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'Lasciare i fiori al vento' la silloge introspettiva di Irene Ricci
irene ricci

Far presa su due ali leggere come il vento e i fiori per testimoniare con delicatezza ed incisiva efficacia quel senso di libertà spirituale, a volte smarrita, spesso auspicata e non sempre con perseveranza afferrata, dando senso a quel cambiamento - prima interiore e poi pratico - alla base di ogni svolta esistenziale.

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“Lasciare i fiori al vento” è la silloge introspettiva di Irene Ricci - Casa Editrice Kimerik, che nella sua professione di psicoterapeuta ha deciso di condividere il mosaico di esperienze vissute con i suoi pazienti, per perseguire insieme a tali originali ‘testimonial’ una sorta di terapia di gruppo, attraverso la lettura e una certa familiarizzazione con l’espressione poetica.

Si tratta del suo libro d’esordio, ma è chiara la predisposizione alla narrazione frutto dell’abitudine coltivata dell’ascolto e del dialogo più intimo, che si esalta nell’intuizione favorita dall’esperienza formativa e affinata nella quotidianità degli incontri professionali.

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“Questo libro - ha scritto Silvia Godelli nella prefazione - è uno specchio frantumato in un gioco che è quello della vita, riflette le tante storie delle donne e degli uomini che l’autrice ha incontrato, nel suo lavoro di psicoterapeuta, ma anche semplicemente nella memoria delle emozioni: quale mappa della vita psichica, che segna in ciascuno la storia personale”.

La lettura piacevole di queste pagine è favorita da quella combinazione di due leggerezze, che dà vita a un caleidoscopio emotivo stimolato da stati d’animo di varia natura, vissuti con approcci controversi, narrato e condiviso in quei “vis a vis” analitici di un’autrice attenta ai sentimenti.

“Seduta su una panchina sul lungomare al tramonto - scrive Irene Ricci - osservo il mare calmo di maggio che aspetta un altro sole salutare le sue acque trasparenti e ormai tiepide. E mi perdo nella scoperta di ciò che in quell’istante mi appassionava, mi travolgeva, mi entusiasmava: vi trovai un mondo di colori, di paesaggi, di parole, di storie e di emozioni che nemmeno io sapevo di avere dentroe di essere capace di tirare fuori perché prendessero vita”.

Un vero e proprio scrigno prezioso e delicato di sentimenti meridiani, ammirati e declinati con cura, attraverso la lente suggestiva della dolcezza.

(gelormini@gmail.com)

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