De Leonardis a Emiliano
'Presidente, e la Puglia?'
La lettera aperta di Giannicola De Leonardis (Area Popolare) al Governatore Michele Emiliano
La lettera aperta del presidente del gruppo Area Popolare, Giannicola De Leonardis, al Governatore Michele Emiliano:
"Caro Michele Emiliano,
793.831 pugliesi hanno riposto fiducia nei suoi confronti, e attraverso il loro consenso e i loro voti nel giugno 2015 le hanno permesso di diventare il loro Presidente. Un Presidente chiamato ad affrontare una nutrita serie di emergenze, che lei stesso in campagna elettorale aveva sottolineato ed evidenziato, non senza continue e accese polemiche e annunci di marcata discontinuità con il suo predecessore Nichi Vendola, nonostante la comune appartenenza allo stesso schieramento politico.
Ci si attendeva così da lei - tra speranza e scetticismo in base alle proprie convinzioni, ma comunque nell’interesse della comunità e dei cittadini - l’inizio di un nuovo corso. Invece sin dall’inizio del mandato l’abbiamo visto impegnato in uno scontro mediatico sempre più marcato con il Governo nazionale, e nonostante la sua idea di politica basata sull’accentramento e non sulla delega - basti pensare all’assessorato alla Sanità, il più importante, evocato direttamente a sé, scelta discussa e ostinatamente difesa e ribadita in più occasioni - le sue giornate sono state tuttavia miracolosamente scandite da continue apparizioni televisive su reti nazionali, interviste, uso frenetico dei social: ma di fronte alla sua giustificazione ‘lo faccio per la Puglia’, non ci siamo mai permessi di criticarla per questa massiccia sovraesposizione, pur pensando che il confronto sia preferibile al muro contro muro, pur dovendo constatare nostro malgrado l’attività delle Commissioni e dello stesso Consiglio regionale semiparalizzate o comunque molto a rilento per le continue assenze dei rappresentanti dell’esecutivo, e le svolte tanto attese che continuano a non arrivare: per ricordarne solo qualcuna, il Piano di riordino ospedaliero è stato redatto più volte tra mille polemiche; per quanto riguarda la xylella siamo passati dalle ricette miracolose per sconfiggerla alla resa; l’economia arranca, la disoccupazione cresce in maniera esponenziale, e anche a livello amministrativo la riorganizzazione interna attuata con il modello Maia non ha prodotto i risultati sperati.
E se l’esecutivo Vendola poteva contare almeno sull’apporto di qualche assessore in più, quello attuale sembra perennemente in affanno, e senza una guida. Già il solo assessorato alla Sanità, mi scusi se insisto, sembrerebbe richiedere per la Puglia la presenza di un titolare impegnato a tempo pieno, come potrebbe testimoniare il suo predecessore Donato Pentassuglia, esponente del suo stesso partito e della sua stessa maggioranza; a maggior ragione la carica di presidente, vertice e figura di raccordo, immagine stessa dell’ esecutivo. Invece, dopo le sue tenaci battaglie - legittime e pienamente condivisibili - per l’Ilva, per la sanità tarantina, contro le trivelle, dopo il suo impegno per No al referendum, con le dimissioni di Matteo Renzi e l’insediamento del governo Gentiloni credevamo che la situazione potesse cambiare. Invece si è aperta immediatamente per lei una nuova battaglia, tutta interna al suo partito, culminata ieri con l’annuncio della sua candidatura al congresso prossimo venturo.
Ci permetta allora qualche domanda, caro Presidente: E la Puglia? Che succederà in Puglia in questi mesi in cui sarà impegnato nell’ennesima campagna elettorale, questa volta nazionale e non locale? Cosa succederà alla sanità pugliese? Ritiene superata la fase emergenziale in più comparti, e la sua presenza quasi superflua, a quasi tre anni dalla scadenza del suo mandato? Ritiene davvero compatibile - non sul piano della legittimità e delle aspirazioni, ma del tempo a sua disposizione - il suo ruolo di Presidente di una Regione piena di gravose problematiche con quello di candidato alla segreteria del primo partito italiano? Come crede di poter organizzare la sua agenda nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, senza penalizzare e deludere quelli che hanno creduto in lei e che l’hanno votata per ricoprire un ruolo che sembra costretto ormai ad esercitare, per sua volontà, nei ritagli di tempo? Ci permettiamo di chiederlo avendo profondo rispetto per il suo ruolo istituzionale, gratificante, appagante, impegnativo e che non dovrebbe essere inteso come un semplice trampolino di lancio verso altri traguardi. E considerando la Puglia, se permette, più importante del Partito Democratico".