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PugliaItalia
Il CSM avvia verso Michele Emiliano un Procedimento disciplinare

"Cui prodest?" è la prima e immediata domanda che sorge spontanea alla notizia dell'avvio del procedimento disciplinare da parte del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) nei confronti di Michele Emiliano. Accusa: essere iscritto a un partito politico. Per cui, la risposta conseguente è: se si mira a far dimettere il magistrato in aspettativa, governatore e già Segretario regionale pugliese dal Partito Democratico, la cosa non può che giovare al Segretario in carica, per il quale è stata più volte usata l'espressione: "Gli piace vincere facile!"

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Se a questo si aggiunge che "Il procedimento disciplinare (per la disciplina cfr. artt. 27 ss. r.d. lgs. n. 511/46) è promosso ad iniziativa del Ministro della giustizia mediante richiesta al Procuratore generale della Corte di cassazione" e che "Il Ministro, in tal modo, esercita la *facoltà che l'art. 107 Cost. gli attribuisce". Anche se: "L'azione disciplinare può essere promossa, peraltro, autonomamente, dal Procuratore generale della cassazione, nella sua qualità di pubblico ministero presso la sezione disciplinare", il quesito iniziale prende più peso.

La dischiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con riferimento al procedimento disciplinare avviato dal CSM nei suoi confronti in quanto “magistrato” iscritto a un partito politico, arriva in tarda serata: “Sono l’unico magistrato nella storia della Repubblica italiana eletto democraticamente dal popolo come Presidente della Regione, al quale la Procura generale della Cassazione contesta l’iscrizione ad un partito politico, nonostante non svolga le funzioni di magistrato da 13 anni causa l’espletamento di mandato elettorale".
 
"In questi 13 anni - precisa Emiliano - ho sempre fatto politica all’interno di formazioni politiche assimilabili a partiti politici, prima liste civiche e poi nel PD a partire dal 2007. L’ho fatto sin dall’inizio richiedendo l’aspettativa anche se la legge non mi obbligava a farlo".
 

salsi csm
 

"L’aspettativa infatti serviva a far cessare l’esercizio delle funzioni - aggiunge - ed a rispettare il divieto di iscrizione ai partiti per i magistrati. Ho avuto per questo un blocco di carriera, che avrei evitato se avessi scelto di rimanere in servizio come la legge mi consentiva".
 
"Secondo la teoria accusatoria dunque - prosegue il Governatore pugliese - esisterebbero due tipi di politici in Italia. Quelli che una volta eletti dal popolo hanno il diritto di costruire la politica nazionale dentro i partiti ai sensi dell’art. 49 della Costituzione, che recita: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".

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"E quelli, che possono sì essere eletti, ma devono rimanere da soli, senza la possibilità di fare politica in partiti o gruppi parlamentari di partito. Tra questi ultimi ci sono solo i magistrati. Che dovrebbero dunque farsi eleggere senza candidarsi in liste di partito o iscriversi a gruppi parlamentari".

"Che differenza infatti vi sarebbe tra una tessera di partito e la candidatura in un partito o l’iscrizione ad un gruppo parlamentare?", chiede Emiliano, prima di chiudere con fermezza. "Non temo dunque il giudizio del CSM, al quale mi rimetto con fiducia".

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Emiliano, il PD e l’approccio meridiano
    

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