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Covid-19 Ostuni: la lettera aperta di Francesco Saponaro a Graziano Delrio

Lettera all’onorevole Graziano Delrio

Caro Delrio, 

innanzitutto grazie. Grazie per aver introdotto nel dibattito pubblico una proposta seria e di buon senso come quella di un piccolo sforzo contributivo della durata di due anni da parte di coloro che hanno redditi molto superiori alla media.

Francesco Saponaro

È vero che dagli 800.000 cittadini interessati proviene già circa un quarto delle entrate IRPEF, ma questo non è un buon motivo per evitare un piccolo sforzo ulteriore, motivato dalla emergenza. Diffiderei i critici dall’usare la parola “sacrificio” di fronte ad un contributo di entità così modesta da risultare inferiore a quanto molti di noi già fanno in termini solidaristici o caritatevoli, come si usava dire nell’Ottocento.

Ma i miei ringraziamenti sono veramente sentiti anche per una considerazione politica, che sottopongo alla tua attenzione. Dal primo periodo dalla sua fondazione il Partito Democratico soffre di una incerta e malferma identità, che ha influito negativamente sulla riconoscibilità a livello popolare delle opzioni e delle scelte dello stesso Partito.

Massimo D’Alema parlò efficacemente di “amalgama mal riuscita”. A modo suo Romano Prodi cercò senza riuscirci di superare questa situazione, così come ci provò in forme diverse Renzi. Quest’ultimo tentativo, molto sbilanciato sull’obiettivo di recuperare il consenso popolare conquistato dal Movimento fondato da Grillo, sembrava dare dei frutti.

Graziano Delrio

Proprio a quel punto inspiegabilmente Matteo Renzi decise di abbandonare il copione di successo per scrivere un altro film, quello della conquista della vera e propria araba fenice che alcuni chiamano “elettorato moderato”. Anche D’Alema ci aveva provato a suo tempo con la improvvisa “rivoluzione liberale”. 

Non è difficile però ipotizzare che questo abbia contribuito a scolorire il profilo dal PD, presentato dagli avversari come un partito di potere e da molti suoi esponenti come un partito caratterizzato soprattutto da una buona “cultura di governo”. Per carità. Venendo dalla tradizione migliorista del PCI non dovrei criticare questa “qualità”.

Ma sappiamo tutti che tale virtù, se non accompagnata da chiare e riconoscibili opzioni sociali, rischia di trasformare il PD in un una nuova edizione del vecchio Partito Repubblicano Italiano, più largo ma sempre minoritario. I vincitori delle elezioni del 2018 sono invece stati capaci di farsi identificare con una più definita offerta di politiche comprensibili dall’elettorato popolare. 

saponaro.GIF

Con la proposta tua e del gruppo parlamentare, proposta di buon senso che sarebbe stata sottoscritta persino dai leader della vecchia DC, hai contribuito a delineare una parziale ma chiara identità programmatica del PD.

Ovviamente ce ne vogliono altre dello stesso genere in molti campi. A tal proposito mi permetto di avanzare un suggerimento. Perché il PD non si fa promotore di una campagna di verità sulle importanti decisioni relative al complesso degli aiuti europei, e non propone con un grande programma di investimenti per qualificare e ampliare le dotazioni del nostro sistema sanitario utilizzando, se si confermerà senza altre condizioni, il prestito finalizzato che può venire dal MES?

Saponaro3

È risaputo che, a causa prima della crisi dello spread poi della stagnazione economica, il Fondo Sanitario nazionale non è riuscito a sostenere i necessari investimenti tecnologici, professionali e scientifici. Peraltro tutte le altre risorse finanziarie di fonte europea andranno necessariamente indirizzate al sostegno del sistema produttivo, con il rischio di lasciare inalterate le criticità del sistema sanitario.

Scommetterei che una larga maggioranza di italiani sarebbe ben disposta a condividere questa ipotesi, soprattutto se ben illustrata con una pervasiva campagna di comunicazione, lasciando con un palmo di naso i mestatori di professione che a corto di argomenti parlano del MES come se si trattasse di un parente stretto del demonio.

Cordiali saluti

Francesco Saponaro

(ex assessore regionale al Bilancio Regione Puglia)

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