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Il ‘pilum’ invisbile Covid-19 e lo scudo duro della lentezza

C’è una sorta di carica metaforica, piuttosto evidente, nella diffusione del cosiddetto Covid-19 Coronavirus e nel suo attacco ai ritmi e alle derive di una società fortemente globalizzatasi, in un arco temporale assai corto rispetto ai secoli di storia, in cui essa è cresciuta e si è andata formando.

pilum legioni

La rapidità micidiale con cui questo nuovo nemico ‘invisibile’ colpisce, radicandosi nelle sue vie respiratorie (in senso lato), rimanda a una delle più efficaci armi da guerra delle legioni romane: ‘il pilum’, meglio conosciuto come giavellotto, a lungo lo strumento di offesa e di decimazione dell’avversario più usato dalle fanterie capitoline.

“Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti - ha detto papa Francesco nella sua omelia sulla pandemia - siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa”, proprio come accadeva all’inizio di ogni scontro degli eserciti in guerra. Anche se il passo evangelico citato, si riferisce alla tempesta che colpiva in mezzo al lago la barca dei discepoli di Gesù.

papa francesco vuoto

“Siamo andati avanti a tutta velocità - ha sottolineato il Pontefice - sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta”. Non ci siamo fermati davanti ai richiami d’avvertimento, “Non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti - ha ammonito il Papa, scuotendo gli animi - pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.

E così in questi giorni di #iorestoacasa - a volte convinto e a volte ‘forzato’ - abbiamo riscoperto (scoperto, per le generazioni più giovani) la preziosità del ‘tempo dilatato’, la capacità di poter vivere, e non di sopravvivere, facendo tranquillamente a meno di tante cose. Abbiamo recuperato il piacere e l’utilità del dialogo e del confronto in famiglia, il gusto dei sapori autoctoni e i profumi di quelli perduti; il valore dell’essenzialità, il rispetto del prossimo come catalizzatore di scambi di cortesie, la forza del contatto (anche questo in senso lato).

Insomma, si direbbe un paradosso, ma è come essersi riappropriati della forza incisiva della lentezza, facendone un antidoto efficace alla rapidità devastante del virus. Da più parti si continua a ripetere che: “Quando tutto sarà passato, nulla sarà più come prima”. A sperarlo si è davvero in tanti. Anche per questo, lo stesso Santo Padre, nel suo incedere lento, sofferente e apparentemente solitario - in quel vuoto uggioso di Piazza San Pietro, con un’immagine destinata a fare storia - continua ad esortarci: “È il tempo di reimpostare la rotta della vita”.

Draghi4

Analogo senso dato da Mario Draghi - nelle stesse ore - nelle sue riflessioni sul dopo Coronavirus: “E’ il settore pubblico che dovrà fornire a quello privato le risorse per sopravvivere fino al termine della crisi, così da evitare fallimenti a catena di imprese e la rovina di milioni di famiglie, che renderebbe impossibile la ripresa, trasformando per sempre il panorama economico europeo”. Anche per Draghi, affinché si possa raggiungere questo obiettivo: “Sarà necessario un cambio di mentalità”.

"Fortunatamente - prosegue l’ex presidente della BCE - per certi versi l’Europa è ben equipaggiata, per fronteggiare questo shock straordinario. Possiede una struttura finanziaria granulare, in grado di convogliare fondi in qualsiasi parte dell’economia che ne dovesse avere bisogno. Possiede un forte settore pubblico in grado di coordinare una rapida risposta”. E conclude, avvertendo: “La velocità sarà essenziale per essere efficaci”.

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Di nuovo ‘il pilum’, che viene raccolto anche dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nel suo discorso alla Nazione: "Sono indispensabili nuove e ulteriori iniziative comuni da parte dell’Unione Europea, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l'Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell'Unione, ma è anche nel comune interesse".

Supereroi

"Ho auspicato, e continuo a farlo - ha aggiunto Mattarella - che le risposte all'emergenza del coronavirus possano essere il frutto di un impegno comune, fra tutti: soggetti politici, di maggioranza e di opposizione, soggetti sociali, governi dei territori. Unità e coesione sociale sono indispensabili in questa condizione di emergenza".

In pratica, l’estro italiano dà prova - ancora una volta - della sua capacità creativa e reattiva: raccoglie il consiglio cinese di Son Tzu nel suo “L’arte della guerra”, e scompagina tutti i canoni di difesa. Mentre tanti “invisibili” stanno scrivendo gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere/i, volontari, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, sacerdoti, religiose e tanti altri, che come linfociti lavorano per arginare l’assalto, l’arguta lentezza della strategia mette in campo il “meglio” del Paese e ritorce l’azione dei “pila”, con la forza concentrica degli odierni “non più giovani” Supereroi: Papa Francesco, Mario Draghi e Sergio Mattarella.

E’ proprio vero: “Il futuro è nelle radici”.

(gelormini@gmail.com)

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