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Economia, la Puglia per Kalif Auditore CEO dell’australiana ‘Joey Crowd Inv.'

Kalif Auditore è un imprenditore di formazione barese, che dell’economia internazionale è diventato esperto e conoscitore. Un’infanzia vissuta nella povertà della Costa d’Avorio, sua terra natale, fino a quando l’adozione - da parte di una famiglia barese - non lo porterà nel capoluogo pugliese: la prima, di una serie di svolte, in una vita ricca di incredibili difficoltà e di gratificanti traguardi raggiunti con caparbietà, impegno e professionalità.

Kalif Auditore

“Ogni crisi, ogni avversità è un’opportunità da cogliere con determinazione, per crescere e accrescere la consapevolezza delle proprie potenzialità”, è la filosofia di vita che da sempre accompagna Kalif Auditore, che già da studente di ‘Imprenditoria e analisi del rischio tecnologico’ all’Università di Adelaide in Australia, si era fatto notare dai suoi docenti, fino ad essere invitato a tenere lezioni di presentazione degli stessi corsi.

Kalif Auditore, fondatore ed executive del gruppo d’investimenti australiano Joey Crowd - società valutata 350 milioni di dollari - nella sua meticolosa e incessante ricerca di nuove idee imprenditoriali da finanziare, vorrebbe ripagare la terra che lo accolto, a suo tempo, offrendogli quelle nuove ed entusiasmanti prospettive che lo hanno portato all’odierno successo internazionale.

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Ed è qui, nella “sua” Puglia - una terra a cui sente di appartenere ancora - che l’imprenditore 29enne vorrebbe spingere ad investire il gruppo e i ventures internazionali, con i quali quotidianamente si confronta. Per questo, prova ad analizzare quali sono i problemi che frenano l’arrivo di quei capitali dall’Estero.

Il founder della Joey Crowd mette a disposizione le sue approfondite conoscenze finanziarie, nel dedalo delle connessioni pulsanti mercati esteri, per indicare obiettivi e modalità di dialogo, capaci di favorire interessi e voglia degli investitori esteri a scommettere sull’Italia e, soprattutto, la Puglia.

“Agritech, moda, hospitality e start-up: sono i quattro settori che possono fare da volàno – dichiara Kalif Auditore - per far conoscere la Puglia della tecnologia e dell’innovazione sui mercati internazionali. In media ricevo 500 richieste d’investimento al mese dalle diverse start-up, ma nessuna di quelle italiane, purtroppo, è mai stata accettata - sottolinea il tyicoon australiano -  e sapete perché? Gli investitori hanno paura dell’Italia, dove non riscontrano stabilità nel governo, dove il livello tecnologico non è al passo con gli altri Paesi del mondo e, in più, la pressione fiscale è troppo elevata”.

“L’azione del Governo - spiega Auditore - avrebbe dovuto fare di tutto non solo per impedire la crescita dell’Iva, ma per riuscire anche ad abbassarla. Invece si tende ad incentivare le nuove imprese con finanziamenti a fondo perduto, un rischio a lungo termine”.

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Come provare ad inverte la tendenza? Per scoprirlo, Kalif Auditore è tornato in Italia, ha cominciato a viaggiare per incontrare start-upper, economisti e rappresentanti delle istituzioni governative; cercando di avviare un dibattito multisettoriale e tentando di sfruttare le opportunità offerte dalla crisi provocata dalla pandemia da Covid.

“Siamo stati costretti a interfacciarci con lo smart working e a comprendere quanto l’innovazione tecnologica sia destinata a trasformare profondamente il mondo del lavoro. Il processo è ineluttabile, ma in Italia si ha l’impressione di voler combattere contro i mulini a vento. Mettersi di traverso ai processi di cambiamento, fa perdere tempo e occasioni vitali. Governarli e adattarli alle proprie ambizioni, invece, ti proietta inevitabilmente in avanti. Pare non si abbia voglia di capirlo. È duro da ammettere, ma molti lavori manuali sono destinati a essere svolti dalle macchine. Questa rivoluzione - in atto in altri Paesi già da anni - deve stimolarci a una reazione non a una resistenza”.

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Kalif Auditore, che nel 2016 ha rifiutato la candidatura alla classifica dei migliori imprenditori under 30 del mercato Asia/Pacifico - stilata da Forbes - una ricetta per la Puglia l’ha individuata: qui manca una leadership di settore nel segmento tecnologico per attirare investitori: “Non vedo figure di rilievo, che possano migliorare il comparto e stimolarlo con proposte e suggerimenti. L’Italia sta pagando un comportamento superficiale nei confronti dei giovani - incalza Kalif - mancano under 30 nei ruoli istituzionali sull’innovazione e sulla tecnologia. Eppure sono loro che dovrebbero con determinazione guidare questa rivoluzione”.

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Un altro pungolo al rilancio, secondo Auditore, risiede in un confronto più intenso e continuo con le start-up internazionali: “Magari realizzando dei ‘Summit dell’Innovazione’ durante i quali invitare giovani imprese innovative dall’estero. In Puglia avremmo una pluralità di basi per diventare la Silicon Valley italiana. Al governatore Emiliano suggerirei di investire ancora più fondi sulle nuove tecnologie e di mettere in piedi una task force con uno sguardo più internazionale, capace di fissare obiettivi tangibili. Perché quello che manca - al momento - è il confronto ‘vitale’ con le realtà imprenditoriali al di fuori dell’Italia”.

(gelormini@gmail.com)

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