Fiera del Levante, l'esclusione dello stand Israele tra polemiche e contestazioni - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:57

Fiera del Levante, l'esclusione dello stand Israele tra polemiche e contestazioni

Polemiche e contestazioni per l'esclusione dello stand Israele dalla prossima Fiera del levante a Bari.

La querelle è scoppiata e ad alimentarne la fiamma, per molti versi, contribuiscono sia la polemica politica che le strumentalizzazioni in chiave elettorale: in vista dell’appuntamento alle urne per il rinnovo del Consiglio Regionale pugliese.


 

Durante la prossima Fiera del Levante, in programma a Bari dal 13 al 21 settembre, non ci sarà lo stand con i prodotti e servizi israeliani. Lo ha deciso l'Ente fieristico, allineandosi sia alla decisione presa dalla Regione Puglia nello scorso maggio di interrompere ogni tipo di relazione con rappresentanti istituzionali di Tel Aviv - a causa del "genocidio in corso nella Striscia di Gaza" - sia a quanto votato dal Consiglio comunale barese: che con un ordine del giorno ha definito "non gradita" la presenza israeliana

Lo ha annunciato la stessa Nuova Fiera del Levante, spiegando di aver "accettato l'invito formale del sindaco di Bari, Vito Leccese, di non far partecipare Israele alle attività fieristiche, istituzionali ed economiche". Accogliendo la sollecitazione proveniente da Palazzo di Città, per ritenere "non gradita la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele o di suoi rappresentanti fino a quando non porrà fine all'intervento militare nella Striscia di Gaza e alla sistematica violazione di diritti umani della popolazione civile". Da qui la decisione dell'Ente fieristico di prendere le distanze "dalle atrocità del genocidio in corso contro il popolo palestinese" e di promuovere l'iniziativa per conferire il premio Nobel per la pace 2025 ai bambini di Gaza avanzata dalla fondazione 'L'isola che non c'è'. 

In realtà, tensioni e battibecchi erano già saliti di tono in occasione della consegna delle Chiavi della Città a Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu per i territori palestinesi - sanzionata dagli Stati Uniti perché accusata di promuovere una campagna politica ed economica contro Usa e Israele - amplificati dalle dichiarazioni di dissenso sia del centrodestra che dell’anchorman Mediaset Nicola Porro.

Ad aprire il fuoco delle invettive il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri: "Il Comune condotto dalla sinistra e dal pessimo Leccese è in preda a un attacco di autentico antisemitismo", a cui ha replicato il sindaco Leccese: "Gasparri che mi accusa di antisemitismo è una specie di grottesco cortocircuito della storia. L'esclusione di Israele non ha nulla a che vedere con il popolo israeliano. È solo un piccolo, doveroso gesto simbolico di protesta nei confronti del governo Netanyahu, responsabile della morte di 60mila esseri umani e dell'annientamento per fame di un popolo intero. Quanto alle lezioni di tolleranza da un nostalgico del fascismo, ringrazio il senatore Gasparri ma credo di poterne farne a meno".

In una nota il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera (LPD) ha dichiarato: “Dal 13 al 21 settembre p.v. si terrà a Bari la 88^ Campionaria Internazionale - Fiera del Levante. Lo scorso 1° agosto il sindaco di Bari ha chiesto all’ente fieristico di non far partecipare lo Stato di Israele alle attività fieristiche all’interno del quartiere, attività sia di carattere istituzionale che economico". 

"Alcuni giorni fa l’Ente Fiera del Levante ha comunicato che, per una comunanza di vedute etiche e politiche con l’appello lanciato dal sindaco di Bari, lo Stato di Israele non potrà parteciperà alla 88^ edizione della Fiera del Levante. La decisione di escludere Israele dalla prossima edizione della Fiera Campionaria ha acceso un duro scontro politico e diplomatico”. 



 

“Ho depositato - ha comunicato Scalera - una istanza di audizione urgente e congiunta della II e IV Commissione consiliare per poter audire il Presidente della Giunta Regionale Pugliese, Michele Emiliano, il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fiera del Levante, Simonetta Lorusso e il sindaco della città di Bari, Vito Leccese per chiedere di rivedere tale decisione, che ha tutte le caratteristiche di una scelta di natura politica e che potrebbe risultare dannosa per la nostra regione viste le collaborazioni di tipo tecnologico e commerciale che, da tempo, esistono proprio tra lo Stato di Israele e la nostra regione”.

"Il Comune di Bari ha assunto iniziative eccelse come la consegna simbolica delle Chiavi della Città a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e il divieto di esposizione alle aziende israeliane alla Fiera del Levante", ha scritto in altra nota Michele Mazzarano, consigliere regionale e primo firmatario della mozione mirata ad interrompere i rapporti commerciali della Puglia con Israele.

"Le norme internazionali sul genocidio - ha proseguito Mazzarano - impongono a tutti, istituzioni, enti pubblici, istituzioni, privati cittadini, di assumere iniziative private e pubbliche per contrastare, fermare, sabotare e non incorrere in correità di massacri indiscriminati di cittadini inermi, come quello in corso nella Striscia di Gaza. Per queste ragioni, con altri consiglieri regionali, nelle settimane scorse, abbiamo proposto alla Regione Puglia di sospendere le relazioni commerciali con Israele. Il Presidente Emiliano, con una circolare, ha fatto sua questa proposta, invitando tutte le strutture, dipartimenti, agenzie, enti della Regione Puglia di interrompere le relazioni commerciali con lo Stato di Israele”.

“L'Accordo di Associazione tra Unione Europea e Israele, in vigore dal 2000, stabilisce un quadro per il dialogo politico e la cooperazione economica. Esso prevede un'area di libero scambio e la cooperazione in vari settori. L’articolo 2 di questo Accordo recita così: ‘Le relazioni tra le parti, così come tutte le disposizioni del presente accordo, si fondano sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, cui si ispira la loro politica interna e internazionale e che costituisce elemento essenziale dell’accordo’.”



 

“Con il genocidio in atto a Gaza - ha ribadito Mazzarano - lo Stato di Israele e il suo esercito stanno sistematicamente violando i diritti umani e con le politiche di “apartheid” dei Palestinesi in Cisgiordania, stanno violando tutte le disposizioni del diritto internazionale e le risoluzioni dell’Onu. Il premier israeliano è perseguitato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l'umanità. La violazione dei diritti umani è di norma attribuibile ad uno Stato, Governo o esercito, mai ad un popolo. Per cui la retorica sulla distinzione tra il popolo israeliano e Netanyahu non ha nessun valore e peraltro non tiene conto che, avendo eletto Benjamin Netanyahu ripetutamente proprio premier dal 1996 in poi, la maggioranza degli Israeliani non è esente da responsabilità per la deriva di estremismo, fanatismo religioso e razzismo anti arabo del proprio Governo”.

"In questo terribile momento nella storia dei popoli del Mediterraneo - ha concluso Mazzarano - la Regione Puglia e il Comune di Bari, con scelte coraggiose si sono collocate dalla parte del Diritto Internazionale e del Diritto Umanitario. Dalla parte giusta della Storia".

Nel dibattito è intervenuta anche la Fondazione Tatarella: “La notizia dell’esclusione di Israele dalla Fiera del Levante è solo l’ultima notizia in ordine di tempo di una pericolosa deriva ideologica e illiberale che è in atto a Bari. Dopo aver concesso le chiavi della città a una figura controversa come la relatrice Onu Francesca Albanese, l’invito da parte del sindaco Vito Leccese al boicottaggio di Israele accolto dalla fiera testimonia una compressione degli spazi di libertà in città. Per questo motivo la Fondazione Tatarella stigmatizza scelte di questo genere”.

“La decisione della Fiera del Levante di Bari di escludere Israele su invito del sindaco – hanno spiegato Francesco Giubilei e Fabrizio Tatarella, presidente e vicepresidente della Fondazione Tatarella - è sbagliata nella forma e nella sostanza. Nella forma perché la fiera comunica la sua posizione con un comunicato di parte e ideologico che non si addice a un ente istituzionale. Emblematica in tal senso è la scelta di utilizzare il termine ‘genocidio’ (non condiviso da personalità come la senatrice a vita Liliana Segre). Nella sostanza poiché l’identificazione di tutto lo Stato di Israele e di tutti gli israeliani con le scelte politiche del governo israeliano è non solo errata ma pericolosa e discriminatoria rischiando di esacerbare sentimenti antisraeliani a Bari e in Italia”.


 

“Inoltre - hanno continuato Giubilei e Tatarella - scelte di questo genere rendono Bari una città di parte con conseguenze come la perdita di importanti eventi a partire dalla Ripartenza di Nicola Porro. Il boicottaggio e la censura sono forme che non si addicono alle democrazie ma, ciò che colpisce di più, è la parte finale del comunicato della Fiera in cui si legge: ‘nessun altro paese è stato interdetto dalle attività economiche e istituzionali della Fiera del Levante’. Perciò se l’Iran o la Corea del Nord dovessero iscriversi verrebbero accettati? Evidentemente le scelte etiche vanno bene solo quando servono per un facile consenso politico”.


 

Stessa lunghezza d’onda nella dichiarazione congiunta degli europarlamentari di Fratelli d'Italia Francesco Ventola e Ignazio Zullo e del deputato nazionale Dario Iaia: “La Fiera del Levante porta questo nome perché è sempre stata immaginata, non solo a Bari o in Puglia, ma a livello nazionale e internazionale, come la ‘porta aperta’ verso l’Oriente. Insomma, un PONTE fra Ovest ed Est in grado di avvicinare e far dialogare popoli con diverse culture e tradizioni. Per questo la decisione del sindaco di Bari, Vito Leccese, di impedire la partecipazione alla Campionaria allo Stato di Israele ci è apparsa subito una boutade politica per strizzare l’occhio a qualche associazione di sinistra e mettere al sicuro la sua maggioranza”. 

“Dev’essere chiaro: alla Fiera non partecipano né i governi, né i partiti dello Stato che viene ospitato, ma i suoi attori economici, insomma gli imprenditori. In questo caso di un Paese, come Israele, con il quali gli scambi commerciali e culturali sono proficui e positivi. Per questo motivo, come parlamentari di Fratelli d’Italia, chiediamo ufficialmente al presidente della Campionaria, Gaetano Frulli, che ha attuato immediatamente la decisione del sindaco Leccese, la revoca del veto a Israele. A lui ricordiamo che l’ente che presiede è Pubblico, e in quanto tale è obbligato a rispettare leggi e regolamenti della Repubblica Italiana, e non un mero Editto del Sindaco di Bari, che ricordiamo, altresì, non è titolare della politica estera”.


 

“Con la revoca si chiuderebbe una brutta pagina non solo di politica, ma anche di messa a rischio dei rapporti istituzionali. La Fiera del Levante è incontro dei popoli, citava un vecchio slogan, allora sia Fiera che favorisce colloqui di Pace e non sia una Fiera di veti. Perché, al ‘pacifista ambientalista’ Leccese ricordiamo che nessun ARCOBALENO potrà mai davvero sventolare lì dove si nega il dialogo!” Così l’europarlamentare Francesco Ventola, il senatore Ignazio Zullo e il deputato Dario Iaia di Fratelli d’Italia

(gelormini@gmail.com)