Leonardo Palmisano, al centro l'umanità a parte gli egoismi di casta - Affaritaliani.it

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Leonardo Palmisano, al centro l'umanità a parte gli egoismi di casta

L'intervista a Leonardo Palmisano, candidato nella lista del Partito Democratico - Circoscrizione di Bari come consigliere al Consiglio Regionale pugliese.

Leonardo Palmisano, sociologo ed etnografo, assegnista di ricerca, autore di numerose inchieste e pubblicazioni, nonchè presidente della Cooperativa editoriale Radici Future, dopo aver partecipato alle Primarie del centrosinistra, è candidato nella lista del Partito Democratico - Circoscrizione di Bari come consigliere al Consiglio Regionale pugliese.

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Leonardo Palmisano, nella duplice veste di sociologo e di candidato (nella lista PD) al Consiglio Regionale pugliese, che previsioni si sente di fare a poche ore da voto del 20 e 21 settembre?

Il rischio più forte, in questa competizione elettorale, è quello della restaurazione di poteri antichi e antiquati. E’ stata rispolverata la chincaglieria di un tempo per apparecchiare la tavola ai sovranisti. Questo è quanto può accadere alla Puglia dovesse vincere Fitto. Al contrario, la vittoria di Michele Emiliano deve essere l’avvio di un percorso nuovo nel centrosinistra, dove tutto si rimette in discussione, anche la memoria di un quindicennio non sempre esaltante. Siamo dentro una frattura epocale che non ha bisogno di vecchi padri nobili, ma di figli coraggiosi.

Sicuro che la fiducia da riporre nelle nuove generazioni possa trovare terreno fertile, o meglio, risposte secondo aspettative “d’altri tempi”?

Il coraggio i giovani pugliesi ce l’hanno, perché riescono a rispondere, per esempio, alla prevaricazione sull’ambiente aderendo a un movimento ecologista globale. Un movimento che in Puglia deve avere casa nei cuori del centrosinistra, a partire dal cuore del Pd. È evidente che senza una tendenza ecologista forte, la Puglia deraglia verso un declino storico che porterà con sé il manifatturiero e l’agricoltura. Non trovo questa esigenza ambientalista a destra, la trovo dentro il centrosinistra e soprattutto nel Pd. Ci sono candidati che parlano la lingua della Terra, altri che parlano la lingua del deserto. Le differenze sono notevoli, tra i due schieramenti.

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Come al solito di programmi si è parlato poco e la contesa si è articolata più sul passato che sul futuro

Ho letto il programma di Fitto e l’ho trovato a trazione settentrionale, prevalentemente lombarda. Un programma che gioca d’azzardo con il Sud, scommettendo sul declino della Puglia. Il nostro programma è più arioso, aperto, lungimirante, e non guarda al passato ma a quanto si deve fare per non entrare nel gorgo di una crisi irreversibile. È un programma complesso, che racconta un meridione maturo e migliorabile. L’idea di una Puglia che vada verso il biologico, per esempio, non è sganciata da un’idea di Puglia socialmente sostenibile, comunitaria e cooperativa. Le due cose si tengono insieme, nella nostra prospettiva politica di governo. Se cade l’una, cade l’altra.

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E per quanto riguarda gli altri segmenti socio-economici, a partire dalla salute e dal benessere diffusi?

Siamo per una economia sociale di comunità, pacifica, fuori dall’idea della competitività al ribasso e della dipendenza dalla mono-committenza. Sappiamo di dover fare degli sforzi fortissimi, ma sappiamo anche che dovremo adoperare tutti i fondi disponibili per adeguare la Puglia a standard realmente nuovi. Nella sanità e nella scuola, soprattutto, dove dobbiamo rimettere al centro l’umanità e mettere da parte gli egoismi di casta o quelli di chi pretende un’istruzione piatta, scialba, senza prospettive culturali. Questi sono soltanto alcuni dei punti intorno ai quali il centrosinistra a trazione Pd dovrà produrre la sua attività di governo. Punti intoccabili. Fari per il futuro di questa regione.

(gelormini@gmail.com)