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Decaro: 'La Costituzione è patrimonio di tutti e non simulacro'

Il discorso del sindaco di Bari, Antonio Decaro, alla cerimonia per i 70 anni della Repubblica italiana:

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"Cittadine, cittadini, autorità,

il 2 giugno del 1946, esattamente 70 anni fa, grazie a un referendum istituzionale che sceglieva democraticamente la nostra forma di Stato, nasceva la nostra Repubblica, la Repubblica Italiana.

Una Repubblica nata sulle ceneri di un ventennio autoritario, di una tragica Guerra Mondiale costata milioni di morti e come epilogo di un coraggioso moto di liberazione nazionale che, attraversando il paese e coinvolgendo centinaia di migliaia di italiani, civili e militari, consegnò alle generazioni  future il profondo valore della resistenza e della libertà.

Possiamo oggi celebrare la festa di tutti, la festa della Repubblica, grazie al martirio di quelle donne e quegli uomini, grazie al loro coraggio, alla loro fierezza, grazie all’impegno dei tanti  che in ogni contrada d’Italia e non solo in Italia (penso allo sterminio della Divisione Acqui a Cefalonia) sfidarono il nazifascismo e si opposero alla subalternità, alla violenza, alla sopraffazione.

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Giovani, giovanissimi protagonisti della nostra Storia: militari, partigiani, avieri, marinai, volontari, come i 60 che, al seguito del Generale Bellomo e al fianco dei ragazzi di Bari vecchia, il 9 settembre 1943 impedirono  la distruzione del porto di Bari, difendendo una Città ferita dalla Guerra ma che nei mesi successivi si sarebbe trasformata in un laboratorio politico e culturale di democrazia.

Fu a Bari, nel Teatro Piccinni, che si tenne nel gennaio del 1944 il primo Congresso dei Comitati di Liberazione nazionale che pose le basi per la scelta repubblicana. Un evento  che Radio Londra definì “il più importante avvenimento nella politica internazionale italiana dopo la caduta di Mussolini” e che rappresentò la prima voce libera in un Paese per due terzi occupato dalle truppe naziste.

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Un laboratorio democratico, quello che consegnò Bari alla Storia della ricostruzione del nostro Paese e che ne ha sancito il prestigioso riconoscimento della medaglia d’oro al  merito civile, animato da figure intellettuali di spicco come il giudice Cifarelli, Benedetto Croce, Fabrizio Canfora, Tommaso Fiore, Natale Loiacono, Peppino Papalia e tanti altri intellettuali e attivisti baresi che ancor oggi testimoniano i valori fondanti della nostra Comunità.

E siamo orgogliosi, proprio oggi, di ricordarne il peso nelle nostre coscienze, ma più generalmente il contributo glorioso che questa terra ha dato alla lotta di liberazione e successivamente al cammino per la ricostruzione morale e istituzionale del Paese.

La ricostruzione fu un cammino istituzionale difficile, complesso, che prese avvio con il voto del 2  giugno del 1946 che segnò un altro storico traguardo culturale: il protagonismo elettorale delle donne e il riconoscimento universale dei diritti politici. Alle elezioni dell'Assemblea Costituente le donne parteciparono in massa, come ci ha ricordato lo storico Vito Antonio Leuzzi, e delle 21 deputate elette cinque di esse, che voglio ricordare (Maria Federici, Angela Gotelli, Nilde Jotti, Teresa Noce, Lina Merlin),  parteciparono ai lavori della Commissione incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione repubblicana. Un contributo fondamentale che garantirà alla nostra Carta Costituzionale di fissare all’art. 3 il principio fondante della parità sociale e dei diritti tra generi.

Spesso non ci si rende conto quanto la nostra Storia sia ricca e avvincente e delle occasioni pubbliche come la Festa che celebriamo oggi, i più giovani non sempre ne comprendono il significato o il valore.

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La liberazione dell’Italia, la nascita dell’Assemblea Costituente, la redazione della Costituzione Repubblicana e la fondazione successiva dell’Unione Europea, sono stati passaggi politici e istituzionali mediati dalle grandi tradizioni culturali che hanno segnato la Storia del nostro Paese e animato il dibattito democratico nel Dopo Guerra: quella cattolico-democratica, democratico-liberale e socialista-marxista.

Fu l’ Assemblea Costituente, in particolare, alla quale parteciparono tra gli altri i nostri Mario Assennato, Peppino Di Vittorio e Aldo Moro (di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita) a compiere il miracolo della ricostruzione della comunità nazionale, fissando i valori e i principi in cui ancora oggi ci riconosciamo.

Figure di spicco che seppero leggere e interpretare il proprio tempo, mediare gli interessi sociali del Paese, trasformare in forma scritta e autorevole il portato valoriale che avrebbe dovuto guidare l’Italia verso una progressiva emancipazione nazionale e successivamente europea.

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La nostra Carta Costituzionale, infatti, con la sua straordinaria attualità di valori rappresenta e rappresenterà sempre il sentiero su cui l’Italia ha intrapreso un cammino fecondo di coesione nazionale e protagonismo europeo. Ma sul quale è necessario interrogarsi continuamente per comprenderne la significatività storica e la rappresentatività che ha sul presente, rompendone la presunta sacralità e considerandola un patrimonio dinamico di tutti e non un simulacro immutabile nel tempo.

Per questo mi auguro che tutti voi sentiate la responsabilità di questo dono che i Costituenti ci hanno consegnato e al contempo vi sentiate liberi di leggerne in controluce la vostra storia, il nostro presente democratico e il futuro dei nostri figli.

Grazie a Voi tutti, dalle più alte responsabilità ai più giovani civili e militari delle diverse armi e specializzazioni.

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È a voi che dedico in particolare il mio saluto finale: siete i difensori della pace, i portatori di pace, siete coloro che ogni giorno rischiano la vita, in patria e nel mondo, per impedire violenze e soprusi, per aiutare i sofferenti e realizzare concretamente i principi del nostro art. 11 che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli.

Vi ammiriamo quotidianamente orgogliosi nelle operazioni di pace all’estero e nell’opera di soccorso ai migranti del Mediterraneo che per molti Paesi europei rappresenta solo una frontiera da pattugliare e che invece nella nostra Storia è sempre stato e sarà il Mare Nostrum, la culla della civiltà, l’opportunità di dialogo, di scambio e di speranza con i popoli e le culture dell’Africa e del vicino Oriente.

Grazie di cuore alle forze dell'ordine, alle forze armate, alle Polizie locali, ai volontari e a tutti voi che siete qui per festeggiare la Festa dell'Italia, la festa di tutti! Un abbraccio affettuoso da tutti noi a Salvatore Girone.

Viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l’Italia!

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