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Doppia preferenza Laricchia M5S: 'Tradite le donne pugliesi'

Si susseguono i commenti a margine dell’ultima seduta del Consiglio regionale, concluso con la mancata approvazione del ddl per l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese.

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Antonella Laricchia del M5S punta il dito su entrambi i suoi competitor/leader nella corsa alla presidenza della Regione Puglia: “L’immagine del centrosinistra che fugge dall’Aula perchè non si fida di se stesso e di Emiliano che scappa senza dire una parola, mentre il centrodestra presenta 2000 emendamenti per affossare la parità di genere è la degna fine di una farsa durata cinque anni. Cala il sipario su una delle peggiori legislature per i pugliesi e avviene nel modo peggiore, con un nulla di fatto ottenuto sulla modifica della legge elettorale regionale, per l’introduzione della doppia preferenza di genere. Segno che alla vecchia politica, nonostante le belle parole, non importa niente delle donne, anzi ne ha paura”. 

“Il centrosinistra lascia l’aula - prosegue Laricchia - per salvare la poltrona di Lopalco che, con un emendamento passato durante la discussione del disegno di legge grazie - anche ai voti dei consiglieri di maggioranza - avrebbe dovuto dimettersi dalla guida della task force regionale per l’emergenza Covid, per potersi candidare. Caduto il numero legale e non essendo stata approvata la legge la poltrona di Lopalco è salva e lui sarà libero di farsi campagna elettorale con i 120mila euro l’anno previsti dal suo contratto e pagati dai pugliesi".

Consiglio Regionale Puglia

"La prova ulteriore di quello che sostenevamo da tempo - ha precisato la pentastellata - a nessuno tranne che a noi interessava la doppia preferenza di genere. Da una parte abbiamo avuto una Giunta di centrosinistra che ha rimandato per cinque anni quello che doveva essere il primo provvedimento della legislatura, dall’altra un centrodestra che ha scelto l’ostruzionismo presentando quasi 2 mila emendamenti. Siamo orgogliosi di essere alternativi a loro, tanto che per senso di responsabilità in Commissione avevamo ritirato la nostra proposta di legge, dando il voto favorevole al disegno di legge della Giunta, per far sì che si potesse in ogni caso approvare questa modifica alla legge elettorale segno di civiltà".

"Una modifica necessaria - ha proseguito Laricchia - per adeguarsi alla legge nazionale e a quanto stabilito dai principi costituzionali, senza la quale rischiamo di esporre la Regione a ricorsi che potrebbero portare perfino all’annullamento del voto. Cosa che rischia comunque di accadere, per l’irresponsabilità e l’inconsistenza politica delle altre forze in consiglio".

M5S Puglia

"Abbiamo presentato un emendamento al disegno di legge che prevedeva l'esclusione delle liste che nella composizione non rispettino la percentuale prevista di presenza dei due generi, ovvero 60% - 40% - ha spiegato Laricchia - invece della sola sanzione pecuniaria attualmente prevista, che destra e sinistra preferiscono sistematicamente pagare. Ed è questo che non è andato giù al centrodestra, che ha evidentemente deciso di avere liste illegali, tanto pagano le multe con i soldi dei cittadini, ha provato addirittura a chiederci di cambiare la percentuale al 70-30".

"Un mercanteggiare inaccettabile". ha cocluso Antonella Laricchia, "Senza l’inammissibilità delle liste la legge sarebbe una presa in giro e ancora una volta avremmo eluso il nostro dovere istituzionale. Eravamo comunque disposti a un confronto costruttivo in Aula pur di arrivare all’obiettivo, anche a costo di restare in aula 48 ore. Invece la vecchia politica ha preferito dare l’ennesima prova indegna di sé e offrire uno spettacolo vergognoso che i pugliesi non avrebbero mai meritato”.

Conca Mario

Con altra nota arriva la riflessione del consigliere regionale Mario Conca: “Tutte le forze politiche tengono così tanto alle donne che non sanno esattamente dove allocarle, ma leggere l'indignazione di chi ha prodotto tale situazione è, francamente, scandaloso. Si è passati dalla doppia preferenza secca delle destre all'inammissibilità delle liste che non avessero rispettato le percentuali di genere (60%-40%) proposto dall'asse giallorosso, dall'emendamento per spostare l'efficacia della norma a partire dal 2025 al voto segreto che avrebbe fatto, comunque, naufragare tutto perché l'ipocrisia è dilagante, dai 2000 emendamenti strumentali presentati dal centro destra alle riunioni fiume chieste dalla maggioranza per cercare una quadra che non voleva nessuno di loro".

"Siamo stati otto ore bloccati - ha proseguito Conca - in attesa che si facessero bene i conti e tenendo bene a mente l'equazione più donne sta meno uomini, meno voti stanno ad un più alto rischio di perdere le elezioni. Il Movimento 5 Stelle, tanto per cambiare, ha cambiato idea anche sulla doppia di preferenza, era contrario fino a pochi mesi fa.Questa è la mercificazione delle donne, altro che le chiacchiere che pubblicamente si affannano a raccontare. Usate o ostentate all'occorrenza per buttare fumo negli occhi".

Consiglio Regionale Pugliajpg

"In questo bailamme, c'era una nota positiva perché era passato un emendamento che portava anche la mia firma - ha sottolineato Conca - e che avrebbe impedito a Lopalco, e a tutti i componenti delle Task Force pagati con soldi pubblici, di candidarsi con il loro datore di lavoro. Peccato che il capogruppo del PD e Emiliano ieri notte hanno deciso, proprio per scongiurare l'emorragia di voti, di abbandonare l'Aula lasciando decadere tutto, anche l'emendamento Lopalco & C. Come sempre rifuggono alle loro responsabilità e prerogative, davvero dei cuor di leone".

"Ora la palla passa al Governo nazionale che aveva minacciato di esercitare i poteri sostitutivi - ha comncluso Conca - vediamo se manterranno la parola. Molti della maggioranza sono rimasti in Aula mentre ci si avvicendava per denunciare cotanta arroganza amministrativa. Poco dopo hanno fatto mancare il numero legale. Uno spettacolo davvero indegno che voglio denunciare oltremodo. Abbiate almeno il pudore di tacere. Vergogna!”

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Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, ha diffuso una nota su questa vicenda: “Ieri nel Consiglio regionale pugliese si è consumata la sconfitta della politica, non delle donne. Una politica maschilista e retrograda che continua a voler tenere le donne lontane dal governo della Regione”.

“Ora in Consiglio dei Ministri approderà un decreto legge che riguarda il vergognoso caso pugliese - ha detto Lella Golfo - anche se la cosa riguarda alcune altre Regioni rimaste inadempienti alla norma nazionale, che impone meccanismi di equilibrio di genere nella legislazione elettorale regionale. Mi auguro, pertanto, che vengano assunti provvedimenti decisi e decisivi. Come Fondazione Marisa Bellisario e insieme a centinaia di altre donne, ci siamo mobilitate in Puglia come in Calabria, ma non è bastato e ora chiediamo che il Governo intervenga per far rispettare il dettato costituzionale oltre che una legge nazionale". 

Fondazione Bellisario

"Non è più tollerabile che Consigli regionali composti in larga maggioranza da uomini continuino a rigettare una norma di civiltà come la doppia preferenza. È uno spregio non solo alle donne ma a quanti, tra gli uomini di buonsenso, credono in una democrazia paritaria. E mi auguro che già a settembre in Puglia le donne diano un segnale deciso, rifiutando un simile e ottuso modo di fare politica e votando altre donne”.  

Infine, dai banchi della maggioranza Michele Mazzarano (Pd) denuncia: “Il centrodestra pugliese ha messo in campo un durissimo ostruzionismo, per paura di vedersi annullate liste composte da soli uomini”. Secondo Mazzarano, l’unica preoccupazione della destra è stata quella di non vedere stravolte le loro liste piene zeppe di uomini ostacolando, con ogni mezzo, la norma sul rispetto obbligatorio del rapporto 60/40 tra i generi, nella compilazione delle liste pena la loro inammissibilità.“

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"Si è trattato di un comportamento che non ha consentito all’intero consiglio di votare la norma sulla doppia preferenza e l’unico emendamento coerente con la partecipazione delle donne alle consultazione elettorale garantendone una presenza adeguata. Basta ricordare che tale adempimento normativo sul 60/40 è legge nelle Regioni Campania ed Emilia Romagna. Appena Raffaele Fitto ufficializzerà nomi e candidati nelle proprie liste, - ha aggiunto Mazzarano - tutti potranno verificare il grande bluff messo in campo”.

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“I conti sono semplici - ha spiegato il consigliere del Pd - e infatti il rispetto dei rapporti tra i generi 60/40 porterebbe a candidare 20 donne in ogni lista in tutta la Puglia: a Bari almeno 6 donne, a Brindisi almeno 2 donne, nella Bat almeno 2 donne, a Foggia almeno 3 donne; a Lecce 4 e a Taranto 3”. 

“Sulla verifica di questi numeri che si potrà fare tra qualche giorno, si potrà verificare la reale volontà di tutti i partiti e di tutte le liste e dei loro candidati presidenti al rispetto delle donne e alla promozione della partecipazione delle stesse alla competizione elettorale. Quella di ieri è una brutta pagina della storia del consiglio regionale e nessuno è immune da colpe e responsabilità - ha concluso Mazzarano - ed ora non ci resta che attendere l’intervento del Consiglio dei Ministri che si sostituirà al consiglio regionale nella introduzione della doppia preferenza. Lo sapevamo e questo rende ancora più grave non esserci riusciti da soli”.

(gelormini@gmail.com)

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