Ex-Ilva Taranto, acciaio senza carbone: la firma Emiliano - Urso - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:41

Ex-Ilva Taranto, acciaio senza carbone: la firma Emiliano - Urso

Si è conclusa la lunga trattativa al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha portato a una prima intesa per la decarbonizzazione dell'ex Ilva di Taranto firmata da tutte le amministrazioni nazionali e locali coinvolte.


 

Una trattativa, comunque, che non ha ancora riavvicinato le distanze tra il governo e il territorio e che non ha ancora portato all'Accordo di Programma, né alla decisione sui tempi della decarbonizzazione o sulla localizzazione del polo Dri per produrre il preridotto, tutte rinviate a nuove riunioni da settembre.

Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, "E' una svolta che potrà incoraggiare gli investitori a manifestarsi con i loro piani industriali, per il rilancio della siderurgia, della riconversione, della conversione green.

"Oggi finalmente sappiamo - ha aggiunto Urso - che c'è la squadra Italia unita, per la prima volta nella storia di questa vicenda che dura da oltre 15 anni. Abbiamo un accordo tra tutti i soggetti istituzionali, il governo nazionale, la Regione, gli enti locali, nel giocarsi la partita che è straordinariamente importante".

Critici i sindacati: "Non ci sono certezze", hanno dichiarato i segretari generali di Uilm, Fiom e Fim, Rocco Palombella, Michele De Palma e Ferdinando Uliano. Mentre il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha espresso soddisfazione perché "Si è deciso di non chiudere l'Ilva".

Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, che aveva annunciato la sua contrarietà al piano proposto dal governo e ha partecipato al tavolo solo in videoconferenza sottolinea di aver firmato "un documento, non un accordo di programma". Un testo che, comunque recepisce le sue richieste.

In particolare, sull'obbligo vincolante - previsto dal nuovo bando di gara - della piena decarbonizzazione del sito di Taranto e sull'assenza di cenni all'ipotesi di approvvigionamento tramite una nave gasiera. Uno dei punti di maggiore criticità nella trattativa.

Pieno di soddisfazione il commento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, alla firma dell'intesa per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto: “Oggi è un giorno che resterà nella storia della Puglia e dell’Italia intera. Con la firma odierna si dà il via alla piena decarbonizzazione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto. Abbiamo scritto una pagina nuova, attesa da dieci anni, costruita con tenacia, sacrificio e visione".

"La strada che ci ha portato fino a qui è stata lunga, tortuosa, spesso solitaria. Ma la Regione Puglia non ha mai arretrato. Dal primo giorno del mio mandato ho sostenuto, con determinazione e senza tentennamenti, che la decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto non fosse solo un’opzione tecnica: era l’unica via possibile per salvare l’industria dell’acciaio ritenuta strategica dal Governo nazionale, nel rispetto prioritario della salute delle persone, della sicurezza ambientale, della dignità del lavoro".

"In questi anni ho scelto di restare fedele a questa convinzione anche quando sembrava impopolare, anche quando le circostanze politiche o industriali suggerivano il silenzio o la resa. Ma non si può tacere davanti al dolore di una comunità, davanti alle morti premature, alle malattie, alla sofferenza dei quartieri come il Tamburi, che hanno pagato un prezzo altissimo".

"Questa firma è il frutto di anni di studio, di confronti serrati, di battaglie nei tribunali e nei tavoli tecnici, di dialogo con i cittadini, con le imprese, con i lavoratori, con le istituzioni. Non è solo il risultato delle ore di lavoro di oggi, ma della forza accumulata in anni in cui abbiamo chiesto, con ostinazione, di immaginare un futuro diverso per Taranto.

Ora quel futuro ha un volto concreto:

·         Lo spegnimento degli impianti a carbone e l’obbligo vincolante della loro sostituzione con forni elettrici a basse emissioni.

·         Una produzione siderurgica fino a 6 milioni di tonnellate all’anno, finalmente autorizzata nel rispetto dell’ambiente e della salute, grazie alla nuova AIA in sede di riesame.

·         La salvaguardia dell’occupazione come principio inderogabile.

·         L’avvio di un processo strutturato per la reindustrializzazione delle aree libere e il rilancio dell’indotto, con nuovi investimenti produttivi.

·         Un impegno concreto per potenziare il monitoraggio ambientale, le infrastrutture portuali, la ricerca scientifica e la prevenzione sanitaria.

"Sapere che una delle più grandi fabbriche d’Europa, che è stata per troppo tempo anche simbolo di sofferenza e contraddizione, può finalmente rinascere in armonia con il diritto inviolabile alla vita, alla salute, al lavoro e alla tutela ambientale, è qualcosa che tocca profondamente il cuore".

"Questo non è un traguardo: è un nuovo inizio. Continueremo a vigilare, a lavorare, a costruire. La Regione Puglia sarà, come sempre, dalla parte dei cittadini. Dalla parte della verità. Dalla parte di Taranto".

"E, permettetemi di dirlo con emozione: non potevo immaginare una conclusione più giusta, più alta, più densa di significato per il mio mandato da Presidente della Regione Puglia. È un onore aver servito la mia terra in questo lungo cammino verso la giustizia ambientale e sociale.”

Anche i consiglieri regionali di Forza Italia Massimiliano Di Cuia e Massimiliano Stellato congiuntamente all'on Vito De Palma hanno commentato la firma dell'intesa: "Il documento di intesa siglato al Mimit segna un passo decisivo verso la decarbonizzazione dell’ex Ilva con forni elettrici al posto degli altoforni e incoraggia gli investitori. Bene le prospettive di tutela occupazionale e gli investimenti per Taranto. Come abbiamo sempre sostenuto, è indispensabile, da questo momento in poi, definire tempi certi e fare in modo che gli impegni siano rispettati. Apprezziamo il lavoro svolto dal Governo nazionale, rappresentato dal Ministro Urso, ma anche da tutti gli altri soggetti che, con responsabilità, stanno favorendo la svolta attesa per Taranto e tutta la Puglia".

Intanto non si ferma la protesta delle associazioni del territorio: Peacelink e Giustizia per Taranto hanno promosso un ricorso al Tar contro l'autorizzazione integrale ambientale Aia concessa all'ex Ilva a luglio che consente di produrre per altri 12 anni con il carbone.

La pre-intesa sulla decarbonizzazione dell'ex Ilva di Taranto raggiunta dal governo con gli enti territoriali in particolare prevede: la realizzazione di forni elettrici in sostituzione degli altoforni che saranno gradualmente dismessi in "un tempo certo" indicato in fase di aggiudicazione" della nuova gara per trovare un investitore.

È stabilito inoltre che sarà convocata una nuova riunione per la decisione sulla localizzazione del polo Dri per il preridotto da convocare dopo il 15 settembre, termine ultimo per le offerte vincolanti di eventuali investitori.

Saranno studiate compensazioni per il territorio tra cui l'esame di nuove prospettive per la reindustrializzazione delle aree libere dell'acciaieria con la nomina di un commissario e valutate misure di politica attiva e passiva del lavoro per scongiurare o attenuare riflessi negativi sull'occupazione.

Una nuova riunione sarà convocata a settembre per arrivare a sottoscrivere "un Accordo di Programma che risponda alle necessità del territorio, coniugando il soddisfacimento del diritto alla salute, all'ambiente, al lavoro".

Nel testo si legge inoltre che nella nuova gara per l'ex Ilva sono presenti novità rispetto al precedente bando. Queste riguardano in particolare "l'obbligo vincolante della piena decarbonizzazione del sito di Taranto", la tutela occupazionale quale "principio inderogabile" e la "possibilità di presentare offerte per l'intero complesso aziendale o rami d'azienda o l'intero compendio aziendale Nord o Sud". Un'ipotesi spezzatino che preoccupa molto i sindacati. 

(gelormini@gmail.com)