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Margherita di Savoia, Lega e M5S: nel mirino acque madri e fanghi delle Saline
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Qual è il regime giuridico delle materie prime termali della Salina di Margherita di Savoia? Lo chiedono al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e all’’assessore al Demanio e al Patrimonio, Raffaele Piemontese, attraverso una dettagliata e documentata interpellanza urgente, i consiglieri regionali della Lega Puglia Davide Bellomo, Giacomo Conserva, Gianfranco De Blasi e Joseph Splendido.

"Una domanda quasi retorica - sottolineano dalla Lega Puglia - a giudicare da una ricostruzione storica e giuridica, che dimostra in maniera inequivocabile la demanialità dei beni e l’aberrazione di due atti aggiuntivi alla concessione stipulati tra una società per azioni, la ATISALE spa, e una società a responsabilità limitata, la Terme di Margherita di Savoia srl. Un’anomalia che farebbe di quello in oggetto l'unico caso in Italia di materie prime termali private".

Nella vicenda - si legge in una nota diffusa - che ha origine nel lontano 1922, con la concessione tramite atto ministeriale al Comune di Margherita di Savoia “Di una parte delle acque madri di risulta della lavorazione della locale Salina, per adibire le stesse ad uso terapeutico”, entra in gioco nel 1947 come sub-concessionaria la Società Terme di Margherita di Savoia.

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Anche se - continua la nota - una successiva decisione del Consiglio di Stato, pronunciata nel 1966, ribadiva che il rapporto esisteva esclusivamente tra l’Amministrazione dei Monopoli e il Comune di Margerita di Savoia. Quando però nel 1997 il sindaco richiedeva il rinnovo della concessione, non otteneva alcuna risposta. "Inspiegabilmente, la proroga fino al 2021 veniva data alla società Terme Margherita di Savoia, erroneamente considerata subentrata al Comune".

"Una situazione resa ancora più complicata - aggiungono dalla Lega Puglia - dallo scorporo del ramo d’azienda relativo alle attività produttive, commerciali e distributive dei tabacchi e del sale dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato al costituito Ente Tabacchi Italiani".

"Quest’ultimo, trasformato successivamente in società per azioni - precisano ancora - conferì i cespiti per il comparto sale alla propria controllata ATISALE spa. Nel 2003, nel quadro della dismissione delle attività non strategiche di ETI, venne ceduto alla Salapia srl l’intero pacchetto azionario di ATISALE".

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"Con due atti, del 2004 e del 2006 - spiegano dalla Lega Puglia - la stessa ATISALE, che inopinatamente si ritenne titolare del precorso rapporto giuridico di natura pubblicistica, stipulò con la società Terme di Margherita di Savoia, due atti aggiuntivi alla convenzione per lo sfruttamento in esclusiva delle acque madri e dei fanghi delle saline, prevedendo la proroga prima fino al 31 dicembre 2021 e poi fino al 2029. Arrivando addirittura a ipotizzare, in caso di nuova convenzione tra ATISALE ed ETI, il rinnovo fino al 2050".

"Una situazione imbarazzante nella sua stravaganza - denunciano da Lega Puglia - con una potestà concessoria e la titolarità di beni demaniali “transitate” in maniera illegittima in capo a privati".

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I consiglieri della Lega Puglia, pertanto, si chiedono quali provvedimenti - anche sanzionatori - saranno adottati dal Governo regionale in caso di auspicabile condivisione e accoglimento delle tesi contenute nel loro articolato documento di sindacato ispettivo.

Nel frattempo, è stata rinviata per l’assenza dell’assessore Delli Noci l’audizione richiesta dalla capogruppo del M5S Grazia Di Bari e calendarizzata oggi in IV Commissione sull’accordo fra Comune di Margherita di Savoia, Atisale s.p.a. e Terme di Margherita di Savoia s.r.l. per fornire a titolo oneroso a terzi la possibilità di utilizzo di acque madri e fanghi prodotti dalle Saline di Margherita di Savoia per gli usi previsti dalla legge.

“Ho chiesto di integrare la mia richiesta - afferma Di Bari - con l’audizione dell’assessore al Demanio Raffaele Piemontese e dell’assessore alla Sanità, visto che è in essere una convenzione con l’ASL per l’uso termale delle acque. Auspico che l’audizione venga riconvocata al più presto, per avere un quadro chiaro della situazione e sono dispiaciuta del fatto che la dottoressa Marina Lalli, amministratore unico di Terme di Margherita di Savoia S.r.l., abbia comunicato di non voler prendere parte alla seduta, sostenendo che la questione non sia materia di competenza regionale".

"Ricordo che le materie prime termali, di cui si discute erano e sono tuttora beni demaniali, che nel 1922 l’Amministrazione dei Monopoli di Stato concesse al Comune di Margherita di Savoia. Nonostante la sub-concessione in favore della Società Terme di Margherita di Savoia, lo stesso Consiglio di Stato, nel 1966 ribadì che il rapporto concessorio sussisteva esclusivamente tra l’Amministrazione dei Monopoli e quella comunale, anche se, in seguito alla privatizzazione dei Monopoli di Stato e all’adozione di successivi atti, si è costituito un rapporto giuridico tra ATISALE che ritiene essere titolare del precorso rapporto giuridico di natura pubblicistica,  e la società Terme".

"Ritenendo che i beni di cui si parla abbiano natura di beni del demanio statale - ribadisce Di Bari - è opportuno che anche in sede regionale si renda conto di quanto sta avvenendo, anche in considerazione della competenza regionale residuale sull’uso delle acque minerali e termali. Se dovessero sussistere altri orientamenti e valutazioni nulla vieta che gli stessi siano chiariti anche in sede regionale, per il dovere di trasparenza che dobbiamo nei confronti dei cittadini. Lo ripeto ancora una volta, l’intento dell'audizione è solo quello di avere risposte chiare su un tema molto sentito sul territorio, per questo ritengo importante aprire una discussione e sentire tutte le parti interessate".

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"La scorsa settimana - continua Di Bari - è stato approvato dal Consiglio comunale di Margherita di Savoia lo schema di convenzione per il protocollo d’intesa tra il Comune di Margherita di Savoia, Atisale S.p.A.  e Terme di Margherita di Savoia s.r.l. per permettere a terzi la possibilità di utilizzo di acque madri e fanghi prodotti dalle Saline per gli usi previsti dalla legge. Ho richiesto l’audizione per conoscere le valutazioni alla base del documento. Parliamo di una questione importantissima, si tratta di una risorsa che può fare da volano per il rilancio turistico ed economico del territorio e per la quale è giusto che sia la comunità a trarre davvero dei vantaggi chiarendo prima di tutto e in via definitiva quale sia il regime giuridico delle materie prime termali".

"Per questo - conclude la pentastellata - ritengo indispensabile chiarire ad ogni livello istituzionale tutti i punti di questo accordo e ricostruire, in modo corretto, l’iter che ha condotto i beni in esame sotto un rapporto giuridico di natura privatistica, in modo da dare ai cittadini informazioni precise su quello che sta accadendo”.

(gelormini@gmail.com)

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