Regionali, Cassano contro Fitto:
“Altrove chi perde per due volte va a casa”
Bari – Il convitato di pietra della prima festa regionale degli alfaniani è ancora Raffaele Fitto. Massimo Cassano non lo nomina nel suo intervento ma il riferimento delle bordate è evidente: “Nei paesi occidentali, chi perde per due volte le campagne elettorali si fa da parte. In Puglia no. Pretende di fare le primarie. Ma qui non c'è un padrone, ecco perché abbiamo deciso di spostare il tavolo a Roma, presieduto da Matteoli”, tuona dal Gargano all’indirizzo del Vicerè di Maglie, rimarcando senza mezzi termini la necessità di “un confronto vero e democratico, con qualcuno che deve fare un passo indietro rispetto al passato: qui non c’è il clima adatto per scegliere un candidato vincente”.
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A scaldare la platea del Nuovo Centrodestra è il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, tornata in Puglia dopo l’inaugurazione del Centro Lilt, al fianco di un altro osservato speciale come Francesco Schittulli: “Nessuno ci avrebbe dato per vivi dopo i primi 15 giorni, siamo ancora qui e con una prateria politica davanti, dopo la scelta di Renzi di iscrivere il Partito Democratico nel Partito Socialista Europeo”. “Noi abbiamo il Partito Popolare Europeo come riferimento e una grande opportunità di metterci alla prova, di fare delle scelte volando alto”, serra i ranghi, nonostante ci sia già chi – nella Capitale – parli di possibili rientri illustri nelle fila di Forza Italia. Nella lista, anche il senatore molfettese Azzollini, supportato dai malumori di Renato Schifani sulla gestione corrente del partito. Intanto, sulle regionali si naviga a vista: “Le primarie, così come pubblicizzate, sono un fallimento in partenza”, blinda il sottosegretario al Lavoro, mentre gli schittulliani fanno quadrato attorno al professore gravinese per rilanciarne la candidatura, con o senza gazebo e capitalizzando la componente civica del proprio profilo.
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Tra gli azzurri passa la linea della prudenza, impensieriti dalle fumate nere sul nocese Donato Bruno alla Consulta. A meno che non si contino gli strali di Nino Marmo e Ignazio Zullo, seguiti alle dichiarazioni di Michele Emiliano, certo di aver “demolito” il centrodestra nel Tacco: “Il segretario del Pd farebbe meglio a non offendere una storia che unisce la maggioranza effettiva dei pugliesi e degli italiani, perché la destra è viva e vegeta. Anche perché uno che dice di avere un passato comunista, quando la realtà è tanto diversa, radici non ne ha”, manda a dire Marmo. In compenso, a poco vale la quadra trovata in Salento per la riconferma di Antonio Gabellone a Palazzo del Celestini con l’appoggio della pattuglia di Cassano e Ferrarese. Tanto più dal momento che i colleghi dello scudocrociato hanno preferito la lista autonoma, contestando decisioni non condivise sulle alleanze e portandosi dietro qualche transfugo. Se sarà intesa comune, siamo ancora alle prove tecniche.
(a.bucci1@libero.it)