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Ilva, ennesimo incidente sul lavoro. Commenti e reazioni dei politici
I commenti e le reazioni sull'ennesimo incidente sul lavoro allo stabilimento dell'Ilva di Taranto si susseguono ora dopo ora:
Lettieri presid
 
 
“Sento sinceramente un grande dolore e tanta rabbia per la morte del giovanissimo operaio di una ditta d’appalto dell’Ilva di Taranto, Giacomo Campo, schiacciato da un nastro trasportatore mentre svolgeva il suo lavoro ed esprimo profonda vicinanza alla sua famiglia", dichiara in una nota Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR), "Ma mi rendo conto, mentre scrivo queste parole, che possono rivelarsi demagogiche e persino irritanti per chi è stato colpito direttamente da una perdita così devastante se, ad esse, non seguono atteggiamenti concreti e conseguenti".
 
"In questo senso - aggiunge d'Ambrosio Lettieri - la politica è chiamata ad una responsabilità totale, che riguarda non solo i provvedimenti da mettere in campo, ma anche l’attenzione ai messaggi che vengono veicolati. Concordo con il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova che invita a non strumentalizzare l’accaduto, ma andiamo a raccontarlo a parenti e amici dell’operaio che è morto sempre oggi mentre lavorava nel deposito Atac di Catalano sulla linea Viterbo-Roma oppure ai familiari di Cosimo e di Angelo morti sempre all’Ilva rispettivamente nel l’anno scorso e due anni fa o ancora a quelli di tutti i morti di lavoro sino ad oggi nel nostro Paese e in Puglia, che dieci decreti e il commissariamento dell’Ilva non sono riusciti a fornire neanche lo straccio di maggiori certezze rispetto ai controlli e alle buone pratiche in merito a sicurezza e prevenzione".
 
Campo Giacomo
 
"Per non parlare di strategie sul futuro del siderurgico - conclede Lettieri - che pone questioni ambientali e di tutela della salute di grande rilevanza, ma senza risposte convincenti. Continuare a morire di lavoro non si può. Ma sembra sia solo uno slogan”.
 
Onofrio Introna, invece, punta il dito sulla governace dell'Ilva: "Tra una gestione commissariale e l'altra la gente continua a morire nell'Ilva. Il lavoro in quella fabbrica semina lutti e sofferenze! Non è possibile morire a 24 anni! Oggi è stato Giacomo Campo a pagare con la sua giovane vita per il mancato ammodernamento delle condizioni in cui si lavora nell'Ilva!"
 
"È una fabbrica vecchia e insicura", prosegue Introna, "Sono indispensabili interventi urgenti per un ammodernamento strutturale. Che se ne prenda atto a tutti i livelli, istituzionali, sindacali e imprenditoriali. Nessuno è contro le industrie, ma si deve lavorare in sicurezza. Ci si deve rendere conto che va tutelata la salute e la vita dei lavoratori, che vanno preservati l'ambiente e i cittadini intorno, mettendoli al riparo da emissioni tossiche e, peggio, cancerogene. Sicurezza e salute, per gli operai e per il territorio. Il profitto viene dopo".
Introna Emil
 
 
"Per questo, è prioritaria la riconversione ad energia pulita della centrale che produce energia nell'Ilva. Sì alla decarbonizzazione: sostituiamo le fonti fossili. Avanti col gas. E se Tap dev'essere, che serva innanzitutto ad alimentare le centrali Enel di Cerano e quella di Taranto, per tutelare la salute dei Brindisini, dei Tarantini e dei Pugliesi".

Attacca direttamente il Governo il senatore Dario Stefàno, Presidente de La Puglia in Più: "Se guardiamo indietro, quello odierno non è un caso isolato. Anzi, la frequenza con cui si verificano gli incidenti mortali è diventata preoccupante. Quando il governo ha deciso di commissariare lo stabilimento in Puglia, credo lo abbia fatto per dedicare attenzione particolare alla vicenda tarantina e per offrire puntuali garanzie, anche e soprattutto in termini di sicurezza. Il commissariamento non è solo un mero atto amministrativo ma deve portare con sè l'obbligo morale verso gli impegni assunti".

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"Il governo - continua Stefàno - deve sentire addosso la responsabilità dell'impegno preso nei confronti del territorio di Taranto e di uno dei più importanti poli siderurgici d'Europa. E, come abbiamo sempre ribadito, non sono più sufficienti set di decreti bandiera ma occorre la volontà vera di cambiare il destino di una città. Non ne possiamo più di piangere vite spezzate durante il lavoro e non ne possono più i lavoratori che hanno perso da troppo tempo la serenità".

"Per il resto - conclude Stefàno - questa vicenda fa piombare ancora il buio su Taranto e procura rabbia doppia se pensiamo che la vittima è un giovane di 25 anni. Alla sua famiglia va il mio più sentito cordoglio con l'impegno a vigilare affinchè si faccia presto chiarezza su questa ennesima tragedia".

"Morire a soli 25 anni sul lavoro è una tragedia. Morire nell’Ilva aggiunge alla tragedia la rabbia, per il verificarsi dell’ennesimo incidente in una delle più grandi acciaierie italiane ed europee, da quattro anni commissariata dal Governo nazionale e gestita a colpi di decreti dal nome che sa di beffa “Salva Ilva”, dichiarano i componenti del gruppo dei Conservatori e Riformisti Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola.

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"Apprezziamo le parole di cordoglio del ministro all’Ambiente Galletti, così come la voglia di confronto del vice ministro Bellanova, ma essendo loro i diretti  protagonisti della nuova gestione del siderurgico è giusto che alle parole aggiungano dei fatti ma, soprattutto maggiori controlli".

"Come gruppo regionale Conservatori e Riformisti siamo stati fra i primi a porre in Regione Puglia l’attenzione sull’azienda e sui problemi ambientali e occupazionali, ma  ogni giorno continuiamo a raccogliere denunce di operai e dipendenti dell’Ilva e dell’indotto che sostengono che l’amministrazione Riva era più tempestiva nel soddisfare le richieste di sicurezza sul lavoro e ambientale che giungevano. Ora le segnalazioni di disfunzioni che vengono segnalate rimangono inevase o soddisfatte con grande ritardo con gravi rischi per chi lavora".

"E’ così? Il presidente Emiliano che oggi si indigna ci dia una mano a capire se la situazione è davvero questa all’interno del siderurgico invece che riempirsi la bocca di progetti anti-renziani".

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Mentre la nota diffusa dall' USB - ILVA Taranto indica in una mattina come le altre, all'inizio di un turno, si possa trovare la morte, ancora, sul lavoro. Ancora all'Ilva di Taranto: "Giacomo Campo aveva 24 anni, viveva a Roccaforzata, ed era addetto alle pulizie dei nastri e questa mattina è stato travolto da uno di questi. Lavorava come manovale per una ditta appaltatrice, la Steel Servic".

 
"Per l'ennesima volta la fabbrica ci consegna morte e disperazione. Siamo stanchi di passare il tempo a contare le vittime, dirette ed indirette, del lassismo e della mancata messa in sicurezza. Siamo stanchi di contare i morti di una fabbrica che per legge o decreto può fregarsene delle nostre vite. Le responsabilità sono chiare ed inequivocabili. Il governo regala impunità e morte".
 
"Proprio in queste ore l'USB è impegnata, tutta, a Piacenza per ricordare Abdesselem El Danaf , assassinato mentre protestava per la difesa della dignità lavorativa. L'USB alla rabbia per la morte di Abdesselem, che lottava per la dignità e libertà per tutti noi, aggiunge la rabbia per un altra vita spezzata dal mercato e dall'avidità, quella di Giacomo".
 
"Noi non daremo tregua agli assassini ed ai loro mandanti. L'USB c'è, a Piacenza, a Taranto, ovunque ci siano lotte per diritti, dignità e lavoro calpestati!

(gelormini@affaritaliani.it)

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