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Lettieri (CeR): "Un bluff la buonascuola di Renzi"
“Quando si impediscono la discussione degli emendamenti e il confronto parlamentare nel merito e si produce la paralisi nella Commissione competente si può solo osservare che oggi il Governo Renzi compie, ai danni delle istituzioni democratiche e del sistema sacro della formazione, un delitto imperdonabile. Lo diciamo in maniera chiara, alta e forte: non condividiamo questa riforma nel metodo e nel merito. Pessimi i contenuti, che censuriamo in modo convinto. Inaccettabile il metodo del Governo che con arrogante spregiudicatezza pone la fiducia sul ddl mortificando ancora una volta le prerogative del Parlamento, sfregiando la democrazia e impedendo di fatto la discussione sugli emendamenti che legittimamente e doverosamente abbiamo presentato", dichiara in una nota Luigi d’Ambrosio Lettieri (Conservatori e Riformisti italiani), intervendo in aula Senato nella discussione generale sul ddl Scuola.
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"Il Paese reale lo ha messo con tutta evidenza in minoranza - aggiunge Lettieri - portando in piazza le ragioni del dissenso, ma a Renzi e alla sua maggioranza non interessa niente di quello che pensa mezza Italia della loro <buonascuola> che rappresenta un bluff, atto a mistificare il reale senso della parola autonomia, esponendo merito, qualità ed efficacia agli effetti deleteri di un meccanismo perverso che nulla ha a che fare con la valutazione del risultato".
 
"E’ evidente, poi, che la favola del precariato che finisce non ha incantato nessuno, mentre fa quasi tenerezza oggi il ministro Giannini che, dopo aver detto che si trattava di  un ddl aperto al contributo dei parlamentari, dovrebbe quantomeno prendere atto che il Governo di cui fa parte non solo sbeffeggia le istituzioni democratiche, ignora le istanze del mondo della scuola e dei cittadini, ma ha pure trasformato questa riforma, ancorché necessaria, nel peggiore dei ricatti antidemocratici sulla pelle dei precari della scuola".
 
"Questa riforma comincia col piede sbagliato di un atto monocratico e finisce nel marasma della discriminazione, creando precari di serie A, precari di serie B. Ma, soprattutto, si tratta di un provvedimento che anziché incidere sul miglioramento dell’offerta formativa, potrà solo danneggiare il nostro sistema di istruzione, facendogli fare un pauroso salto all’indietro”.
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