"L'isola che non c'è": Nobel per la Pace ai Bambini di Gaza 'martiri' - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 00:41

"L'isola che non c'è": Nobel per la Pace ai Bambini di Gaza 'martiri'

L'associazione "L'Isola che non c'è" propone il Nobel per Pace ai Bambini di Gaza: "Meritano il Nobel per il loro martirio".

Presentata nella sala stampa della Camera dei Deputati a Roma, la proposta di candidatura “Premio Nobel per la Pace ai Bambini di Gaza 2026” avanzata su iniziativa dell’associazione pugliese “L’isola che non c’è” (alla quale aderiscono oltre 320 personalità provenienti dal mondo accademico, ecclesiale, della ricerca, della sanità, della cultura, e della politica) ed ha già registrato l'adesione di rappresentanti della società civile, istituzionale, e dei senati Accademici di UniBa e UniSalento.

Il Senato accademico di UniSalento l’ha fatta propria, inserendola nella mozione approvata all’unanimità per difendere «il diritto internazionale, la dignità umana e il principio “due Popoli – due Stati”, esprimendo piena solidarietà al popolo palestinese e condannando le gravi violazioni del diritto umanitario in corso nei territori occupati da parte di Israele.

Alla presentazione, moderata dal giornalista Franco Giuliano, presidente onorario dell’associazione “L’Isola che non c’è”, hanno partecipato tra gli altri, anche il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, il cantante Al Bano Carrisi, la rettrice eletta di Unisalento, Maria Antonietta Aiello, il responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia, Aldo Patruno, il presidente di Puglia Culture, Paolo Ponzio, e il direttore generale del Policlinico di Bari, Antonio Sanguedolce.

Maria Antonietta Aiello ha confermato l’impegno di tutto l’ateneo salentino e il contributo che si intende dare "Per scuotere le coscienze di quanti ancora temporeggiano, giustificano, contestualizzano l’orrore che si va consumando sotto i nostri occhi e del quale la comunità accademica non vuole essere complice".

"L’Università del Salento - ha detto Aiello - crede in un mondo che protegge i bambini e le bambine 'da ogni forma di violenza', come recita la Convenzione internazionale per i diritti del fanciullo. Crede e lavora per una società capace di garantire loro sicurezza, pace, istruzione, rispetto. La Storia e la Memoria non possono essere brandite da una parte o dall’altra e strumentalizzate per i propri scopi. Devono restare il nostro faro, indicarci la strada per un futuro di progresso civile e, finalmente, di pace".


 

Nel suo intervento, il residente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato: “La Puglia rivendica un ruolo di protagonista nella ricerca della pace in Medio Oriente, per ragioni storiche, culturali e umane profonde. La nostra terra è stata tra le prime ad accogliere la diaspora ebraica, è stata un punto di partenza per gli ebrei che tornavano a casa, in particolare da Santa Maria al Bagno e da Nardò. Abbiamo lottato contro l’antisemitismo promuovendo la cultura della memoria, organizzando, tra le prime Regioni in Italia, il Treno della Memoria e i viaggi ad Auschwitz, per insegnare ai giovani e ricordare a ciascuno di noi, cos’è il genocidio".


 

"Proprio per questo - ha sottolineato Emiliano - quando abbiamo riconosciuto i segni del genocidio in altri contesti, siamo stati rapidi nel nominarlo per quello che era. La Regione Puglia è stata l’unica ad usare esplicitamente il termine "genocidio" nei suoi appelli pubblici, anche durante gli inviti all'interruzione dei rapporti istituzionali e di cortesia col Governo di Netanyahu, ma mai col popolo israeliano, che continua ad essere accolto in Puglia con il rispetto che si deve a ogni cittadino”.


 

“Questa proposta - ha aggiunto Emiliano - è emersa spontaneamente e la Regione Puglia ha subito offerto il suo supporto istituzionale. I bambini, di fronte al genocidio, possono scegliere tra due vie: conservare il ricordo come rancore e vendetta, oppure trasformarlo in speranza, in impegno per la pace e la convivenza".

"La candidatura al Nobel vuole aiutare questi bambini a rompere la catena della vendetta, a generare speranza. Perché nonostante il martirio, possono essere insigniti non solo per ciò che hanno subito, ma per ciò che possono rappresentare per il futuro dell’umanità e per la pace, che è un valore allargato a tutti noi. La Regione Puglia ha il merito di insistere nel lavorare su queste situazioni e, insieme al Comune di Bari, ha adottato provvedimenti importanti".


 

"Stiamo collaborando con le amministrazioni della Striscia di Gaza per progettare la ricostruzione e raccogliere fondi, e stiamo offrendo assistenza sanitaria concreta ospitando bambini palestinesi, candidati al Nobel, curandoli nei nostri ospedali. Ci auguriamo - ha concluso Emiliano - di poter organizzare in autunno a Bari una grande conferenza giuridica, con esperti e giuristi da tutto il mondo, sulla convenzione contro il genocidio, per la quale non è sufficiente non commettere il genocidio, ma occorre attivarsi perché il genocidio non si verifichi”.

(gelormini@gmail.com)