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Premio ‘Ragazzo d’Oro 2017’ Seme fecondo della Poesia

Stimolare spunto e risveglio creativo nell’animo e nella riflessione di adolescenti, quotidianamente tentati dall’omologazione culturale del digitale di pronto-uso, è testimonianza di perseveranza e fiducia nella “semina”.

Ragazzo Oro 2017
 

Farlo coinvolgendo gli insegnanti, la scuola, le famiglie e la comunità “reale”, al posto di quella “virtuale”, è ulteriore voce in “controcanto” nel coro silente di indifferenze e di solitudini diffuse, disperse nei labirinti chiassosi della fibra ottica.

Questo il merito principale ed encomiabile del Premio di Poesia “Ragazzo d’Oro - Armando Rositani”, nel ricordo del suo fondatore, che dal 1982 è dedicato ai ragazzi delle scuole medie di Bari e provincia.

Un trofeo ambito che, come la storica Coppa Rimet, bisogna aggiudicarsi tre volte per poterlo avere “definitivamente” nella vetrina-bacheca della Scuola, altrimenti continua il suo “pellegrinaggio” - di istituto in istituto - seguendo i vincitori di ciascuna edizione del Premio.

Verrone
 

Dopo la scomparsa di Armando Rositani a indossare con successo, impegno ed emozione i paramenti nobili di “vestale del Premio” è toccato a sua moglie Mariuccia Verrone, che con tenacia, amore e dedizione ha saputo tenere in vita e rafforzare un appuntamento vitale e significativo - oltre che evocativo - nel percorso formativo e culturale dei ragazzi di Bari Metropolitana. L'organizzazione della manifestazione, infatti, è a cura della Rivista "Radarlevante" diretta dalla stessa Verrone.

Un lavoro a più mani, che per questa XXXIII edizione ha visto la partecipazione in concorso di circa 100 poesie, e che nella cornice classica del Circolo Unione a Bari ha formalizzato la consegna del trofeo alla Scuola Media “Michelangelo” BA, che per la terza volta porta un suo alunno alla vittoria.

Stefano Pavone con “Mater” è infatti il vincitore assoluto del Premio Ragazzo d’Oro 2017, Medaglie d’oro insieme a lui Giorgia Selvano con “Clandestino!” (Istituto Comprensivo “Zingarelli” BA), che ha ricevuto anche il riconoscimento critico degli Autori dell’Accademia dell’Acquasale, e Alice Epifani con “Il disastro che sono” (Scuola Media “Michelangelo” BA).

Tre medaglie d’oro e sette medaglie d’argento sono stati i premi assegnati dalla giuria presieduta da Gabriele De Martino - Docente di Greco all’Università di Foggia, e composta da Mariuccia Verrone ved. Rositani, Antonio V. Gelormini - Capo Redattore Affaritaliani.it e presidente dell’Accademia dell’Acquasale, Gabriella Putignani - Insegnante di Lettere, Giulia Ancona - Insegnante di Storia dell’Arte, Arianna Monicelli - Coordinatrice del Concorso e Giacomo Tomasicchio - Presidente del Circolo Unione Bari.

Enea.jpg
 

Le poesie sono state lette da due “voci autoctone” eccellenti e suggestive del Teatro italiano: Armando Merenda e Cristina Angiuli. Mentre il maestro Gaetano Piscopo ha diretto il Coro Voci Bianche, frutto di un’altra attività di semina culturale tra le generazioni più giovani: quella della Didattica Musicale, che da sempre ha accompagnato la poesia (Omero: “Cantami o Diva…”) e ovunque ha sempre utilizzato una membrana (pelle), per segnarne timbro e ritmo. Anche per questo gli intermezzi musicali hanno avuto come esordio un motivo gioioso di antica tradizione africana.

Un’occasione, infine, per ribadire come la creatività nasca - sin dalla notte dei tempi - dalla sofferenza, dalla speranza e dagli stimoli appassionanti che man mano la animano. A tal proposito, curioso che la Giuria - per decidere i vincitori del Premio - si sia riunita il 21 aprile: giorno che segna il Natale di Roma. La città Caput mundi la cui fondazione risale all’arrivo di Enea sulla costa laziale e al suo matrimonio con Lavinia: lo stesso Enea, che era fuggito da Troia in fiamme, portando con sé il padre Anchise sulle spalle (il passato, la tradizione e l’esperienza) e avendo per mano il figlio Ascanio (il futuro, la speranza e l’innovazione).  

(gelormini@affaritaliani.it)

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