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Mafia garganica, rotto il muro d’omertà sulla strage di San Marco in Lamis
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giovanni Caterino, 38enne di Manfredonia, accusato di concorso in omicidio.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giovanni Caterino, 38enne di Manfredonia, accusato di concorso in omicidio, e di Luigi Palena, accusato di detenzione e porto di armi, per la strage di San Marco in Lamis (Foggia) in cui il 9 agosto 2017 furono uccide con colpi di kalashnikov quattro persone è stata arrestata dai carabinieri, su disposizione della magistratura barese. In manette anche un altro indagato accusato di altri reati.
Nell'agguato morirono due contadini innocenti, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, di 47 e di 43 anni, colpevoli soltanto di aver assistito involontariamente all'uccisione del boss Mario Luciano Romito e di suo cognato, Matteo De Palma: per questo furono inseguiti e fucilati. La strage rientra nella cosiddetta faida del Gargano, che anche nella zona di San Marco in Lamis vede il clan Romito contrapposto ai Li Bergolis per il controllo dei traffici illeciti.
Per la Direzione distrettuale antimafia di Bari: "Finalmente una rottura nel muro di omertà, che da sempre contraddistingue il Gargano, che sta dando inizio ad un nuovo corso nella lotta alla criminalità organizzata della provincia di Foggia, in questa come in altre indagini".

"Si è aperta una piccola frattura - ha detto il procuratore aggiunto che coordina la Dda, Francesco Giannella - che costituisce una assoluta novità" nelle indagini sulla criminalità foggiana, in cui "c'è anche il contributo di persone che stanno collaborando".
“Il nostro ringraziamento alla magistratura e alle forze dell’ordine - afferma in una nota il sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla - in particolare all’Arma dei Carabinieri, che in questo anno trascorso dal barbaro eccidio hanno fatto sentire forte la loro presenza, assicurandoci che i risultati sarebbero arrivati”.
“La promessa è stata mantenuta - prosegue nella nota il primo cittadino - e questo primo risultato è molto importante, in una terra dove la gran parte degli omicidi di mafia non trova un colpevole anche per il muro di omertà con cui si scontrano gli inquirenti. Per questo ai miei concittadini ed a tutti i cittadini garganici rinnovo l’invito ad avere fiducia nelle istituzioni, a collaborare affinché questo importante risultato ottenuto sia solo il primo passo verso il riscatto del nostro territorio”.
“Adesso il lavoro deve proseguire - conclude il sindaco - e l’augurio è che la magistratura faccia giustizia: il giusto tributo alla memoria di Luigi ed Aurelio ed alle loro famiglie e la speranza, per tutti noi, di poter vivere in una terra libera dal giogo della mafia”.
“Desidero esprimere il mio compiacimento e il mio plauso per l’ottimo lavoro svolto dalla magistratura, dalle forze dell’ordine e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari", ha detto il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando l’operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, insieme a quelli del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bari, che ha permesso l’arresto di due persone di Manfredonia, ad una delle quali è stato contestato di aver partecipato al quadruplice omicidio del 9 agosto dello scorso anno, nei pressi della vecchia stazione di San Marco in Lamis.
“Si tratta di un risultato straordinario - ha aggiunto Emiliano - che restituisce fiducia ad un territorio spesso mortificato dall’azione efferata della criminalità organizzata. In quel terribile giorno, persero la vita due padri di famiglia; due onesti lavoratori furono uccisi perché testimoni involontari di un’esecuzione mafiosa. Da questa pagina così dolorosa per la famiglia Luciani e per tutta la comunità di San Marco in Lamis occorre ritrovare la forza per reagire, per urlare al mondo la nostra contrarietà alla violenza, alla criminalità, all’indifferenza e all’omertà”.

“Ciò che abbiamo imparato in questi anni è che la mafia non scompare con la sequenza delle catture e delle pene inflitte, ma è necessaria una reazione da parte di tutti i cittadini di buona volontà. Occorre costruire quotidianamente la cultura della legalità nell’esercizio delle nostre funzioni, qualunque esse siano; l’unica in grado di marginalizzare la criminalità e sottrarle il terreno di coltura”.
Sul fatto interviene con una nota la consigliera regionale Rosa Barone, presidente della Commissione regionale per lo studio e il contrasto della criminalità organizzata in Puglia: “Sono particolarmente grata alle forze dell’ordine e alla magistratura per questi arresti. Oggi arriva un messaggio positivo, quello di un cambio di passo nella lotta alla criminalità: qualcuno ha collaborato dando un contributo importante alle indagini. Tutto questo grazie alla DDA e alle forze dell'ordine. Si tratta di una risposta importante dello Stato per un territorio martoriato da una criminalità feroce".

"La commissione regionale antimafia - ribadisce Rosa Barone - sarà sempre presente per ricordare ed onorare i due fratelli di San Marco in Lamis, Aurelio e Luigi Luciani, vittime innocenti dell’agguato al boss Mario Luciano Romito e a suo cognato Matteo De Palma”
Anche Napoleone Cera, presidente del gruppo de "I Popolari", commenta: "Il duplice arresto per l'omicidio dei fratelli Aurelio e Luigi Luciani, uccisi il 9 agosto del 2017, è motivo di grande soddisfazione ed è una ulteriore testimonianza dell'ottimo lavoro svolto dalla Magistratura e dalle Forze dell'Ordine. La svolta nelle indagini dimostra la capacità dello Stato di perseguire la criminalità, rispondendo alla sua barbarie che ha insanguinato il territorio garganico”.
“Siamo ancora di più vicini ai familiari di Luigi e Aurelio - aggiunge Cera - perché possano finalmente trovare giustizia per un atto criminale che ha spezzato la vita dei loro cari. Luigi e Aurelio sono parte di un comune sentire che grida contro ogni forza di violenza e prevaricazione criminale”.
“Così come già anticipato al presidente Emiliano - conclude Cera - auspico che la Regione Puglia si costituisca parte civile nel processo contro chi ha voluto segnare la vita di una comunità e offendere l'onestà lavorativa e il senso del dovere della famiglia Luciani".
(gelormini@affaritaliani.it)