PugliaItalia
CSM, Emiliano la spunta
a decidere sarà la Consulta
Michele Emiliano l'ha spuntata. Il CSM sul caso magistrati in politica procederà solo dopo il pronunciamento dei giudici della Consulta
Michele Emiliano l'ha spuntata. Saranno i giudici della Consulta a verificare se la norma, contenuta nella legge sull'ordinamento giudiziario, che prevede come illecito disciplinare l'iscrizione di un magistrato, anche se fuori ruolo, ad un partito politico, sia conforme o meno ai principi costituzionali. Il CSM ha deciso in tal senso e fino a quel prononciamento non tratterà più il caso.

Il procedimento a carico di Emiliano riprenderà solo dopo la pronuncia della Corte. Il sostituto pg della Cassazione, Carmelo Sgroi, nella scorsa udienza, aveva chiesto per Emiliano la sanzione dell'ammonimento, la piu' lieve prevista dalla legge: le incolpazioni formulate dalla Procura generale della Suprema Corte nei confronti del Governatore della Regione Puglia riguardano i ruoli di Segretario regionale (dal 2007 al 2009 e dal febbraio 2014 ad oggi) e di Presidente del Pd pugliese (dal 2009 al gennaio 2014) ricoperti da Emiliano, nonché la sua candidatura alle primarie dello scorso aprile per l'incarico di Segretario nazionale del partito.

Ruoli che, secondo la Procura generale, "presuppongono per statuto l'iscrizione al partito politico", per cui ad Emiliano viene contestata la violazione della norma "posta a garanzia dell'esercizio indipendente ed imparziale della funzione giudiziaria". La nota AGI a proposito, ricorda anche che il difensore di Emiliano, il capo della Procura di Torino, Armando Spataro, aveva invece ribadito la correttezza della condotta del governatore e, in subordine, chiesto di trasmettere gli atti alla Consulta.

"La decisione di sospendere il procedimento disciplinare nei confronti del Governatore della Puglia, Michele Emiliano, con invio degli atti alla Consulta, è una buona notizia - scrive in altra nota il deputato puglise del PD Dario Ginefra - e conferma quanto da molti di noi sostenuto: e cioè che fosse necessaria una seria e corretta valutazione dei diritti costituzionalmente garantiti e legati alla facoltà di esercizio della piena attività politica per un magistrato in aspettativa, durante la sua attività istituzionale".
"La Consulta dovrà ora verificare la legittimità costituzionale della norma - aggiunge Ginefra - che prevede come illecito disciplinare per un magistrato, anche se fuori ruolo, l'iscrizione a un partito politico. A mio modesto avviso andrebbe chiarito ció che rischia di essere una profonda ipocrisia e incongruenza: poter essere candidato per un partito, poterlo rappresentare nelle istituzioni, ma poi esserne avulso dalla sua attività interna. Compresa la sua vita democratica - conclude - che spesso governa la formazione delle decisioni alle quali i rappresentanti istituzionali devono ottemperare, con una sorta di appartenenza affievolita alla vita del partito rappresentato".
(gelormini@affaritaliani.it)