La questione non è di poco conto, soprattutto a livello giuridico istituzionale. I DPCM si susseguono senza sosta, per far fronte alle impennate di contagi da Coronavirus, e la confusione sulle autonomie decisionali - garantite dalla Costituzione e che vanno comunque tutelate - rischia di produrre effetti a sorpresa e creare precedenti pericolosi.
E’ in particolare su tale fronte che si consuma, in queste ore, il braccio di ferro tra Governo e Regioni, oltre naturalmente a tutto quello che riguarda le reazioni dei diversi settori ‘toccati’ dalle necessarie e aspre restrizioni, che tornano a mortificare le speranze di una timida ripresa, dopo i duri mesi di lockdown a causa del Covid-19.
In pratica, a fine ottobre c’è stato un primo DPCM che annunciava il ripristino - in forma soft - di alcune limitazioni, per fronteggiare il riaccendersi dei focolai pandemici. In quel DPCM si prevedeva che le Regioni, nella loro autonomia, potessero decidere provvedimenti ulteriormente restrittivi, laddove ne ravvisassero la necessità o le condizioni sanitarie locali lo richiedessero.
E’ evidente che tali provvedimenti, rafforzando le disposizioni restrittive governative, assumessero formalmente un peso superiore all’atto prodotto dal Governo. Va in tal senso, per esempio, l’ordinanza n. 407 del 28 ottobre 2020 del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha sospeso la didattica in presenza nelle scuole pugliesi di ogni ordine e grado.
Col nuovo DPCM, che istituendo le macro-aree ‘rosse, arancioni e gialle: ha indicato le varie modalità per lo svolgimento delle lezioni e per le aperture delle diverse tipologie di scuole, non è possibile che un atto legislativo dagli effetti di forza inferiore possa tornare a modificare quelli di forza superiore prodotti dalle ordinanze dei Governatori.
Ecco perché si arriva alla nota del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del prof. Pier Luigi Lopalco, in cui comunicano che l’Ordinanza num. 407 del 28 ottobre rimane in vigore fino alla scadenza del 24 novembre 2020.
Nota che si preoccupa di indicare anche la strada per uscire dall’impasse a livello locale: “Al fine di andare incontro alle esigenze formative ed alla volontà delle famiglie che desiderano per i loro figli la didattica in presenza, il Presidente della Regione, a richiesta dell’Uffcio Scolatico Regionale, è disponibile a consentire ai dirigenti degli istituti scolastici di aumentare la quota di didattica in presenza attualmente autorizzata, fino a soddisfare le richieste delle famiglie, compatibilmente con le previsioni del nuovo Dpcm e sempre che le condizioni epidemiologiche lo consentano”.
La stessa nota indica la via d’uscita anche a livello esecutivo nazionale: “Ove il Governo nazionale ritenga assolutamente necessaria la riapertura della didattica in presenza, secondo le previsioni del Dpcm promulgato ieri, potrà richiedere espressamente la revoca dell’ordinanza del Presidente della Regione Puglia che la valuterà di intesa col Ministro della Salute”.
Diciamo che anche per questo tipo di situazioni, il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha voluto prorogare di un giorno l’entrata in vigore dell’ultimo DPCM.
(gelormini@gmail.com)
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