Emiliano e la mossa referendum vs le incursioni al Sud di Salvini - Affaritaliani.it

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Emiliano e la mossa referendum
vs le incursioni al Sud di Salvini

Antonio V. Gelormini

Il sostegno al referendum lombardo-veneto di Michele Emiliano e la risposta alle incursioni in Puglia di Matteo Salvini

Il camaleonte Michele Emiliano riprende peso e forme del più consono elefante e fa la sua mossa sulla scacchiera politica nazionale, reagendo da par suo alle incursioni in Puglia di Matteo Salvini: forte dell’aver cavalcato il tema delle autonomie regionali fin da tempi non sospetti.

catalogna ape
 

 

Il fiuto non manca all’animale politico, per intuire la portata di un risultato “annunciato” del referendum in programma nel Lombardo-Veneto - enfatizzato dai venti autonomisti della Catalogna -  e per capire quali risvolti politici gli si offrono, per provare a recuperare consensi in un ambito territoriale strategico, dove qualche mese fa gli furono fatali scelte e alleati deboli nella sua battaglia interna al Partito Democratico.

 

Un modo come un altro, inoltre, per non lasciare ad altri - o non rischiare di spezzare - il filo “tirato” del dialogo con il Movimento 5 Stelle, che a favore della consultazione ha votato da subito e agganciarsi al carro dei sindaci di centrosinistra, che hanno fondato un comitato senza bandiere, capitanato da Giorgio Gori e Beppe Sala, per sostenere il “Sì” ed evitare che quello dell’autonomia non resti un tema leghista, ma trovi il suo fondamento politico altrove.

 

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E se il duo Gori-Sala rimarca l’importanza di compiere passi verso l’attribuzione di maggiori competenze in due ambiti specifici: quello dell’ambiente “perché abbiamo problemi di inquinamento gravi, che meritano una attenzione particolare” e quello della ricerca scientifica e tecnologica: “Per avvicinarci maggiormente all’Europa e alle altri grandi aree industrializzate”, Michele Emiliano va oltre e sconfina nell’argomento della ripartizione della ricchezza.

 

Un tema, secondo Emiliano, molto sentito anche in Italia: “Io non sono su posizione diversa rispetto ai colleghi governatori Toti, Maroni e Zaia: sono assolutamente d’accordo che le Regioni che producono più reddito di altre, debbano avere la possibilità di utilizzare questo denaro in maniera superiore”.

 

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“Se la Lombardia è così ricca - precisa il governatore pugliese - è evidente che, nell’utilizzare il reddito che produce, vanta diritti superiori a quelli della Puglia che è meno ricca”, parole che accendono i sorrisi di Roberto Maroni e Luca Zaia - lenendo come balsamo le sferzate subite dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni - e avvertono Matteo Salvini che la Puglia è terra complessa, plurale, ammaliante e infine ‘traditrice’ nel senso naturalmente virtuoso del termine.

 

Per Emiliano, ognuno deve guardare al reddito che produce e con quello gestire la propria autonomia, ma aggiunge: “C’è un principio di solidarietà da salvaguardare, ma questo principio deve essere ragionevole”.  

 

Però la stoccata che ha suscitato la levata di scudi a sinistra, scoprendo di nuovo il nervo sensibile delle posizioni neo borboniche addebitategli - con conseguente allontanamento dalla tradizione culturale e politica della sinistra, anche socialdemocratica, europea - è quanto sostiene Emiliano sulla prospettiva dell’assetto federalista europeo: “L’Europa funziona per Regioni e non per Stati nazionali. Gli Stati nazionali purtroppo ancora oggi interferiscono e non riescono a gestire le grandi questioni di loro competenza come immigrazione, difesa e fisco”.

 

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Insomma, Emiliano sembra voler prendere “due Matteo con una fava”: relegare Salvini alla cronaca, sfilandogli la strategia politica della rivendicazione gestionale del potere locale su importanti e determinate materie da sottrarre all’accentramento statale; e nel contempo, completare il percorso di bocciatura della riforma costituzionale di Renzi.

 

Il governatore pugliese evita di rispondere alla domanda diretta, ma l’impressione è che l’esito ‘scontato’ del referendum lombardo-veneto possa diventare un valido precedente per la rivendicazione di più autonomia anche per la Regione Puglia. Soprattutto se al Governo dovesse tornare il suo antagonista ormai dichiarato nel PD.

 

La partita in Puglia, ancora una volta, può diventare cruciale per i futuri equilibri politici nazionali. Si gioca a tutto campo e per un ‘vecchio’ giocatore di basket la ricchezza di varietà degli schemi e la loro dinamicità leggera e plurale resta un jolly ‘pesante’, capace di creare scompiglio e affanno negli schieramenti avversari.

 

(gelormini@affaritaliani.it)

 

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​Pubblicato sul tema: Referendum: nasce l'asse Lombardia-Puglia. Emiliano: "Sto con Maroni"

 

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