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Fondazione Nikolaos, mostra-convegno 'Luoghi e Memorie 1943 - 1945'

Fino al 10 dicembre negli spazi dell’Archivio di Stato sarà aperta la mostra “Luoghi e memorie 1943-1945”, promossa dalla fondazione Nikolaos e la Società di storia della Russia (R.I.O.), in collaborazione con la direzione del comitato “Dante Alighieri” di Mosca. 

Luoghi e Memorie manifesto

La parte convegnistica si svolgerà dalle ore 10 fino alle 13.30, la mostra sarà aperta tutti i gironi da lunedì 2 dicembre a martedì 10 dicembre dalle ore 9,00 alle ore 18,00. L’evento, articolato in due sezioni, “Soldati e partigiani sovietici nella resistenza italiana” e “Bari, 2 dicembre 1943”, è stato illustrato dal presidente della Fondazione Nikolaos Vito Giordano Cardone, alla presenza dell’assessora alle Politiche culturali Ines Pierucci e del presidente della commissione Cultura Giuseppe Cascella.

All’incontro hanno partecipato Antonella Pompilio, direttore dell’Archivio di Stato di Bari, Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea – IPSAIC e Giorgia Cutino, ricercatrice della Fondazione Nikolaos.

La mostra” Luoghi e memorie 1943-1945”, in programma dal 2 al 10 dicembre, è promossa dalla fondazione Nikolaos e la Società di storia della Russia (R.I.O.), in collaborazione con la direzione del comitato “Dante Alighieri” di Mosca. 

“La mostra e il convegno ‘Luoghi e memorie 1943-1945’ permetteranno alle giovani generazioni non solo di approfondire la conoscenza di uno dei periodi più drammatici della storia recente – ha detto Ines Pierucci – ma anche di scoprire che proprio la nostra città è stata teatro di uno dei più pesanti bombardamenti navali della seconda guerra mondiale da parte della Lutwaffe, che causò circa mille vittime tra civili e militari e che ebbe un impatto ambientale devastante a seguito dell’affondamento della nave John Harvey e del suo carico letale di bombe all’iprite. Del 2 dicembre 1943 hanno scritto anche due dei nostri autori, Marcello Introna in “Castigo di Dio” e Annalisa Mancini in “Verranno i giorni della pace”, a testimonianza delle ripercussioni profonde di quell’episodio sulla vita dei baresi e sull’immaginario delle generazioni successive”.

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“Il 1943 segna un punto di svolta della seconda guerra mondiale– ha continuato Giuseppe Cascella – c’è un indebolimento del nemico, i tedeschi, e dall’altro un potenziamento delle forze della Resistenza. Questa iniziativa ha il merito di mettere in luce il concetto di resistenza come strategia militare e l’importanza della collaborazione dei partigiani sovietici”.

“Questa mostra convegno – ha detto Vito Giordano Cardone – è nata grazie al nostro consigliere Paolo Leoci che, insegnando a Mosca, ha avuto contatti con la Società di storia della Russia, l’associazione che riunisce i partigiani russi. Nel corso del convegno saranno appunto ascoltate le testimonianze russe su come Bari fu utilizzata dai sovietici come base per rifornire le truppe partigiane”.

“Come Archivio di Stato siamo orgogliosi di ospitare questa manifestazione che sta già suscitando grande interesse da parte di cittadini – ha detto Antonella Pompilio – curiosi di ascoltare in modo particolare il tema “Soldati e partigiani sovietici nella Resistenza Italiana”, argomento a molti completamente sconosciuto. Come sappiamo non si finisce mai di scrivere la storia, ci riserva sempre nuove scoperte perché ci sono ancora tanti aspetti da approfondire. Penso che l’Archivio di Stato sia il luogo più indicato per ospitare iniziative di questo genere che raccontano la memoria storica del nostro Paese”.

“La giornata prevede due momenti – ha spiegato Giorgia Cutino – l’inaugurazione della mostra in pannelli fotografici recanti una documentazione inedita, per la prima volta in lingua italiana e russa, cui seguirà il convegno con storici di valenza internazionale che hanno approfondito, in particolare, la presenza di partigiani russi sul territorio italiano. Si stima che furono circa 5.000 le persone di origine russa che parteciparono alla Resistenza italiana, nella maggior parte russi ma anche georgiani, tartari e di altre etnie dell’URSS. In tutta Europa si aggiravano circa 15.000 persone che portavano un aiuto volontario alla resistenza dei vari paesi europei contro le degenerazioni del nazifascismo e per questo motivo sono stati chiamati resistenza migrante”.

“Luoghi e memorie 1943-1945 – ha concluso Vito Antonio Leuzzi – rappresenta un importante momento di recupero della memoria. Non è semplice spiegare il ruolo strategico che ha avuto il porto di Bari, ma soprattutto la funzione che ha avuto la città dopo l’8 settembre 1943, per i grandi cambiamenti dovuti al cambio delle alleanze sancito dall’armistizio. La mostra evidenzia il ruolo svolto dalla città di Bari non solo sotto il profilo militare ma soprattutto dal punto di vista civile, perché la Puglia e Bari rappresentarono le prime aree libere dell’intera Europa, ancora sottoposte al controllo del fascismo e del nazismo”.

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Pubblicato sul tema: 'Luoghi e Memorie 1943- 1945', la mostra-convegno

 
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