province hanno avuto guide illuminate che le hanno fatte rifiorire e non vedo perché ciò non possa e non debba accadere anche a questo territorio meraviglioso, ricco di tutto, che però viene depredato e poco o niente valorizzato".

“Denuncio da tempo un odioso squilibrio territoriale a vantaggio di altre province pugliesi a causa del quale i cittadini foggiani ormai si sentono ignorati e abbandonati. E le mie numerose iniziative sono state avversate e boicottate in tutti i modi, tant’è che fino alla fine si è cercato di svuotare di presenze e contenuti questa seduta. Per fortuna - ha concluso Tutolo - sono una persona determinata e sono andato avanti per fare qualcosa che nessuno si è mai sognato di fare: accendere i riflettori sulla provincia di Foggia in Regione”.

E' stato, infine, il consigliere regionale Paolo Dell’Erba componente della commissione regionale sulla Criminalità a rivolgere, durante il Consiglio regionale monotematico,  un invito al vice Ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, per portare a Roma una possibile soluzione per il rilancio della provincia di Foggia. Dell’Erba nel suo intervento ha evidenziato la necessità di “educare” i giovani ad un rispetto delle regole, ma allo stesso tempo dare loro fiducia.

“Non dobbiamo perdere tempo in chiacchiere inutili che evidenziano un problema conosciuto da tutti e che tutti, almeno da queste parti, hanno ben presente o quasi come risolverlo. Dobbiamo dare più attenzione ai giovani, formarli in base alle necessità reali del territorio, facendo comprendere loro come far crescere le aziende agricole, ma anche in altri settori produttivi come il turismo, e garantendo il supporto dello Stato attraverso una legge speciale che possa creare per la provincia di Foggia una zona “bianca” detassata per almeno 5 anni e contributi economici a fondo perduto che possano arrivare anche all’80% per nuovi insediamenti produttivi o per ammodernamento ed ampliamento di vecchi ma che determino un incremento dell’occupazione”.

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“L’occupazione deve essere il primo obiettivo da raggiungere perché la criminalità si alimenta dalla piaga della disoccupazione, soprattutto tra i giovani. Dai 15 anni in sù troviamo i nomi dei ragazzi della nostra terra scritti nei fascicoli dei magistrati per essere spacciatori, rapinatori, autori di aggressioni e furti per non parlare di reati ancora più gravi. Come componente della commissione speciale regionale per lo studio sulle mafie parlando con i colleghi ho evidenziato più volte come sia necessaria un’azione diretta alle scuole per far comprendere agli studenti che infrangere le norme, assumere un comportamento negativo, non rende più forti e non crea i presupposti per un futuro positivo; ma dare loro soprattutto la speranza che restare in questa terra non significa finire nella lunga lista della disoccupati o delle persone assoldate dalla criminalità".

"Dobbiamo dare loro speranza e fiducia, due elementi che oggi sono stati sgretolati da messaggio negativi che invadono purtroppo i mezzi di comunicazione. E se chiediamo di avere speranza e fiducia dobbiamo, però, credere nelle loro aspettative, nei loro sogni, nel desiderio di realizzare un loro progetto. Abbiamo il dovere di credere in loro, perché l’assenza di questa corrispondenza di obiettivi ha determinato un disorientamento generale. Come può un giovane credere nei propri mezzi, ripudiare i guadagni illeciti facili, se poi sono le stesse famiglie che alimentano questa fragilità?

"E’ necessario un lavoro certosino e che non porterà risultati immediati perché purtroppo nelle arterie di questa comunità si è infilato il virus della cultura mafiosa che per annientarlo sarà necessaria una cura lunga e faticosa dove ognuno dovrà fare la sua parte: Stato, famiglia, scuola ma anche le chiese. La riapertura di molti oratori, la realizzazione attorno alle chiese di spazi aggregativi e ricreativi possono rappresentare una delle più valide medicine, ma non le uniche”.

A conclusione del suo intervento il consigliere Dell’Erba ha avanzato richieste ben precise, per dare maggiore forza alle istituzioni locali che quotidianamente contrastano la criminalità: “E se l’occupazione e l'educazione civica devono diventare due leve fondamentali per la ripresa economica e sociale della provincia di Foggia, dobbiamo essere concentrati sul raggiungimento di tre obiettivi fondamentali: 1) Un massiccio aumento di uomini e mezzi per le forze dell'ordine in modo continuativo; 2) L’istituzione della sezione distaccata della Corte d'Appello che porterà anche il Tribunale dei Minori e la Direzione Distrettuale Antimafia; 3) Restituire al territorio due Tribunali, a Vieste e Lucera, per consentire una più equa distribuzione delle attività giudiziarie oggi concentrate tutte a Foggia, determinando ulteriori disagi sia per il sistema giudiziario che per i cittadini”.

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Ha chiuso i lavori il vice ministro  alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto: “Un Consiglio regionale strano - ha esordito - poiché riguarda i consiglieri regionali, ma impatta ancora di più sui Sindaci, la cui attività sul territorio è il primo vero baluardo contro l’illegalità".

“Prima di tutto - ha detto il vice Ministro - occorre rispondere alla domanda ‘Perché questo Consiglio?’ E mi pare evidente che la risposta non possa essere che la persistenza di problemi che le cose già fatte non  sono state in grado di risolvere. E non possiamo che partire dalla affermazione che la Capitanata è un luogo insicuro: purtroppo non esistono aeroporti in grado di risolvere l’insicurezza".

"Conosco bene  i problemi.  Già nella trascorsa legislatura l’interlocuzione con il Procuratore Vaccaro è stata praticamente continua. E’ vero: la sicurezza richiede presìdi, richiede sedi ed organici e già questo è un problema perché non sono tanti a voler venire in questi territori. Rimando su questi argomenti al Rapporto 2021 della DDA sulla Capitanata. I  fondi del PNRR ci hanno già consentito di  far giungere tanti giovani negli Uffici del Processo ma comunque sempre nella consapevolezza, ed è la scelta  individuata dal Governo nazionale, che ciascun Sindaco è garante dei percorsi di legalità  compiuti nel proprio territorio ed è questo l’alveo attraverso il quale arriveranno gli aiuti. Il 24 sarò  all’Assemblea dell’Anci per ribadire che il Governo intende mettere mano all’abuso d’Ufficio. Perché ha scelto di restituire ai Sindaci la loro capacità di agire e  non di aver paura nel farlo".

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“Certo che  l’insicurezza si ripercuote sullo Sviluppo e sono  due le strade da percorrere parallelamente: la prima  è quella repressiva,  gli interventi sul territorio. Non so se si potrà  aprire una sede della DDA a Foggia, ma so che l’esercizio della Giustizia ha bisogno di organici e che il giudice è una sorta di direttore d’orchestra,  così come la Giustizia è una risposta di sistema. Poi esiste la ‘Geografia giudiziaria’, presidio ineludibile certo, ma sul quale non credo si possa agire a macchia di leopardo, nel senso  che la Capitanata  non è  purtroppo sola  a subire l’insulto della criminalità organizzata e che la risposta che il Governo deciderà di  dispiegare dovrà riguardare la Capitanata così come altri territori e anche qui spetterà al Governo  se scegliere la strada di un maggior numero di presìdi sul territorio oppure una via  che scaturisce da una visione forse un po' più economicistica e  che punta ad un maggiore accorpamento. Sarà comunque la scelta ritenuta in grado di offrire  più efficaci risposte".

“Sono d’accordo con chi ha segnalato che la Legalità è cultura e che quindi è dagli investimenti nelle scuole che bisogna partire, così come è vero che lo Sviluppo non può che passare dalla Giustizia e anche su questo sono perfettamente d’accordo. Permettetemi, per concludere di aggiungere un pensiero, questa volta proprio di Francesco Paolo Sisto: io credo che sull’Autonomia differenziata occorra il lavoro di tutti. Le differenze hanno senso se si parte tutti dallo stesso punto di partenza, come nei cento metri… Certo che dobbiamo dare attuazione  all’art.116, ma questo deve essere applicato nel pieno rispetto di tutti i cittadini e nei rispetto dei  loro diritti”.

(gelormini@gmail.com)

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