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Notte della Taranta 'fimmena' Nel segno di Rina Durante

di Silvia Rizzello

Se la pizzica pizzica guarisce “al femminile”, l’edizione 2016 della Notte della Taranta lo ha fatto ancor di più. Se questa danza salentina è rosa per antonomasia tutte le volte che fa volteggiare veli e svolazzi di lunghe gonne, vestiti e foulard al ritmo di tamburi e “tambureggi” in una danza soave e ripetitiva, nella lunga notte del Concertone di Melpignano (Le) è venuta fuori la sua anima più “fimmena” almeno per tre ragioni.

Taranta 2016 donne
 

La prima, già nota, è quella di aver scelto, per la prima volta, come maestro concertatore una donna: Carmen Consoli. Infatti è stata lei, Carmen, a definirla così questa 19° edizione, “fimmena”, in tutto quello che questa accezione può voler dire.

Taranta Consoli3
 

Si è circondata di altrettante artiste donne con la D maiuscola: Fiorella Mannoia, Tosca, Nada, Buika, e Lisa Fischer (ex-vocalist di Rolling Stones e Tina Turner), che hanno interpretato canti della tradizione popolare del Salento, mettendo in gioco il proprio accento con una pronuncia non perfetta come quella autoctona delle inconfondibili e potenti voci della sempre magistrale Orchestra Popolare: Enza Pagliara, Alessia Tondo, Ninfa Giannuzzi, Stefania Morciano, Alessandra Caiulo, Antonio Castrignanò, Giancarlo Paglialunga, e Antonio Amato; ma emozionando allo stesso modo, tanto da far vibrare e ballare la gremita piazza dell’Ex-Convento degli Agostiniani.

Interessanti  le versioni di “Lu Rusciu de lu mare” firmata Carmen Consoli - seduta, dirigeva l’Orchestra e cantava - e di “Lu Zinzale” della Mannoia, travolta del tutto dalla pizzica.

Taranta 2016 Durante
 

La seconda ragione dell’anima “fimmena” è che questa Notte della Taranta 2016 è stata dedicata a Rina Durante, scrittrice e intellettuale salentina che con le sue opere ha valorizzato la cultura popolare della terra natìa. Carmen Consoli l’ha omaggiata in apertura con “La questione meridionale”, accompagnata alla chitarra da Daniele Durante.

taranta 2016 durante chiriatti
 

La terza ragione dell’anima “fimmena”, quella che resterà nella Storia di Melpignano, è per il coraggio, la solidarietà, l’emozione del dolore dell’essere donna, senza nulla togliere agli uomini. C’è stato il coraggio di Carmen Consoli e di tutta la Fondazione per aver voluto, malgrado i dubbi e le critiche, che la Notte della Taranta andasse comunque in scena nella giornata di Lutto Nazionale per le vittime del terremoto che ha colpito il centro Italia.

 

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Le parole di Fiorella Mannoia ne hanno fatto da eco: “Noi facciamo questo lavoro, saliamo sul palco anche quando succedono tragedie del genere. Non è stato facile per nessuno, ma la musica è vita, e noi aiutiamo nel modo in cui sappiamo farlo". Così il coraggio è diventato solidarietà per il progetto, promosso dalla Regione, "Puglia per la ricostruzione" di un’opera pubblica nelle zone colpite dal sisma, che verrà annunciata nei prossimi giorni.

Un minuto di silenzio, prima nel pomeriggio con i sindaci della Grecìa salentina sul palco, poi ad inizio serata con tutti gli artisti e la maestra Carmen Consoli a ricordare che il loro cachet sarà interamente devoluto. E’ stato un invito continuo a donare - sia nei sette salvadanai posti ai varchi dell'area concerto sia al numero della Protezione civile, il 45500 - con “na manu a lu core e una poscia” (una mano al cuore e una alla tasca), come ha sottolineato, in dialetto, il cantante Giancarlo Paglialunga.

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Presto sarà in vendita il cd del Concertone, i cui proventi saranno donati per la stessa causa. Ultima nota, ma non meno importante, per oltre quattro ore di musica, in quest’anima “fimmena” della Taranta 2016, c’è stata tutta l’emozione dolorosa della pizzica, del tarantismo, che come un infinito canto nelle campagne del Salento - animato dalle coreografie di Fabrizio Mainini, e dal corpo di ballo, metà accademico, metà popolare - alla fine guarisce.

E’ prevalsa soprattutto l’emozione forte di Tosca. “Sono del Lazio. Appartengo a questa regione, che è stata ferita, e sono particolarmente toccata, anche perché ho fatto tutte le mie vacanze là finché ho avuto 20 anni. I miei parenti si sono salvati, hanno perso la casa. Fortunatamente non è successo niente, ma molti sono stati meno fortunati. Devo ringraziare tutti quelli che stanno facendo tantissimo: i sindaci di quei posti, la Regione, la Protezione civile, i volontari, la Croce Rossa, i cani. Vi prego solo di non fare che questa cosa finisca tra quattro, cinque giorni perché l’inverno è vicino, perché quei posti sono freddi".

"Bisogna ricostruire non solo le case - ha aggiunto Tosca - bisogna ricostruire la storia di un paese che non c’è più; e la storia è dura da ricostruire. Tanto. Natale è molto più vicino di quello che voi possiate immaginare. Invece di regalare cose così, regalate i soldi, e sotto l’albero mettete che avete regalato un mattone per una casa”. E intona a cappella “Sogna, fiore mio” dell’amico-concittadino Ambrogio Sparagna, qui maestro concertatore di diverse edizioni.

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Dopo l’immancabile finale “larilò larilò lallerò” di Kalinifta, la “fimmena” Carmen ha ringraziato i “polmoni (maschi, ndr) di questa Terra”, Daniele Durante e Luigi Chiriatti, direttore artistico del Concertone, uno, e del Festival itinerante, l’altro; indispensabili al suo fianco - come ha ricordato in più occasioni la Cantatessa. Cala il sipario e anche il silenzio.

Quel silenzio vivo che ognuno ha portato dentro pur cantando e che, anche per questa edizione 2016 ha moltiplicato le emozioni, nonostante la flessione dell'affluenza: prevedibile dopo il sisma e puntualmente registrata dagli organizzatori.

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Pubblicato in precedenza: 'La Notte della Taranta' e il pizzico contagioso della solidarietà

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